L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

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Turandot a Brescia

Puccini apre il Grande

Il titolo pucciniano, Turandot, apre la Stagione Opera e Balletto 2016 del Teatro Grande e continua il percorso dedicato al compositore toscano iniziato nel 2012 con Tosca e proseguito poi con la realizzazione di Madama Butterfly nel 2014 e La bohème nel 2015. La rappresentazione – che ritorna sul palcoscenico del Grande dopo otto anni – è una coproduzione di OperaLombardia (Teatro Grande di Brescia, Teatro Donizetti di Bergamo, Teatro Ponchielli di Cremona, Teatro Fraschini di Pavia e Teatro Sociale di Como) e debutterà venerdì 30 settembre alle ore 20.30 e sarà replicata domenica 2 ottobre alle ore 15.30.

Regia, scene, luci e coreografia sono a cura di Giuseppe Frigeni – con la collaborazione alla regia e alla coreografia di Marina Frigeni – sull’adattamento di quanto da lui realizzato per il Teatro Comunale di Modena nel 2003, mentre i costumi sono di Amélie Haas, con il supporto di Andrea Grazia, assistente costumista. A seguito delle ultime felici collaborazioni, la direzione d’orchestra dei Pomeriggi Musicali viene affidata a Carlo Goldstein che è certamente fra i giovani direttori italiani che più si stanno imponendo, per talento e sensibilità, nel panorama nazionale ed internazionale. Regia e scene portano, come detto, la firma di Giuseppe Frigeni che infonde al capolavoro pucciniano un taglio formale ed elegante, con una particolare attenzione alle relazioni drammaturgiche. In locandina un cast che vede riuniti nomi importanti e giovani emergenti: nel title role si alterneranno la trentenne Teresa Romano – al suo debutto nel ruolo – e Lilla Lee, che già più volte ha interpretato con successo questo personaggio; il ruolo di Calaf sarà affidato al tenore bresciano Rubens Pelizzari, mentre tornano Maria Teresa Leva nel ruolo di Liù e Alessandro Spina nel ruolo di Timur dopo il successo raccolto per la loro interpretazione nella Bohème; le tre maschere Ping Pang e Pong saranno interpretate nell’ordine da Leo An, Saverio Pugliese e Edoardo Milletti. Completano il cast Marco Voleri nel ruolo di Altoum e Omar Kamata nel ruolo di un mandarino.

Il coro di OperaLombardia sarà diretto da Diego Maccagnola, mentre il coro di voci bianche Mousiké - Smim Vida di Cremona canterà sotto la guida di Hector Raul Dominguez. La banda di palcoscenico sarà composta da elementi della Banda Isidorio Capitanio di Brescia.

Le due recite in calendario sono precedute mercoledì 28 settembre alle ore 17.00 dall’anteprima studenti riservata al pubblico delle scuole.

I biglietti per il 30 settembre e il 2 ottobre e per tutta la Stagione Opera e Balletto 2016 sono in vendita alla Biglietteria del Teatro Grande (dal martedì al venerdì 13.30-19.00, sabato 15.30-19.00, domeniche di spettacolo 13.30-15.30).


Note musicali di Carlo Goldstein

L’ULTIMO VIAGGIO DI GIACOMO PUCCINI

Puccini parte per il suo ultimo viaggio verso Bruxelles portando con sé alcuni fogli di appunti su cui spera di riuscire a lavorare. Teme, e forse in parte già sa, che non terminerà quella partitura che nei tre anni precedenti era cresciuta tra le sue mani fino ad assumere proporzioni magniloquenti. Quei pochi fogli, in seguito passati al setaccio da generazioni di studiosi, contengono abbozzi, spunti e soprattutto la speranza che la sua creatura più ambiziosa – Turandot – non debba restare per sempre incompiuta a causa di quelle due orribili parole che i medici hanno tanto esitato a dirgli: carcinoma laringeo.

Immagino la paura con cui Puccini intraprese quell’ultimo viaggio della speranza; lo vedo nelle terribili peripezie della malattia che stringe quegli ultimi fogli di carta da musica, ostinatamente attaccato a Turandot come si è attaccati a ciò che si ama nel momento del pericolo estremo. La Principessa è presente fino alla fine nelle sue lettere: “Sono grave! Ti puoi figurare il mio animo. (…) Che Miserie! Turandot? Mah! Non averla finita, quest’opera, mi addolora. Guarirò? Potrò finirla in tempo?”. L’inquietudine che domina quest’opera fin dall’inizio diventa tutt’uno con l’inquietudine del suo autore che affronta il suo ultimo viaggio senza ritorno; la preoccupazione di non riuscire a far diventare la Principessa una donna innamorata coincide alla fine con la paura di non sopravvivere e di non poter tornare a casa.

