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Si chiude il Ring al Massimo
Il Crepuscolo degli dei con la regia di Vick apre il 28 gennaio la stagione del Massimo
Si conclude così il monumentale Ring di Wagner interamente prodotto dal Teatro
Trecento posti riservati ai giovani per la prima dell’opera, quaranta critici da tutto il mondo
Diretta in streaming e su Radiotre, presente anche l’associazione wagneriana da Dusseldorf
PALERMO. È la fine di tutto. La fine degli uomini, degli eroi, degli dèi, degli ideali di amore, di libertà, di purezza. Un’opera colossale, la Götterdämmerung di Richard Wagner, con cui il grande compositore conclude il suo “Ring”, la Tetralogia dedicata al mito nordico dei Nibelunghi. Con quest’opera, riletta dal grande regista anglosassone Graham Vick – uno dei protagonisti della scena teatrale contemporanea - il Teatro Massimo di Palermo apre il prossimo 28 gennaio la sua stagione lirica 2016, chiudendo una grande produzione che si è aperta nel 2013 con la messa in scena delle prime due parti della Tetralogia - Das Rheingold (L’Oro del Reno) e Die Walküre (La Valchiria) – e che è proseguita un mese fa con la terza parte, Siegfried (Sigfrido). Un progetto di vaste dimensioni concepito proprio per la città di Palermo a partire dagli spazi del suo teatro, che ha riscosso un grande successo di pubblico e critica. Sul podio c’è Stefan Anton Reck, che al Massimo è stato direttore musicale dal 1999 al 2003, dopo essere stato dal 1997 al 2000 assistente di Claudio Abbado, e oggi riconosciuto tra i massimi conoscitori della musica di Mahler e della seconda Scuola di Vienna.
Per l’occasione, alla prima dell’opera saranno presenti a Palermo quaranta critici italiani e stranieri oltre che una folta rappresentanza dell’associazione dei wagneriani di Dusseldorf, città che ospiterà in un cinema da quattrocento posti la trasmissione dello spettacolo. L’opera, ripresa da cinque telecamere presenti anche sul palcoscenico, sarà trasmessa in diretta su Radiotre e in streaming sul sito del Teatro. Trecento posti alla prima saranno riservati all’associazione Giovani del Teatro, i quali - con la collaborazione degli ambasciatori del Teatro Massimo – hanno realizzato un video anch’esso sul sito del Teatro in cui la trama della monumentale Tetralogia viene rappresentata attraverso pupazzi. Un modo per rendere lineare e “facile” la lettura di un ciclo complesso. Sulla stessa linea l’iniziativa voluta da Vick nel programma di sala, che si apre – così come già per Siegfried - con un “riassunto” delle due opere precedenti concepito come un fotoromanzo: la trama delle tre opere è ripercorsa attraverso fotografie dove i personaggi “parlano”, proprio come in un fumetto.
Götterdämmerung è l’ultima parte del ciclo composto lungo ben 26 anni (dal 1848 al 1874) ma fu la prima a essere concepita. Wagner partì infatti dall’idea di comporre un dramma musicale dedicato allamorte di Sigfrido, poi rielaborato come Götterdämmerung. Si accorse però che per raccontare la vicenda dell’eroe bisognava risalire alla sua giovinezza (infatti il titolo originario di Siegfried era Der Junge Siegfried, cioè Il giovane Sigfrido) e poi ancora agli antenati e all’origine del mondo. Da qui la scrittura dei libretti dei precedenti tre drammi e, a quel punto, la composizione della musica.
Quasi sei ore di spettacolo, compresi gli intervalli, in cui Wagner conclude il suo Ring distruggendo ogni illusione e lasciandosi alle spalle – scrive Elisabetta Fava nel programma di sala - “non solo il mondo ormai impotente e sconfitto degli dèi, ma anche quella naturaprimigenia, rigogliosa, libera, che costituiva lo scenario del Siegfried e l'habitat del giovane eroe. Caduti gli dèi, cadono ora anche gli eroi, capovolgendo il mito cristiano del Figlio che redime il mondo; qui le colpe dei padri celesti ricadono invece sui loro figli umani e li trascinano verso la catastrofe”. Vick ne fa uno spettacolo contemporaneo “con un finale di nichilismo – racconta il regista – ma non di un nichilismo negativo. La cosa importante è avere la speranza fino alla fine, però la fine è la fine. Anche la creazione e la distruzione sono due parti della stessa cosa”.
Anche questa volta, come nel Siegfried, ci sarà la spazzatura in scena, a rappresentare la decadenza, la corruzione, la degenerazione. La fine di un ciclo. “Dopo il tradimento e la morte di Siegfried – scrive Marco Brighenti nel programma di sala - Brünnhilde comprende come la colpa risieda nella separazione originaria dal tutto e come solo la fine di un ciclo possa portare a una nuova alba: solo ora lei, che per amore aveva rinunciato alla divinità, compie la sua personale rinuncia all'amore ridonando l'anello alle figlie del Reno e ripristinando così l'equilibrio originario”.
