In sostanza è come se la Commissione consultiva avesse dato i voti ai teatri secondo l’ordine della seguente tabella a sinistra (dal più bravo al più scarso) mentre la tabella a destra riporta la nostra classifica, il lettore giudichi da sé.
Che La Fenice e il Regio di Torino, nella prima metà della nostra classifica, siano finiti al fondo della seconda metà della classifica ministeriale è cosa che, oltre a suscitare la riprovazione di firme autorevoli (Cappelletto ed altri), deve indurre a qualche riflessione. La prima riguarda la composizione della Commissione, varata con DM 23 luglio 2014 dal Ministro Franceschini senza numi sulla procedura di evidenza pubblica necessaria (in quanto prevista all’art. 2 comma 5 del DM 10 febbraio 2014), costituita dal Direttore Generale Nastasi (in virtù dell’art. 10 comma 2 del citato DM) nonché dai prescelti Valerio Toniolo (nome di peso della Roma papalina, già amministratore della srl “I borghi”, ristrutturatrice e concessionaria dell’Auditorium di Via della Conciliazione, finita in un’inchiesta de La Repubblica per via di contratti onerosi a carico della Regione Lazio per l’uso dell’Auditorium stesso), Silvia Colasanti (compositrice, debuttante nel teatro d’opera con La metamorfosi commissionatagli dal MMF nel 2012 con spese - senza contare quelle dei complessi fissi - di produzione e allestimento pari a 272˙088,79 € e incasso al botteghino di 19˙626,45 per quattro recite al Goldoni, e altre cinque riprese nel 2014, quindi commissaria qui chiamata anche ad autovalutare la propria “qualità”), Angelo Licalsi (docente dell’istituto musicale pareggiato di Caltanissetta, famoso per la sua formidabile conoscenza mnemonica dell’intero corpus di solfeggi di Letterio Ciriaco) e due rappresentanti della Conferenza Stato-Regioni e Stato-Autonomie Locali (Antonio Princigalli e Filippo Bianchi con curricula ferrati rispettivamente sul versante musicale pop e jazz, entrambi però qui chiamati a valutare opera e musica sinfonica).