L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

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Risa ed emozioni fra sogno e teatro

 di Suzanne Daumann

Una splendida produzione delle Nozze di Figaro emoziona alla Bayerische Staatsoper: una serata che coinvolge, diverte e arricchisce. Nell'ottimo cast si segnalano Federica Lombardi, Alex Esposito, Markus Eiche, Kulchynska, Solenn’ Lavanant-Linke e Anne-Sophie von Otter.

MONACO di BAVIERA, 17 luglio 2018 - Alcuni testi, scritti ormai due o più secoli fa, hanno accompagnato il pubblico negli anni, sebbene il contesto contemporaneo e politico si siano modificati poco a poco, e noi contempliamo ancor oggi uomini e donne, le loro emozioni e relazioni più che lo spirito di un'epoca.

Nella nuova produzione della Bayerische Staatsoper, Christof Loy utilizza una scenografia sobria e onirica per sottolineare gli aspetti eterni dell'opera e si concentra sulla vita interiore dei personaggi. Il risultato è ancor più convincente poiché il maestro Constantinos Carydis lavora nel medesimo senso di spoliazione. Una certa asprezza contraddice talora la grazia mozartiana, facendo tuttavia riemergere la profondità dei sentimenti. Sll'inizio si è un poco angosciati dalla velocità sfrenata con cui persegue Figaro e Susanna nei loro primi duetti, mentre i recitativi si sviluppano con una lentezza assoltamente esagerata. Fortunatamente, questo squilibrio non dura a lungo: dalla prima aria di Cherubino la gioia prende possesso del palco e del pubblico, e si riscopre una delle opere più note, tante volte vista e ascoltata, come se fosse stata la prima volta. Una compagnia eccellente che, guidata da un regista motivato e al servizio più dell'opera che del suo ego, comprende il senso di ogni gesto e agisce con cognizione di causa. Una gioia.

Alex Esposito, caldo baritono, è un Figaro sfumato, credibile, umano. Arriva uscendo da un teatro di marionette, dove Susanna e lui stesso recitano la prima scena dell'opera, come destandosi da un sogno mattutino che ci presenta la giornata, per trovarsi di fronte al pubblico e coprirsi gli occhi spaventato. Indossa un completo grigio, atemporale come tutti i costumi dei personaggi - solo Cherubino appare prima in un costume da paggio esageratamente barocco e quindi in un'uniforme color mostarda con stivali vagamente nazi. È Solenn’ Lavanant-Linke che interpreta Cherubino con un fascino androgino demoniaco e una voce d'angelo. Questo fascino è accentuato dagli occhiali da sole che Susanna gli mette alla fine della scena del travestimento. "Venite inocchiatevi" è cantato con grazia birichina dalla voce dolce e leggera di Olga Kulchynska. La sua Susanna è un poco ribelle nei confronti di Marcellina, un poco dominata dal Conte Almaviva, e piena d'amore per Figaro. Maestosa nella voce e nel portamento, profonda e profondamente innamorata del marito, è la Contessa d'Almaviva interpretata da Federica Lombardi. Dotata di una voce calda, generosa, ampia, sorprende per la maturità della sua interpretazione - da internet si apprende che non ha ancora trent'anni. Markus Eiche rimpiazza stasera Christian Gerhaher nei panni del Conte, e non si perde nulla nel cambio. Anche lui coglie tutti gli aspetti del suo personaggio, fra desiderio e sorpresa, rabbia e stupore, e li esprime con una voce scura e potente. Tutti i cantanti paiono meravigliosi stasera e la direzione rende loro piena giustizia. L'orchestra è di una discrezione esemplare, molti interventi delle tre tastiere scelte da Carydis conferiscono un carattere d'intimità a certi momenti. Salutiamo, quindi, anche Chad Kelly al fortepiano e Andreas Skouras al cembalo e all'organo, che contribuiscono grandemente al successo della serata.