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GÖTTERDÄMMERUNG
Il crepuscolo degli dèi
Terza giornata della sagra scenica Der Ring des Nibelungen (L’anello del Nibelungo), in un prologo e tre atti
Musica e libretto Richard Wagner
Direttore Stefan Anton Reck
Regia Graham Vick
Scene e costumi Richard Hudson
Azioni mimiche Ron Howell
Lighting designer Giuseppe Di Iorio
Assistente musicale Friedrich Suckel
Assistenti alla regia Lorenzo Nencini e Yamala-Das Irmici
Scenografo e costumista collaboratore Mauro Tinti
Assistente alle scene Giacomo Campagna
Assistente ai costumi Elena Cicorella
Personaggi e interpreti
Siegfried Christian Voigt
Gunther Eric Greene
Alberich Sergei Leiferkus
Hagen Mats Almgren
Brünnhilde Iréne Theorin
Gutrune Elizabeth Blancke-Biggs
Waltraute Viktoria Vizin
Erste Norn Annette Jahns
Zweite Norn / Wellgunde Christine Knorren
Dritte Norn / Woglinde Stephanie Corley
Flosshilde Renée Tatum
Ein Mann Antonio Barbagallo / Gianfranco Giordano
Ein anderer Mann Carlo Morgante / Luca Polizzi
MIMI
Grane, il cavallo di Brünnhilde Jean Maurice Feist
Il cavallo di Waltraute Giuseppe Randazzo
I corvi di Wotan Giuseppe Claudio Insalaco, Rocco Buttiglieri
Daniela Allotta, Valeria Almerighi, Valentina Apollone, Mirco Arizzi, Rocco Buttiglieri, Innocenzo Cancemi, Marco Canzoneri, Giovanni Caruso, Livia Cintioli, Marzia Coniglio, Giuseppe Conti, Enrico Costanzo, Giulia Cutrona, Gabriella D'Anci, Arianna D'Arpa, Salvatore De Franchis, Salvatore Dolce, Jean Maurice Feist, Diletta Giannola, Rossella Guarneri, Giuseppe Claudio Insalaco, Chiara Leone, Dario Leone, Marco Leone, Sergio Lo Coco, Valentina Lo Duca, Giuseppe Lo Piccolo, Alberto Maggiore, Antonio Mandalà, Oriana Martucci, Cinzia Mazzi, Luigi Salvatore Milazzo, Sergio Modica, Sabrina Pecoraro, Marzia Pellegrino, Ennio Pontorno, Giovanni Prospero, Giuseppe Randazzo, Angela Ribaudo, Sara Scarponi, Marcella Vaccarino
Orchestra e Coro del Teatro Massimo
Maestro del Coro Piero Monti
Nuovo allestimento del Teatro Massimo
Scene e costumi Fondazione Teatro Massimo – Pellicce Il Costume (Roma) e Slow Costume (Roma) – Attrezzeria Fondazione Teatro Massimo – Lampadari Rancati (Milano) – Parrucche Audello (Torino) – Calzature Fondazione Teatro Massimo e C.T. C. Casa d’Arte Fiore (Milano)
Durata dello spettacolo: 5 ore e 20 minuti con due intervalli
28, 31 gennaio, 2, 4 febbraio 2016
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Stefan Anton Reck
Ha studiato pianoforte, filosofia e storia dell’arte alla Hochschule für Musik e all’Università di Friburgo. Trasferitosi a Berlino prosegue i suoi studi laureandosi presso la Hochschule der Künste nel 1986. Nel 1985 vince in Italia il primo Concorso Internazionale di Direzione d’Orchestra “Arturo Toscanini” e in seguito il Primo Premio al Concorso Internazionale “Gino Marinuzzi”. Nel 1987 e nel 1990 riceve una borsa di studio dal Tanglewood Music Festival per seguire i corsi di Seiji Ozawa e Leonard Bernstein; dal 1997 al 2000 è stato l’assistente di Claudio Abbado, iniziando la collaborazione con Wozzeck al Festival di Salisburgo.
Dal 1999 al 2003 è Direttore musicale al Teatro Massimo di Palermo. Nel gennaio 2001 inaugura la stagione del Teatro Massimo di Palermo con una nuova produzione di Lulu di Berg. Sempre a Palermo dirige Moses und Aron di Arnold Schönberg e il concerto La memoria dell’offesa con musiche di Ullmann e Schönberg e con Harvey Keitel come narratore.
Numerosi i concerti con Orchestre National de France, Orchestre National de Montpellier, Orchestre Philharmonique de Strasbourg, Tokyo Philharmonic Orchestra, Tokyo Symphony Orchestra, Orchestra Nazionale della RAI di Torino, Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, etc.; e numerose le opere, con significativi titoli del repertorio romantico e del Novecento, dirette all’Opera di Lipsia, alla Semperoper di Dresda, alla Bayerische Staatsoper di Monaco, alla Los Angeles Opera, alla Staatsoper di Amburgo, al New National Theatre Tokyo, al Teatro San Carlo di Napoli, al Teatro Comunale di Bologna, al Maggio Musicale Fiorentino.
Grande successo hanno ottenuto i suoi più recenti impegni in Italia: L’olandese volante firmato da Yannis Kokkos al Teatro Comunale di Bologna e al Teatro San Carlo di Napoli, Eine florentinische Tragödie e Gianni Schicchi al Teatro Regio di Torino.
