L’altra considerazione riguarda le modalità di formulazione del giudizio della Commissione Consultiva, sostanzialmente secretate e in alcun modo ripercorribili; infatti né il decreto sui criteri (dove sono precisati i singoli elementi di valutazione) né il decreto di ripartizione esplicitano il procedimento per l’effettuazione operativa delle comparazioni. A tal proposito, nella nostra simulazione ci eravamo premurati di adottare il metodo aggregativo compensatore su matrici di confronto per coppie, “coattivamente” introdotto dalla vigente legislazione sugli appalti, volto a razionalizzare il procedimento di confronto, al fine di circoscrivere il margine di discrezionalità proprio delle valutazioni non quantitative, cosicché da poter essere in grado di formulare il giudizio di ogni singolo componente della commissione e rendere ripercorribile la sua traduzione in un punteggio medio finale. Nulla di questo si ritrova nel Decreto del Direttore Generale dello Spettacolo dal Vivo, con tutte le iniziali rigorosamente maiuscole, come si conviene alle cose grosse ministeriali.
Vediamo l’esito della prima ripartizione ufficiale, a monte della quale si assegna il 5% del totale in parti uguali tra le fondazioni in “Pareggio di bilancio” negli ultimi tre anni, secondo il comma 20bis dell’art. 11 del D.Lvo n. 91; si segnala che questa quota di 1˙334˙752 € è assegnata anche al Teatro alla Scala che nel bilancio presenta soltanto lo stato patrimoniale in pareggio, con un conto economico in perdita ogni anno per svariati milioni di euro.
La ripartizione non è ancora quella definitiva, perché si deve applicare il meccanismo perequativo tra chi ha preso troppo in più rispetto all’anno precedente e chi ha preso troppo in meno.