Le scene di Johannes Leiacker sono sobrie e di un'ingannevole semplicità: teatro sullo sfondo con sipario o un paesaggio barocco, e davanti alcuni elementi d'attrezzeria, un gioco di porte, simbolo onirico per eccellenza. Queste diventano più grandi di atto in atto finché nel quarto l'unico elemento scenico è costituito da un'enorme porta. Se l'allestimento è bello da vedersi, pieno di passione e divertente, è nell'ultimo atto che acquisisce tutto il suo senso. Dall'inizio ci troviamo di fronte a rotture, strappi nella nostra routine. Adesso, vediamo queste nostre abitudini profondamente scosse: dopo l'aria di Barbarina - l'adorabile, cristallina Anna El-Khashem - Marcellina non canta "Il capro e la capretta", ma Abendempfindung an Laura, KV 523. Anne-Sofie von Otter interpreta Marcellina con la giusta misura di ridicolo, dignità, emozione. Quando si rivolge al figlio con questo Lied meraviglioso e la sua voce d'oro, che evoca la mortalità, noi siamo di fronte all'umanità, senza artifici. Altrettanto onesta, in altro registro, l'aria di Basilio, l’elogio della stupidità. Il giovane tenore Manuel Günther la canta con trasporto e agilità. Figaro, che dall'inizio ha dubitato sempre più di Susanna, crolla dopo la sua aria "Aprite un po’ quegli occhi“, convinto ch'ella lo tradisca con il Conte. E, ora, assistiamo a qualcosa che abbiamo sempre sognato: Susanna si rivolge direttamente a Figaro, e gli copre la fronte di fiori. Olga Kulchynska canta "Deh vieni, non tardar" con un'intensità dolce e dolorosa che tocca il cuore in sala. Così, quando alla fine si riconoscono, la loro riconciliazione ha ugualmente un'intensità che va ben al di là della performance artistica. Questa intensità agrodolce si protrae fino al finale, quando da questa porta escono, in fila indiana, Cherubino, Barbarina, Marcellina, e e infine Susanna, nelle vesti della Contessa, quando il Conte rifiuta il perdono che deve poi implorare lui stesso e quando finalmente la folle giornata si conclude con un invito alla festa.

Una serata mozartiana, insomma, come se ne vorrebbero più spesso, fra risa ed emozioni, una serata d'opera come si deve, dove tutto ha senso e da cui si esce emozionati e arricchiti: barvi e grazie!


Entre rire et émotions, entre rêve et théâtre

 par Suzanne Daumann

Le nozze di Figaro à la Bayerische Staatsoper nous donne soirée Mozartienne comme on la voudrait plus souvent, entre rires et émotions, une soirée d’opéra comme il faut, où tout se tient et d’où l’on sort ému et enrichi.

Munich le 17 juillet 2018 - Certaines pièces, écrites il y a deux siècles ou plus, ont accompagné leur public au fil des années, si bien que la dimension contemporaine et le contexte politique se sont élimés peu à peu, et nous contemplons aujourd’hui des hommes et des femmes, leurs émotions et relations plutôt que l’air de leur temps.

Dans la nouvelle production du Staatsoper de Munich, Christof Loy utilise une scénographie sobre et onirique pour souligner les aspects intemporels de l’œuvre et se concentre sur la vie interieur des personnages. Le résultat est d’autant plus convaincant que le chef d’orchestre Constantinos Carydis travaille avec le même sens du dépouillement. Une certaine âpreté contredit parfois la grâce mozartienne, tout en faisant ressortir la profondeur des sentiments des personnages. Au début, on est un peu angoissé par la vitesse effrénée avec laquelle il chasse Figaro et Susanna à travers les premiers duos, alors que les récitatifs se développent avec une lenteur tout aussi exagérée. Fort heureusement, ce déséquilibre ne dure pas longtemps: à partir du premier air de Cherubino la joie s’installe sur le plateau et dans le public, et l’on redécouvre un des opéras les mieux connus, maintes fois vu et entendu , comme si c’était pour la première fois. Une excellente distribution qui, guidé par un metteur en scène motivé, au service de l’œuvre plutôt que de son ego, comprend le sens de chaque geste et agit en connaissance de cause - une joie en soi.