È riconosciuto a livello internazionale come profondo conoscitore della musica di Mahler e della seconda Scuola di Vienna. Recentemente ha deciso di affiancare all’attività direttoriale quella espositiva: nel 2014 il Palazzo delle Arti di Napoli ha allestito una sua mostra: “Pittura. Suono, Gesto, Segno”, a cura di Francesco Gallo e Marcello Palminteri, con contributi di Pierre Boulez e Alan Gilbert.
Graham Vick
È direttore artistico della Birmingham Opera Company e lavora nei più importanti teatri d’opera con i maggiori direttori d’orchestra, tra i quali Muti, Levine, Haitink, Gergiev, Runnicles, Ozawa e Mehta.
È stato direttore di produzione alla Scottish Opera (1984-1987) e al Festival di Glyndebourne (1994-2000). Tra i numerosi riconoscimenti ottenuti, gli è stato attribuito sei volte il Premio Abbiati dall’Associazione Nazionale Critici Musicali, e ha ricevuto il South Bank Show Award per l’opera nel 1999 e nel 2002. È Chevalier de L’Ordre des Arts et des Lettres, Honorary Professor of Music alla University of Birmingham ed è attualmente Visiting Professor di Opera Studies alla Oxford University.
Le sue produzioni wagneriane comprendono Die Meistersinger von Nürnberg a Londra, Parsifal a Parigi, Tristan und Isolde a Berlino e il Ring des Nibelungen a Lisbona e a Palermo. Tra le opere di Verdi affrontate ricordiamo Macbeth e Otello al Teatro alla Scala di Milano, Falstaff a Londra, Don Carlo a Parigi, Rigoletto a Madrid, Barcellona, Palermo e Firenze. Ha realizzato la regia di Die Zauberflöte per il Festival di Salisburgo, della trilogia Mozart-Da Ponte per il Festival di Glyndebourne e Mitridate a Londra e a La Coruña.
Ha curato la regia delle prime esecuzioni assolute di Outis di Berio al Teatro alla Scala e di Mittwoch aus Licht di Stockhausen a Birmingham. Altri progetti recenti e futuri comprendono Chovanščina di Mussorgsky e The Ice Break di Tippett per la Birmingham Opera Company, L’inganno felice per il Rossini Opera Festival di Pesaro, Le Roi Arthus di Chausson a Parigi, La fanciulla del West al Teatro alla Scala, la prima assoluta di Morgen und Abend di Haas al Covent Garden di Londra, Aufstieg und Fall der Stadt Mahagonny di Weill all’Opera di Roma e Death in Venice di Britten a Berlino.
Nel 2009 gli è stato conferito il titolo di Commander of the Order of the British Empire.
Richard Hudson
Nato nello Zimbabwe, si è formato alla Wimbledon School of Art. Ha disegnato scene e costumi per il Festival di Glyndebourne, il Covent Garden, la Metropolitan Opera di New York, il Teatro alla Scala, il Maggio Musicale Fiorentino, l’English National Opera, la Scottish Opera, la Kent Opera, Opera North, la Wiener Staatsoper, tra gli altri. Ha lavorato inoltre per l’Aldeburgh Festival, il Royal Ballet, la Royal Shakespeare Company, il National Theatre, la Royal Court, l’Almeida e il Young Vic. Nel 1988 ha vinto l’Olivier Award per gli spettacoli all’Old Vic, e per The Lion King ha ricevuto un Tony Award nel 1998. È Royal Designer for Industry (RDI). Nel 2003 ha vinto la medaglia d’oro della Quadrenniale di Praga per le scene, e nel 2005 gli è stata conferita la laurea honoris causa dall’Università del Surrey. Tra gli spettacoli più recenti ricordiamo The Nutcracker (American Ballet Theatre), Romeo and Juliet (National Ballet of Canada), Le Coq d’or e La Bayadère (Royal Danish Ballet), Das Rhinegold e Die Walküre (Teatro Massimo di Palermo), Versailles (Donmar Warehouse), Yumé (Opéra di Reims),Peter Grimes (Opéra di Lione), La traviata (Grange Park), The Sleeping Beauty (American Ballet Theatre alla Metropolitan Opera di New York e alla Scala) e Morgen und Abend (Royal Opera House).
Ron Howell
Laureatosi alla London School of Contemporary Dance, è membro fondatore della Arc Dance Company. Con la compagnia da lui fondata, The Dance Collective, si dedica a sviluppare il proprio lavoro come coreografo focalizzando sul teatro e sulla danza moderna astratta.
Nel corso di più di vent’anni ha lavorato per i più importanti teatri d’opera, incluso il Teatro alla Scala di Milano, il Metropolitan Opera di New York, la Royal Opera House Covent Garden di Londra, il Teatro Mariinsky di San Pietroburgo, la Lyric Opera di Chicago. Nel 2007 ha lavorato con Placido Domingo al Teatro Real di Madrid per Tamerlano di Händel, produzione che nel 2010 è stata ripresa alla Royal Opera House Covent Garden. Ha lavorato con i più affermati registi, tra i quali Francesca Zambello, Peter Stein, Keith Warner e Graham Vick, con il quale collabora da più di diciotto anni. Tra i direttori con i quali ha collaborato ricordiamo Sir Bernard Haitink, Valery Gergiev, James Levine, Riccardo Muti e Vladimir Jurowski. È Associate Director e Movement Director & Choregrapher presso la Birmingham Opera Company, dopo essere stato Associate Director al Festival di Glyndebourne e alla Royal Opera House Covent Garden.