Fino a quel punto del terzo atto Puccini era riuscito a superarsi e ne era consapevole: l’ampliamento dell’organico orchestrale aveva arricchito la sua tavolozza espressiva riuscendo a rendere l’elemento orientale e fiabesco senza cedere al folklore; per il popolo, onnipresente e plurale personaggio che amplifica l’aura dei protagonisti, aveva trovato una scrittura corale di inedita varietà che univa l’apoteosi al sussurro fino al parlato; la commistione tra l’elemento tragico e la commedia delle Maschere era venuta naturale e dettava ritmi teatrali perfetti all’intera vicenda: ogni cosa insomma aveva trovato il proprio posto con la spontaneità che solo il talento concede.

Puccini era riuscito nel secondo atto a rendere in modo stupendo la cattiveria della protagonista; con efficace realismo era riuscito a dar voce alla crudeltà senza cadere nel pittoresco. Egli era riuscito laddove molti non lo credevano capace: rappresentare il male! Il poeta del sentimento – e per i suoi detrattori del sentimento facile – aveva creato un sublime mostro in cui la complessità psicologica, il conflitto erotico, l’esasperazione del carattere si mescolavano scolpendo a tutto tondo una figura teatrale autenticamente contemporanea.

Era arrivato ora però al punto temuto fin dal principio: la catarsi risolutiva dell’ultimo duetto. Puccini aveva vessato i suoi librettisti facendolo rifare almeno quattro volte: per la decisiva scena del bacio non sappiamo se egli avrebbe alla fine puntato, come poi fece Alfano, sull’orgoglio ferito della Principessa o invece su una trasformazione interiore, come farà Berio sviluppando qui un episodio sinfonico. Sappiamo che egli voleva, secondo un appunto in quei fogli portati con sé nell’ultimo viaggio, “trovare qui melodia tipica, vaga, insolita”. E ancora, scriveva in una lettera ai librettisti: “Urge commuovere alla fine!... Perciò niente retorica! Il travaso d’amore deve giungere come un bolide luminoso in mezzo al clangore del popolo che estatico lo assorbe attraverso i nervi tesi come corde di violoncelli frementi.” Dicendo “travaso d’amore” aveva senz’altro in mente il secondo atto del Tristano di Wagner e nell’affrontare la scena del bacio immaginiamo avrebbe tenuto presente la complessità emotiva – in cui ribrezzo e attrazione erotica si intrecciano – del mostruoso bacio di Salomè alla testa di Jochanaan, del molto ammirato Strauss.

Egli si ritrovava adesso al momento finale e doveva sbrogliare la matassa con lo strumento che meno aveva amato in passato: un Duetto. Il teatro di Puccini infatti è un teatro di sentimenti individuali e il suo strumento principe è l’Aria; al contrario di Verdi, che concepisce il teatro in termini sociali e dunque fa

crescere i suoi personaggi nel continuo confronto con altri personaggi, il Duetto per Puccini è al massimo un momento distensivo – “Non la sospiri la nostra casetta…” in Tosca – o una sublimazione di Arie precedenti – “O soave fanciulla…” in Bohème. Turandot offriva finalmente a Puccini la sfida di concludere un’opera con un vasto Duetto amoroso – come in Aida - in cui trasfigurazione simbolica e realtà dei sentimenti dovevano tenersi per mano creando un’empatia irresistibile. Una sfida che non sapremo mai come avrebbe vinto.

Puccini puntava ad avere un finale emotivamente complesso, antiretorico; un finale che rendesse credibile la metamorfosi della protagonista mostrandone le contraddizioni e le tortuosità. Un finale sì risolutivo ma che non fosse una vittoria. La morte prematura di Puccini ha fatto in modo che il finale di questo capolavoro sia forse per noi oggi ancora più sofferto di quanto il compositore potesse immaginare. Ogni volta che arrivo alle battute finali di Alfano di questa grande partitura – mentre il coro in tripudio parla di “infinita felicità” – sento la somma di sconfitte che si danno appuntamento tra quelle righe che non riescono a essere entusiasmanti come vorrebbero. Penso a Puccini che muore a Bruxelles e che non torna dal suo ultimo viaggio, penso alla frustrazione di Toscanini che non sa cosa fare con questa incompiuta di un amico morto prematuramente, penso ad Alfano che rimane schiacciato in un paragone impossibile e sento un retrogusto tanto amaro a quell’apoteosi conclusiva da esserne sopraffatto.