Alex Esposito au baryton chaleureux campe un Figaro nuancé, crédible et humain. Il arrive sur scène sortant d’un théâtre de marionnettes, où Susanna et lui-même jouent la première scène de l’opéra, comme on sort d’un rêve matinal qui nous joue la journée à venir, pour se trouver face à son public et se couvre les yeux, épouvanté. Il porte un complet gris, intemporel comme tous les costumes des personnages - seul Cherubino arrive d’abord en costume de page exagérément baroque et ensuite en uniforme couleur moutarde vaguement nazi par les bottes. C’est Solenn’ Lavanant-Linke qui interprète Cherubino avec un charme androgyne de tous les diables et une voix d’ange. Ce charme androgyne est accentué par les lunettes de soleil que Susanna lui met à la fin de la scène de déguisement. „Venite inocchiatevi“ est chanté avec grâce et espièglerie par la voix douce et légère d’Olga Kulchynska. Sa Susanna est un peu rebelle face à Marcellina, un peu dépassée par le Comte Almaviva, et pleine d’amour face à Figaro. Majestueuse par la voix et par son port, profonde et profondément amoureuse de son mari, telle est la Comtesse d’Almaviva, interprétée par Federica Lombardi. Douée d’une voix chaleureuse, généreuse, ample, elle surprend par la maturité de son interprétation - Internet nous apprend qu’elle n’a pas trente ans. Markus Eiche remplace ce soir Christian Gerhaher dans le rôle du Comte, en l’on n’a rien perdu au change. Lui aussi saisit tous les aspects de son personnage, entre désir et surprise, rage et stupéfaction, et les exprime avec une voix puissante et grave. Toutes les voix sont merveilleuses ce soir et la direction d’orchestre leur fait amplement justice. L’orchestre est d’une discrétion exemplaire, beaucoup d’interventions des trois claviers choisis par Carydis donnent un caractère d’intimité à certains moments. Saluons aussi Chad Kelly au fortepiano et Andreas Skouras au clavecin et à l’orgue, qui contribuent grandement au succès de la soirée.

Les décors de Johannes Leiacker sont sobres et d’une simplicité trompeuse: une scène de théâtre en arrière-plan de biais, avec rideau ou décor de paysage baroque, et en avant-plan une scène avec quelques éléments de jeu, et un jeu de portes, symbole onirique par excellence. Ces portes deviennent plus grandes d’un acte à l’autre jusqu’à ce que, à l’acte IV, une porte énorme constitue le seul décor. Si la production est belle à voir, pleine de fougue et amusante, c’est à l’acte IV qu’elle prend tout son sens. Depuis le début, nous sommes face à des ruptures, des déchirures dans le tissu de nos habitudes. Maintenant, nous voyons nos habitudes profondément bousculées: après l’air de Barbarina - adorable et cristalline, Anna El-Khashem - Marcellina chante non pas „Il capro e la capretta“, mais „Abendempfindung an Laura“, KV 523. Anne-Sofie von Otter interprète Marcellina avec la juste mesure de ridicule, dignité et émotion. Lorsqu’elle s’adresse à son fils avec ce lied merveilleux et sa voix d’or, évoquant sa mortalité, nous sommes face à l’humanité, sans artifice. Tout aussi honnête, dans un autre registre, l’air de Basilio, l’éloge à la stupidité. Le jeune ténor Manuel Günther le chante avec fougue et agilité. Figaro, qui depuis le début doute de plus en plus de Susanna, s’écroule après son air „Aprite un po’ quegli occhi“, convaincu qu’elle le trompe avec le Comte. Et maintenant, nous assistons à quelque chose dont nous avons toujours rêvé: Susanna s’adresse directement à Figaro, et lui couvre le front de fleurs. Olga Kulchynska chante „Deh vieni, non tardar“ avec une intensité douce et douloureuse qui touche tous les cœurs dans la salle. Ainsi, lorsqu’ils se reconnaissent enfin, leur réconciliation a également une intensité qui va bien au-delà de la performance artistique. Cette intensité douce-amère se poursuit jusqu’au final, quand sortent, par la porte géante et à la queue-leu-leu, Cherubino, Barbarina, Marcellina, et finalement Susanna, dans les habits de le Comtesse, quand le Comte refuse le pardon qu’il doit ensuite implorer lui-même, et quand finalement se termine la folle journée dans une invitation à la fête.

Une soirée Mozartienne, somme toute, comme on la voudrait plus souvent, entre rires et émotions, une soirée d’opéra comme il faut, où tout se tient et d’où l’on sort ému et enrichi: bravi e grazie tutti!


Between Laughter and Emotion, between Dream and Theater

by Suzanne Daumann

Le nozze di Figaro at the Bayerische Staatsoper: a Mozartean evening as we would like to see them more often, between laughter and emotion, an opera evening as it should be, when everything comes together, and that we leave, moved and enriched.

Munich on July 18, 2018 - Some pieces, written two centuries ago or more, have reached us through the passing time - and their contemporary dimension and their political contexts have shrunk little by little. Today, we merely contemplate women and men, their emotions and relationships.

In the new production of Munich Staatsoper, stage director Christof Loy underlines the work’s timeless aspects with a sober, dreamlike set and he concentrates on the characters’ inner lives.