Giuseppe Di Iorio
Formatosi alla Guildhall School of Music & Drama di Londra, dal 1992 è impegnato nell’opera, nella danza e nel teatro di prosa, affrontando un ampio repertorio che va dal barocco all’età contemporanea. Altrettanto ampia è la lista dei teatri dove ha svolto il suo lavoro che, oltre a comprendere tutti i principali palcoscenici inglesi – fra cui la Birmingham Opera Company, per la quale ha illuminato spettacoli in spazi non convenzionali – annovera anche il Teatro Mariinsky di San Pietroburgo, i teatri di Göteborg e Malmö, il Festival di Salisburgo, il Teatro Regio di Torino, l’Opera di Roma, il Teatro Massimo di Palermo. Dedica parte della sua carriera anche alla realizzazione di scenografie, soprattutto per opere liriche.
Christian Voigt
Ha studiato all’Università Hanns Eisler a Berlino, sua città natale, con Heinz Reeh e Dietrich Fischer-Dieskau. Nel 1995 ha vinto il VI Concorso Internazionale Mozartiano di Salisburgo. Ha seguito master class di Peter Schreier, Josef Protschka, Kurt Equiluz, Wolfram Rieger e René Kollo. La sua carriera è iniziata nel 1997 alla Schubertiade di Feldkirch, dove torna regolarmente.
Dal 2008 fa parte del Teatro di Friburgo, dove ha cantato con grande successo Siegmund in Die Walküre e Siegfried in Siegfried e in Götterdämmerung, ruolo quest’ultimo che ha cantato anche in occasione del suo debutto nel 2011 all’Opéra Bastille sotto la direzione di Philippe Jordan. Per il ruolo di Siegfried in Götterdämmerung la rivista Opernwelt lo ha nominato giovane cantante dell’anno 2009/10.
Si è esibito tra gli altri all’Opera di Francoforte (Schwanengesang di Schubert in una versione scenica), al Festival di Bregenz (Der Freischütz), al Teatro Verdi di Trieste, all’Opera di Stato di Praga (Der fliegende Holländer) e al Teatro antico di Aspendos. Ha inoltre in repertorio La vida breve di Manuel de Falla, Salome di Strauss, Oberon, Tosca, Fidelio e Jenůfa.
Ha lavorato tra gli altri con direttori quali Nikolaus Harnoncourt, Philippe Herreweghe, Adam Fischer, Gerd Albrecht, Constantin Trinks e con registi quali Calixto Bieto, Udo Samel, Frank Hilbrich, Hans-Peter Lehmann.
Nel 2013 ha debuttato in Lohengrin e Parsifal a Friburgo e in Tristan und Isolde a Oldenburg. Tra gli impegni recenti e futuri ricordiamo Siegfried a Pechino nel 2014, Lohengrin a Rennes nel 2015 e Siegfried a Lipsia nel 2016.
Eric Greene
I suoi impegni recenti e futuri includono Aufstieg und Fall der Stadt Mahagonny (Sparbüchsen Billy) al Teatro dell’Opera di Roma, Dido and Aeneas (Aeneas) alla Birmingham Opera Company e Porgy and Bess (Crown) alla Sydney Symphony e allo Spoleto Festival USA. Tra i ruoli interpretati recentemente, ricordiamo inoltre il ruolo protagonistico di Janitor nella prima assoluta di Between Worlds di Tansy Davies all’English National Opera, Donner in Das Rheingold al Teatro Massimo di Palermo, Escamillo in Carmen alla Portland Opera, Crown in Porgy and Bess alla Lyric Opera di Chicago e all’Atlanta Opera, Queequeg in Moby Dick alla Washington National Opera, Ivan Chovanskij in Chovanščina e Segismund in Life is a Dream di Jonathan Dove (prima assoluta) alla Birmingham Opera, Billy Bigelow in Carosel e Gunther in Götterdämmerung per Opera North, Melot in Tristan und Isolde al Festival Casals, Amonasro in Aida all’Opera di Memphis e Germont in La traviata al Pine Mountain Festival. Tra i teatri e le sale da concerto nei quali ha cantato ci sono inoltre l’Opéra Comique di Parigi, il Granada International Festival, il Grand Théâtre du Luxembourg, il Teatro Nacional de São Carlos di Lisbona, la San Francisco Opera, l’Opera Company of Philadelphia, la Santa Fe Symphony e la Los Angeles Opera.
Ha vinto la Leontyne Price Vocal Competition del Maryland, e gli è stata attribuita la borsa di studio della Gluck Foundation.
Sergei Leiferkus
Cantante tra i più noti, si è esibito alla Royal Opera House Covent Garden, alla Staatsoper di Vienna, all’Opéra Bastille di Paris, al Teatro alla Scala di Milano, alla Deutsche Oper di Berlin, alla San Francisco Opera e alla Metropolitan Opera e ai festival di Edimburgo, Bregenz, Salisburgo e Glyndebourne. Ha cantato con direttori quali Claudio Abbado, Valery Gergiev, Lorin Maazel, James Levine, Bernard Haitink,Vladimir Ashkenazy, Zubin Mehta, Riccardo Muti, Seiji Ozawa, Kent Nagano, Leonard Slatkin, Vladimir Jurowski, Kurt Masur e Sir Georg Solti.
