Gianni Schicchi
di Giacomo Puccini (1858-1924)
Opera in un atto
Libretto di Giovacchino Forzano
tratto dal Canto XXX dell'Inferno di Dante Alighieri
Prima:
New York, Metropolitan, 14 dicembre 1814
Personaggi:
Gianni Schicchi, 50 anni (Bar); Lauretta, 21 anni (S); Zita, cugina di Buoso, 60 anni (A); Rinuccio, nipote di Zita, 24 anni (T); Gherardo, nipote di Buoso, 40 anni (T); Nella, sua moglie, 34 anni (S); Gherardino, loro figlio, 7 anni (A); Betto di Signa, cognato di Buoso, età indefinibile (B); Simone, cugino di Buoso, 70 anni (B); Marco, suo figlio, 45 anni (Bar); la Ciesca, moglie di Marco, 38 anni (Ms); Maestro Spinelloccio, medico (B); Ser Amantio di Nicolai, notaio (Bar); Pinellino, calzolaio (B); Guccio, tintore (B)
Trama
Firenze, 1299.
Nella propria casa è spirato Buoso Donati, ricco possidente della città. Attorno alla salma sono raccolti i numerosi parenti, in apparenza addolorati, in realtà preoccupati: pare infatti che Buoso abbia lasciato tutti i suoi beni ai frati e, trovato il testamento, questo conferma i timori. Rinuccio, il nipote del defunto – e fidanzato di Lauretta, figlia di Gianni Schicchi - propone alla famiglia di ricorrere ai consigli del futuro suocero, che ritiene uomo astuto e accorto. Zita, detta la Vecchia, protesta all'arrivo di Schicchi, a causa delle sue origini plebee e costui, offeso, se ne andrebbe, se non lo implorasse Lauretta. Assicuratosi dunque che la morte di Buoso non fosse ancora nota, Gianni elabora un piano; manda a chiamare il notaio, si infila nel letto travestito da Buoso e da lì detta il nuovo testamento, destinando i beni più ambiti a se stesso: la casa di Firenze, la mula, i mulini di Signa. Né i parenti, ora furiosi, possono protestare, altrimenti svelerebbero la truffa incorrendo nella giusta punizione, l’amputazione della mano e l’esilio.
Partito il Notaio, Schicchi caccia tutti dalla casa, ormai di sua proprietà; rimangono solo Rinuccio e Lauretta, che pensano felici alle nozze imminenti.
Rivolgendosi al pubblico, Schicchi spiega allora di avere ordito l’inganno a favore dei due innamorati, reclamando, pertanto, l’attenuante alla sua colpa.