The result is all the more convincing as conductor Constantino Carydis works with the same lack of ornamentation. A certain asperity counterpoints the utter grace of Mozart’s music, while underscoring the depth of the characters’ emotions.

At the very beginning, we watch with anguish as he chases Susanna and Figaro through their first duets whereas the recitatives develop with a deliberateness that is just as exaggerated. Fortunately things soon become more balanced: from Cherubino’s first aria on, there is utter joy on stage and in the stalls, and we rediscover one of our most beloved operas, heard and seen time and again, as if it were for the first time. A wonderful cast that, guided by a stage director devoted to the work and not his own ego, know what they’re about with each stage movement - this is joy in itself.

Alex Esposito with his warm baritone is a credible, human and nuanced Figaro. He arrives on stage tumbling out of a puppet theater, where Susanna and himself play out the first scene of the opera, the way we stumble out of a morning dream that foretells the day to come; he finds himself facing the public and covers his eyes, terrified. He wears a grey street suit, timeless like all the costumes that subtly illustrate the characters’s personalities. Klaus Bruns is responsible for this other element of a coherent production. Cherubino arrives at first in a page’s costume that is exaggeratedly baroque, later he wears a mustard-colored uniform with vaguely Nazi boots. Solenn’ Lavanant-Linke interprets him with devilish androgynous charm and the voice of an angel. This androgynous charm is accentuated by the sunglasses that Susanna puts on him at the end of the disguisement scene. „Venite inocchiatevi“ is sung sweetly and mischievously by Olga Kulchynska with her light and sweet voice. Her Susanna is something of a rebel opposite Marcellina, a bit lost opposite the Count and full of love opposite Figaro. Majestic of voice and deportment, deep and deeply in love with her husband, such is the Countess of Almaviva, interpreted by Federica Lombardi. Gifted with a warm, ample and generous voice, she surprises by the maturity of her interpretation - Internet tells us that she is not even thirty years old. Markus Eiche replaces Christian Gerhaher tonight and we’re nothing the worse for the exchange. With his powerful deep voice, he underscores all the aspects of his character, between desire and surprise, rage and stupefaction. All of the voices are wonderful tonight and the conductor does them ample justice. The orchestra is mostly of exemplary delicacy, punctuated by lovely solos. Interventions by the three keyboards used by Carydis lend an air of intimacy at chosen moments. Chad Kelly at the Hammerklavier and Andreas Skouras at the harpsichord and organ deserve extra praise for their contribution to the evening’s joys.

Johannes Leiacker’s sets are sober and deceptively simple: a theater scene, oblique in the background, with curtains and a baroque landscape decoration, and in the foreground a few chairs, some props, suitcase, shoes… - a set of doors, dream symbol par excellence. These doors will grow from one act to the next, until in Act IV, an enormous door is the only stage element, along with an armchair.

The production is a pleasure to the eye, full of fun and fougue, but it’s in Act IV that everything falls into place. From the start, we have been facing ruptures, rips in the fabric of our habits. Now, we see our habits deeply upset: after Barbarina’s aria - adorable and cristalline, Anna El-Khashem - Marcellina does not sing „Il capro e la capretta“, but „Abendempfindung an Laura“ KV 523. Anne-Sofie von Otter interprets Marcellina with just the right measure of ridicule, dignity and emotion. When she adresses her son with this wonderful lied and her golden voice, evoking her mortality, we are face to face with humanity’s deepest feelings, without artifice or make-up. Just as honest, in another register, is Basilio’s aria, that celebrates stupidity. Young tenor Manuel Günther sings it with gusto and agility. Figaro, who has come to doubt Susanna’s fidelity increasingly, breaks down after his air „Aprite un po’ quegli occhi“, convinced she’s finally given in to the Count. And now we see something that we have always dreamt of: Susanna speaks directly to Figaro and covers his forehead with roses. Olga Kulchynska sings „Deh vieni, non tardar“ with sweet and painful intensity, touching all the hearts in the house. When Figaro and Susanna finally recognize each other, their reconciliation has that same intensity that goes way beyond artistic performance, and this bitter-sweet intensity will last until the final, when out of the giant door they come one after the other: Cherubino, Barbarina, Marcellina and Susanna dressed as the Countess, when the Count refuses the forgiveness that he will be granted himself so lovingly, and when finally the crazy day ends in an invitation to party.

A Mozartean evening, all in all, as we would like to see them more often, between laughter and emotion, an opera evening as it should be, when everything comes together, and that we leave, moved and enriched: bravi e grazie tutti!


 

 

 
 
 

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