Il suo repertorio include più di cinquanta ruoli. Di recente ha debuttato in La piccola volpe astuta a Glyndebourne, in A Dog’s Heart di Alexander Raskatov (ruolo composto per lui) a Lione e Amsterdam. Altri impegni recenti e futuri includono Guillaume Tell, La piccola volpe astuta e Senza sangue di Peter Eötvös ad Amburgo e la ripresa di A Dog’s Heart all’Opera Nazionale di Amsterdam. In concerto, ha eseguito Boris Godunov con l’Orchestra of the Age of Enlightenment a Londra e a Budapest, Il cavaliere avaro e Rheingold con la London Philharmonic, Francesca da Rimini a Darmstadt, ha partecipato allo Schleswig-Holstein Festival e al Beethoven Festival di Varsavia, e ha cantato con la Philadelphia Orchestra, la MDR Sinfonie-Orchestra a Lipsia e Dresda e con la Münchener Kammerorchester. Tra le circa quaranta incisioni discografiche realizzate, l’integrale delle Canzoni di Mussorgsky ha ricevuto il Cannes Classical Award e il Diapason d’Or del 1997.
Mats Almgren
Il basso svedese è dal 1998 tra i solisti dell’Opera di Göteborg, dove ha interpretato tra gli altri Claggart in Billy Budd, Basilio in Ilbarbiere di Siviglia, Re Marke in Tristan and Isolde, Timur in Turandot, Boris Ismailov in Lady Macbeth of Mtsensk, Hunding in DieWalküre, Pimen in Boris Godunov, Gremin in Evgenij Onegin, il Grande Inquisitore in Don Carlos, Sarastro in Die Zauberflöte, Javert in Les Miserables, Ramfis in Aida, Arkel in Pelléas et Mélisande, Padre Guardiano in La Forza del Destino, Gurnemanz in Parsifal e Sparafucile in Rigoletto.
Laureato al Conservatorio di Göteborg, è regolarmente ospite dei principali teatri: ha cantato Sarastro al Teatro di Corte di Drottningholm, Sparafucile alla Norwegian National Opera, Rocco in Fidelio e Daland in Der fliegende Holländer alla Canadian Opera Company, Don Toribio in Love and other Demons al Festival di Glyndebourne, e di recente con grande successo Fafner in Das Rheingold e Siegfried e Hagen in Götterdämmerung per Opera North. Ha preso parte inoltre alle produzioni del Ring per la Scottish Opera (presentato anche al Festival di Edimburgo), per la Canadian Opera Company e per la Gothenburg Symphony Orchestra, dove ha cantato Hunding accanto a Nina Stemme (Sieglinde) e sotto la direzione di Kent Nagano. Sempre con Nina Stemme è stato interprete della prima assoluta di Notorious di Hans Gefor, adattamento operistico del thriller di Hitchcock. Nel 2016 sarà nuovamente Fafner e Hagen nel Ring per Opera North, sotto la direzione di Richard Farnes.
Iréne Theorin
Ospite regolare di tutti i principali teatri d'opera, ha debuttato come Brünnhilde a Copenaghen, ruolo che ha poi ripreso a Colonia, Londra, Pechino, Budapest, Berlino e Dresda. Nel 2005 ha fatto il suo debutto come protagonista di Turandot a Copenaghen, interpretando in seguito il ruolo a Essen, Tokyo, Tel Aviv (con Zubin Mehta), Guangzhou (con Lorin Maazel), Dresda e Londra. Nel 2006 ha cantato Tristan und Isolde al Théâtre de la Monnaie di Bruxelles, a Essen, Rotterdam, Copenaghen, Tokyo e Berlino, ruolo che tra il 2008 e il 2012 ha ripreso al Festival di Bayreuth. Nel 2007 e 2008 ha cantato Elisabetta (Don Carlos), Tosca e Elisabeth (Tannhäuser) a Copenaghen e ha debuttato come Santuzza in Cavalleria rusticana. Nel 2009 ha fatto il suo debutto negli Stati Uniti con Die Walküre e Siegfried al Metropolitan di New York e in Siegfried e Götterdämmerung a Washington. Nel 2010 ha debuttato al Festival di Salisburgo con Elektra diretta da Daniele Gatti. Nella stagione 2012/13 è stata Brünnhilde nel Ring alla Staatsoper di Berlino e alla Scala con la direzione di Daniel Baremboim, al Festival Wagner a Budapest e a Barcellona. Nel corso della stagione 2013/14 ha cantato in Tristan und Isolde a Washington, Elektra in una nuova produzione all'Opéra di Parigi, Turandot alla Bayerische Staatsoper di Monaco in una produzione de La Fura del Baus e al Covent Garden di Londra.
Tra i suoi impegni recenti e futuri:Tristan und Isolde a Vienna, Elektra a Monaco e Dresda,Turandot a Roma e in tournée in Oman, Parsifal a Buenos Aires e Götterdämmerung a Barcellona e Berlino.
