La tabella seguente mostra il computo del 25% legato al miglioramento di “gestione”, calcolato analiticamente sulla base dei bilanci 2012 (dove non si può non rilevare l’inclusione nel computo dei contributi in conto capitale, cosa che avvantaggia solamente la Scala, unica a prenderli a mo’ di ripiano dei disavanzi in conto esercizio).
Computando anche gli aspetti quantitativi (valutati sul 2010, l’anno più recente di cui si ha un computo complessivo dei punteggi da borderò, giacché per l’anno 2012 il computo non è stato dichiarato esplicitamente) si ottengono le seguenti tre classifiche di teatri, una per ogni elemento di attribuzione.
Il fanalino di coda nella quantità per l’Arena di Verona è determinato dal fatto che l’art. 2 comma 2 del DM 3 febbraio 2014 prevede (in perfetta continuità con il DM 2007) una riduzione di punteggio del 40%, mentre il suo secondo posto nella classifica di gestione è determinato dall’assenza di correttivi per la specificità del numero di spettatori all’aperto, ma sono aspetti di dettaglio che in sostanza si bilanciano.
La ripartizione del 5% alle fondazioni con gli ultimi tre esercizi in attivo si traduce in un premio a Roma, Napoli e Verona, sol perché abbiamo osservato il triennio 2010-2012, ma certamente Roma è andata molto in perdita nel 2013 (e in ogni caso la legge è poco accorta nel non escludere chi consegue pareggi di bilancio con proventi e oneri straordinari, giacché sarebbe stato più opportuno legare il 5% al margine operativo lordo), per cui la nostra simulazione virtuale fatta sul 2012 avrà certamente delle differenze con la prima ripartizione effettuata secondo i nuovi criteri. La tabella seguente mostra il confronto (con le differenze) tra vecchia e nuova ripartizione.