L'incanto della fiaba
di Giuliana Dal Piaz
Affascinante ripresa dello spettacolo di Robert Lepage dedicato alle fiabe musicali di Igor Stravinskij, fra cui spicca Le Rossignol.
Toronto, 22 aprile - La Canadian Opera Company riporta in scena una produzione del 2009 con la regia del celebre Robert Lepage, Le Rossignol et autres faibles. Di grande successo allora, sia a Toronto che altrove (Francia, Olanda, Stati Uniti, e Québec), sta riscuotendo un analogo successo in questi giorni grazie alle numerose qualità dello spettacolo. Prima di tutto, un’impeccabile resa della musica di Stravinskij da parte dell’Orchestra della COC sotto la direzione di Johann Debus.
In secondo luogo, l’orchestra, che suona a vista invece che in buca come di consueto, sul palcoscenico durante la prima parte e addirittura alle spalle degli interpreti nella seconda parte, mentre il golfo mistico è riempito da 67.000 litri d’acqua a rappresentare il lago su cui si svolge l’azione del Rossignol, e il cui tremolante riflesso luminoso sul soffitto dell’auditorium aumenta la sensazione di magico straniamento.
Tutta la messa in scena è originalissima: utilizza lo “hand shadow play” (teatro delle ombre con le mani), un’antica tradizione del teatro orientale, abbastanza raro nei nostri paesi, e che Robert Lepage considera essere stato la primissima forma di teatro del genere umano, lo “shadow play” nelle favole che hanno come protagonisti degli animali. Un velario che non copre completamente la figura permette agli spettatori di seguire direttamente il “gioco delle ombre” degli acrobati, cui, nel Rossignol, si aggiunge la presenza di settantacinque pupazzi riccamente decorati e vestiti, come controparte di ogni personaggio/cantante, inclusi i membri del coro. Tutti questi elementi, resi con assoluta perfezione tecnica, rendono quest’opera tutt’altro che tradizionale un autentico piacere per l’udito e la vista del pubblico.
La prima parte dello spettacolo, dedicata alle ”favole brevi” si apre con un apparentemente modernissimo Ragtime, composto tuttavia nel 1918, seguito da tre pezzi per clarinetto solo eseguiti da un brillante Juan Olivares; Pribautki (Canzoni piacevoli), affidata alla voce del messozoprano Allyson McHardy, la Berceuse du Chat (Ninnananna del Gatto) per la voce solista del mezzosoprano statunitense Lindsay Ammann; due poemi di Konstantin Balmont, cantati dal soprano Danika Lorén; Quattro canzoni popolari russe, interpretate da due soprani e due mezzosoprani del Coro della COC; e infine il racconto Le Renard (La Volpe), con le voci dei tenori Miles Mykkanen e Owen McCausland e dei baritoni Bruno Roy e Oleg Tsibulko.
La seconda parte dello spettacolo è interamente dedicata a Le Rossignol, racconto lirico in tre atti concentrati in un atto unico, su un libretto ispirato alla nota favola di Andersen, L’usignolo dell’Imperatore. Si accedono le luci delle lanterne sul finto lago e comincia la fiaba, mentre una barchetta in miniatura con un minuscolo Pescatore sparisce sotto un pontile e riappare di nuovo più grande, guidata dal tenore Owen McCausland, che canta efficacemente tutta la sua parte immerso nell’acqua fino alla vita. Il baritono moldavo Oleg Tsibulko interpreta in modo convincente l’Imperatore cinese (gli fa difetto una maggiore duttilità della voce ma è un cantante molto promettente). Spiccano tra gli interpreti anche il soprano Lauren Eberwein nella parte della Cuoca e Lindsay Amman nella parte della Morte. Per questa figura, Lepage escogita un altro trucco di grande effetto: attorno a una piccola tenda e alla piattaforma su cui giace l’Imperatore ammalato, mentre l’usignolo meccanico portato in dono dagli inviati giapponesi non riesce più a rallegrare il sovrano, gli elementi di contorno assumono via via, emergendo dall’acqua, la forma di un grande scheletro che si sta impossessando della figura giacente, mentre l’enorme teschio è un copricapo che la cantante indossa per intonare la sua parte. Al riapparire dell’usignolo “vero”, l'imperatore si scuote e riprende forza mentre gli arti dello scheletro tornano a scomparire nell’acqua. Una bella prova di sé dà il soprano Jane Archibald, l’Usignolo, con la sua voce di forza e coloratura adeguate e una presenza in scena abilmente gestita per libertà e coerenza di movimenti.
I cantanti sono apparsi a loro agio nel testo in russo. Belli i costumi, che nella prima parte hanno permesso di cogliere il profondo amore di Stravinskij per la cultura e il folkore del suo popolo.
Molto applauditi tutti gli interpreti, i membri della compagnia Ex Machina, responsabili dello “shadow play”, il coro magistralmente diretto da Sandra Horst e i burattini progettati da Michael Curry e gestiti da Martin Genest.
Una bellissima serata musicale dalla quale il pubblico è uscito sorpreso e soddisfatto.
Foto di scena di Michael Cooper
Le Rossignol et autres faibles – Musica di Igor Stravinskij. Testi: Due poemi di Konstantin Balmont; La Volpe, libretto dello stesso Stravinskij da testi di Aleksander Afanasayev; L’Usignolo, libretto di Stephan Mitussov dal racconto L’Usignolo dell’Imperatore di H.C. Andersen.
Stagione 2017-18 della Canadian Opera Company (13 aprile-19 maggio 2018). Four Seasons Centre for the Performing Arts.
Direttore d’Orchestra: Johannes Debus. Regia: Robert Lepage. Scenografie: Carl Fillion. Progettista pupazzi: Michael Curry. Vestuario: Mara Gottler. Luci: Étienne Boucher. Coreografia Pupazzi: Martin Genest. Orchestra della Canadian Opera Company. Direttore del Coro: Sandra Horst. Coro della Canadian Opera Company.
Personaggi e Interpreti:
Il Pescatore – Owen McCausland
L’Usignolo – Jane Archibald
La Cuoca – Lauren Eberwein
Il Ciambellano – Anatoli Sivko
Il Bonzo – Michael Uloth
L’Imperatore – Oleg Tsibulko
Primo inviato giapponese – Miles Mykkanen
Secondo inviato giapponese – Samuel Chan
Terzo inviato giapponese – Bruno Roy
La Morte – Lindsay Ammann