Elizabeth Blancke-Biggs
Interprete brillante dei ruoli più esigenti del repertorio per soprano drammatico spinto, di recente ha interpretato Salome a Città del Messico, Macbeth a Montevideo, Nabucco al Grand Théâtre di Ginevra, all’Opéra National de Lorraine di Nancy e al Teatro Nacional di Costa Rica. Ha aperto i Concerti del bicentenario verdiano al Palacio de Bellas Artes di Città del Messico; ha in seguito debuttato in Salome alla Norske Oper nella ripresa della produzione di Stefan Herheim e ha cantato sotto la direzione di Lorin Maazel La fanciulla del West al Castleton International Festival. La sua interpretazione di Tosca con Marcello Giordani alla Metropolitan Opera di New York è stata trasmessa in diretta internazionale. Considerata come una delle migliori giovani cantanti verdiane da Placido Domingo, ha interpretato con lui Fedora di Giordano alla Washington National Opera in serata di gala. Il suo debutto alla Metropolitan Opera di New York è stato come Violetta nella Traviata con la regia di Zeffirelli, sotto la direzione di Marcello Viotti. In Italia ha debuttato come protagonista nell’allestimento curato da Jonathan Miller di Maria Stuarda di Donizetti al Teatro Regio di Torino, direttore Evelino Pidò. Tra i prossimi impegni, Salome con l’Orchesta Nacional e Carlos Miguel Prieto al Palacio de Bellas Artes di Città del Messico e Turandot alla Komische Oper di Berlino (nuovo allestimento di Barrie Kosky) e alla Norske Oper di Oslo.
Viktoria Vizin
Dopo gli studi al Conservatorio Franz Liszt di Szeged, ha vinto il Concorso internazionale di canto “Nicolae Bretan” di Cluj Napoca, Romania, nel 1996. Nel 2001 ha ottenuto il dottorato di ricerca in Romania.
Nel corso delle ultime stagioni ha interpretato Charlotte in Werther (Scottish Opera 2013), il Compositore in Ariadne auf Naxos (Budapest 2013), Phedre in Hypolite et Aricie di Rameau, Dejanira in Hercules di Händel e il Ring wagneriano al Festival di Lucerna (Flosshilde in Das Rheingold e Götterdämmerung, prima Norna in Götterdämmerung e Schwertleite in Die Walküre) sotto la direzione di Jonathan Nott. Nel 2012 ha interpretato la sua centesima Carmen all’Opera di Budapest. Ricordiamo inoltre nel 2013 Judit in Il castello del principe Barbablù di Bartók al Miskolc International Opera Festival e Preziosilla in La forza del destino al Grand Theatre du Luxembourg e nel 2014 il debutto in Danimarca all’Opera di Aarhus come Dulcinée in Don Quichotte di Massenet.
Annette Jahns
Nata a Dresda, è compositrice, attrice, pantomima, jazzista. Da sempre ha posto molta attenzione alla mobilità scenica, alla credibilità dei ruoli, all’impiego e al linguaggio del corpo. Pina Bausch ha trovato in lei la figura ideale per il ruolo di Orfeo in Orfeo e Euridice, produzione portata in tournée a Parigi (Opéra Garnier) e a Genova (Teatro Carlo Felice). Ha fatto parte dell’ensemble di canto della Semperoper di Dresda. Ha partecipato al Ring allestito a Dresda (regia di Willy Decker) e a quello al Théâtre du Châtelet di Parigi (direttore Christoph Eschenbach, regia di Bob Wilson).
In Italia ha cantato presso tutti i maggiori teatri e istituzioni musicali: dalla Rai di Torino all’Opera di Roma (Die Walküre, direttore Sinopoli), al San Carlo di Napoli per Elektra (direttore Gabriele Ferro) e Die Walküre (direttore Tate), al Teatro La Fenice di Venezia per Götterdämmerung nel 2009 (con Tate e Carsen, premio Abbiati 2009) e Rheingold concertante nel 2011. Di recente ha cantato al Ravenna Festival in Sancta Susanna di Hindemith diretta da Riccardo Muti, in Il flauto magico al Teatro Regio di Parma, al San Carlo di Napoli, al Teatro Carlo Felice di Genova e al Teatro Massimo di Palermo e in Die Walküre al Teatro Massimo di Palermo.
Christine Knorren
Ha studiato alla Hochschule für Musik di Amburgo diplomandosi in canto liederistico e oratorio. Ha partecipato ai corsi dell’Opera Studio di Zurigo, alla fine dei quali ha debuttato in Rigoletto, Il Barbiere di Siviglia e in Der Wildschütz di Lortzing. Ha poi cantato nei ruoli di Orfeo (Orfeo ed Euridice), Sesto (La clemenza di Tito), Nicklausse (Les Contes d’Hoffmann) e Octavian (Der Rosenkavalier) ad Aquisgrana.È stata finalista in vari concorsi internazionali e vincitrice del premio Mozart ad Amburgo e del Concorso J. Aragall in Spagna.
Tra le opere interpretate, Fedra di Pizzetti al Festival di Radio France a Montpellier, Penthesilea di Koering, Le Martyre de Saint Sébastien di Debussy al Théâtre des Champs Elysées a Parigi con Daniele Gatti, Lucio Silla di Mozart (Cecilio) a Nizza, Madama Butterfly (Suzuki) a Berna, ObertoConte di San Bonifacio di Verdi (Leonora), Maria di Rohan di Donizetti (Gondi) e Beatrice di Tenda (Agnese) a Berlino, Aida (Amneris) e Don Carlo (Eboli) al Cairo, Anna Bolena (Smeton) a St. Moritz e a Basilea, Luisa Miller (Federica) e Un ballo in maschera (Ulrica). Recentemente ha cantato al Teatro Massimo di Palermo in Das Rheingold, Feuersnot di R. Strauss e Die Zauberflöte.
Stephanie Corley
Ha studiato al Royal Welsh College of Music and Drama e al National Opera Studio grazie alle borse di studio ottenute (Maidment Scholarship del Musicians’ Benevolent Fund, premio Anne Wood/Johanna Peters di Glyndebourne, Chilcott Scholarship, Kathleen Trust, John Wates e Nichol-Young Foundation). Nel 2008 ha ottenuto il Philip & Dorothy Green per giovani artisti e ha continuato gli studi con John Evans. Tra i suoi impegni operistici sono inclusi i ruoli del titolo in La vedova allegra (Opera North) e Madama Butterfly (Mid Wales Opera), Musetta in La Bohème (Nederlandse Reisopera), la Contessa in Le Nozze di Figaro e Donna Elvira in Don Giovanni (Longborough Festival), Mimì in La Boheme (I Maestri), Freia in Das Rheingold al Teatro Massimo di Palermo con Graham Vick, Pamina in Die Zauberflöte e Marzelline in Fidelio per il Festival di Glyndebourne. Gli impegni più recenti comprendono Madama Butterfly per Opera Project a Bristol, Ines de Castro per la Scottish Opera e The Ice Break per la Birmingham Opera Company; in ambito concertistico ha eseguito Requiem di Verdi, War Requiem di Britten, Spirit of England di Elgar e Dona Nobis Pacem di Vaughan Williams.
Renée Tatum
Si sta affermando rapidamente sulle principali scene operistiche degli Stati Uniti: nel corso del’ultima stagione è tornata alla Metropolitan Opera di New York come Seconda dama in Die Zauberflöte diretto da Adam Fischer, ha cantato alla Houston Grand Opera (Die Zauberflöte e Die Walküre), in Giappone come Flora in La traviata, solista nella Sinfonia “Resurrezione” di Mahler e nel Requiem di Mozart, e al Tanglewood Music Festival con la Boston Symphony Orchestra per la Nona Sinfonia di Beethoven.
Gli impegni di questa stagione comprendono Suzuki in Madama Butterfly con la Toledo Opera, Flosshilde e Waltraute in Der Ring des Nibelungen per la Washington National Opera. Nelle prossime stagioni sarà ancora impegnata per la Houston Grand Opera, e debutterà sul palcoscenico del National Taichung Theater e della San Francisco Opera.
Dopo aver partecipato al Lindemann Young Artist Development Program, ha debuttato al Metropolitan di New York come Ines in Il trovatore sotto la direzione di Marco Armiliato, cantando poi in Rusalka, Die Frau ohne Schatten con Vladimir Jurowski, Otello con Semyon Bychkov, Nabucco con Paolo Carignani, Der Ring des Nibelungen con Fabio Luisi, La sposa venduta con James Levine.
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Prologo
Le tre Norne, figlie di Erda, la dea della Terra, filano la corda del destino. Ricordano i giorni del potere di Wotan e predicono la fine degli dèi e l’incendio del Valhalla. Quando la corda improvvisamente si spezza, le Norne spariscono lamentandosi per la fine della loro saggezza.
All’alba Siegfried e Brünnhilde appaiono, provenienti dalla caverna in cima alla montagna. Brünnhilde invita Siegfried ad andarsene in cerca di nuove avventure, ma teme che la dimenticherà. Come pegno di fedeltà, Siegfried le consegna l’anello magico che ha tolto dal tesoro di Fafner. Poi Siegfried cavalca via con lo scudo di Brünnhilde e il suo cavallo, Grane.
Atto I
Nel castello dei Ghibicunghi, Gunther, il loro signore, chiede consiglio al suo fratellastro, Hagen, che gli consiglia di prendere in moglie Brünnhilde: Siegfried può essere convinto a conquistarla a nome di Gunther. Gutrune, la sorella di Gunther, gli offrirà una pozione magica grazie alla quale dimenticherà Brünnhilde e si innamorerà di Gutrune.
Il corno dell’eroe annuncia il suo arrivo. Siegfried beve la pozione e dimentica tutto: accetta di attraversare il fuoco magico per portare Brünnhilde come sposa per Gunther. Siegfried e Gunther si impegnano con il sangue in un patto di fratellanza, poi Siegfried parte in cerca della rupe di Brünnhilde. Hagen rimane a guardia del castello, rallegrandosi perché presto potrà impossessarsi dell’anello magico.
Waltraute, una delle valchirie, si reca da Brünnhilde: le narra che la lancia di Wotan è stata infranta, e che gli dei sono condannati, a meno che Brünnhilde non consegni alle figlie del Reno l’anello magico. Ma Brünnhilde si rifiuta di rinunciare al pegno d’amore di Siegfried, e Waltraute cavalca via abbandonando ogni speranza.
Al tramonto giunge Siegfried, che grazie all’elmo magico trovato nella grotta di Fafner ha assunto le sembianze di Gunther. Egli le toglie con la forza l’anello, mettendolo al proprio dito, e la reclama come sposa a nome di Gunther.
Atto II
Di notte, sulla riva del Reno, Hagen vede in sogno il padre, il nibelungo Alberich. Hagen gli giura che ucciderà Siegfried e riconquisterà l’anello.
All’alba ritorno Siegfried: ha conquistato Brünnhilde per Gunther, e ora il signore del luogo e la sua nuova sposa stanno arrivando su una barca. Hagen fa radunare tutti i vassalli per accogliere il loro arrivo. Quando Gunther conduce Brünnhilde nel castello, lei è stupita di vedervi Siegfried, e indignata quando gli scorge al dito il suo anello. Accusa Siegfried di tradimento, dicendo che lui è il suo vero marito. Siegfried giura sulla lancia di Hagen che le sue accuse sono false, e Brünnhilde a sua volta giura che egli mente, ma Siegfried va via con Gutrune. Brünnhilde vuole vendetta e rivela ad Hagen che Siegfried può essere ucciso da una lancia che lo colpisca alla schiena. Anche Gunther vuole che Siegfried sia punito con la morte.
Atto III
Sulle rive del fiume le tre figlie del Reno piangono il loro tesoro perduto. Quando arriva Siegfried, che ha perso di vista gli altri cacciatori, le fanciulle gli chiedono l’anello, invitandolo a sottrarsi alla maledizione, ma lui ride alle loro richieste. Nuotando via, le ondine predicono la morte di Siegfried e che una donna compirà quanto lui ha ora rifiutato di fare. Quando i cacciatori raggiungono Siegfried, Hagen gli chiede se davvero è in grado di capire il linguaggio degli uccelli. Siegfried racconta tutte le avventure della sua vita, fino all’uccisione di Fafner che gli ha permesso di capire il canto dell’uccellino: poi, grazie a una pozione che Hagen gli porge, ricorda anche l’incontro con Brünnhilde. Fingendosi indignato, Hagen lo colpisce alle spalle con la lancia. Dedicando al ricordo di Brünnhilde i suoi ultimi istanti, Siegfried muore e il suo cadavere è portato via in una solenne processione funebre.
Nel castello dei Ghibicunghi, Gutrune attende il ritorno di Siegfried. Hagen le racconta che Siegfried è stato ucciso da un cinghiale servaggio, ma quando il cadavere è condotto all’interno, Gutrune accusa Gunther di omicidio. Hagen ammette di essere stato lui ad ucciderlo perché aveva giurato il falso, e chiede di avere l’anello che si trova al dito di Siegfried. Gunther si oppone e viene ucciso da Hagne, che poi tenta di prendere l’anello: ma la mano di Siegfried si alza, minacciandolo.
Gutrune muore per il dolore, Brünnhilde ordina che si prepari una magnifica pira funeraria per Siegfried. Prende l’anello, e promettendolo alle fanciulle del Reno dopo che sarà morta, accosta una torcia ardente alla pira e si lancia tra le fiamme in groppa al suo cavallo Grane. Il fiume straripa e le figlie del Reno trascinano Hagen tra le onde annegandolo, poi riprendono l’anello, finalmente purificato dalla maledizione. Le fiamme avvolgono il Valhalla, gli dèi sono consumati dal fuoco.
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Animazioni di luce sulla facciata del Teatro per l’inaugurazione della stagione
Da lunedì a mercoledì grande spettacolo di videomapping ispirato al Crepuscolo
PALERMO. Un grande spettacolo di videomapping sulla facciata del Teatro Massimo per celebrare l’avvio della stagione lirica 2016, che si aprirà giovedì 28 con la Götterdämmerung diretto da Graham Vick, quarta e ultima parte del grande ciclo wagneriano interamente prodotto dal Teatro. Da lunedì 25, a mercoledì 27, il Teatro si anima di luci dalle 19.30 alle 22.30, una narrazione in tre episodi che svilupperà l’eterno tema della lotta tra il bene e il male, con il teatro come maxi-schermo ma soprattutto come protagonista. Una proiezione in 3D, alla quale potrà assistere tutta la città, con le più moderne tecnologie audio e video. La facciata del Teatro Massimo, come per magia, prenderà vita, È un universo in piena espansione quello lampeggiante e coloratissimo del videomapping, capace di fondere conoscenze grafiche e cinematografiche con l’informatica, il design e l’architettura. Il direttore creativo è Luca Pulvirenti, la gestione logistica e tecnica di Sinergie Group.
Il videomapping è una nuova tecnologia basata sulla luce che trasforma e valorizza un luogo, è una nuova frontiera dell’arte e della tecnologia: consiste nel proiettare “immagini” in computer grafica su superfici reali, ottenendo spettacolari effetti di proiezione 3D. Una realtà aumentata dalla tecnologia, ma anche un modo per valorizzare beni artistici e architettonici. L’artista coinvolge attraverso un gioco di luci e suoni il pubblico, che viene completamente assorbito nell’installazione in un processo di “fruizione rapita”. L’effetto sullo spettatore è di meraviglia assoluta e il pubblico si sente parte dell’opera d’arte. Il 2015 è stato proclamato dall’Unesco Anno internazionale della luce e delle tecnologie basate sulla luce.
Leggi tutte le iniziative aspettando la Götterdämmerung
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