Note di regia di Giuseppe Frigeni

TURANDOT TRA TRADIZIONE E RIVISITAZIONE

Nelle opere di Puccini, la bellezza accattivante della musica induce troppo spesso a privilegiarne esclusivamente l’aspetto melodico a scapito dell’armonia, così ricca di scale esatonali, modalismi, politonalità, influenze orientali e certamente non ignara delle avventure avanguardiste dell’inizio del secolo (Debussy, Ravel, Stravinskij, Strauss, Prokofiev…). Ne deriva spesso una lettura scenica discorsiva edulcorata e sentimentale, piuttosto che allusiva ed evocativa. Turandot è una delle opere di repertorio pucciniano più famose e come tale iscritta definitivamente nel patrimonio lirico. In quanto opera di tradizione è esposta a diverse proposte registiche e interpretative che non possono comunque esaurirne le potenzialità. Con Turandot il mio intento è stato quello di dar forma a queste allusioni, a queste pieghe del tessuto armonico.

In questo allestimento di Turandot, ripreso da quello realizzato nel 2003 al Teatro Comunale di Modena, (mio primo lavoro in Italia), ho lavorato in una prima fase esclusivamente sul materiale musicale, per accoglierne delle impressioni visive, spaziali e dinamiche. Impressioni che ho concretizzato poi in spazi austeri, colori scuri, misteriosi, e in dinamiche coreografiche contrastate. Ho cercato di riunire degli elementi scenici e visivi non invadenti, che potessero far risuonare le evocazioni musicali piuttosto che illustrarle: trasparenze ed effetti di controluce, scorrimenti e slittamenti di piani e dimensioni, contrasti dinamici o ritualistiche, atmosfere sospese. Pur tenendo presente la dimensione orientale del contesto ho privilegiato l’astrazione, evitando la ridondanza “esotica” e le “cineserie salottiere”.

Luci, movimenti scenici o coreografici, costumi e posizioni sono elementi essenziali del lavoro scenico che considero interdipendenti delle scelte registiche e drammaturgiche e partecipano in sinergia alla percezione della musica piuttosto che alla sua cosmesi.

Sul piano strettamente drammaturgico il personaggio di Turandot si è rivelato come una figura più complessa e fragile che algida e crudele: è una donna che rivela una personalità umiliata e disperata, dalla frigidità psicotica, traversata da un orgoglio ferito e un bisogno di affetto disinteressato e sincero. Non ho voluto rappresentare Turandot come un mostro di freddezza, una macchina di morte: la crudeltà è contestuale al potere ed è instaurata da un sistema profondamente arcaico e maschilista, sostenuto dal compiacimento quasi erotico dalle masse, pronte a amplificare con esiti paradossalmente contradditori le emozioni più istintive e le reazioni più primarie, tra odio e amore, accuse e perdoni.

Ho cercato di sottolineare con Timur la figura di una saggezza arcaica, di grande nobiltà umana, testimone impotente dell’evoluzione ambiziosa e cinica del figlio. L’altro padre, Altoum rappresenta invece la saggezza istituzionale, impolverata dal peso di una tradizione maschile millenaria e museale, come lo sono i ministri quasi statuari che lo accompagnano.

Liù rappresenta in un certo senso l’alter-ego di Turandot, l’altra possibilità di accedere all’amore, sacrificale e nevrotico. Le due donne sono molto più complementari che nemiche. Entrambe vivono in conflitto con Calaf, con soluzioni diverse e disperate, di estremo sacrificio per Liù o distanza difensiva per Turandot.

Calaf è un uomo divorato dall’ambizione e dal potere, fiero di una virilità conquistatrice e competitiva. La dimensione sentimentale è solo a tratti sfiorata, la fascinazione dell’interdizione e la seduzione ne sono piuttosto il motore, non l’amore. Il desiderio profondo è quello di accedere al potere, di riconquistare un’autorità umiliata. Non è l’eroe che sfida per amore.

Le sue parole nell’aria Non piangere Liù esprimono in filigrana un paternalismo e un’arroganza che mal si adegua alla dichiarazione sincera e umile di Liù.

Il bacio finale (mancato) sarà il segno di un tradimento, che distruggerà con cinico sdegno quel barlume d’illusione risvegliato in Turandot, conducendola ad un altro tipo di morte.

Infine le tre maschere sono figure della derisione tragico-comica, gli intrattenitori divertenti del potere, i giullari servili, sensibili ma fondamentalmente impotenti.


Venerdì 30 settembre ore 20.30 (TURNO A)
Domenica 2 ottobre ore 15.30 (TURNO B)

TURANDOT

Opera in tre atti e cinque quadri

Musica di Giacomo Puccini

Libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni dall’omonima fiaba teatrale di Carlo Gozzi

Personaggi e Interpreti

Turandot Teresa Romano (30 settembre) / Lilla Lee (2 ottobre)
Altoum Marco Voleri
Timur Alessandro Spina
Calaf Rubens Pelizzari
Liù Maria Teresa Leva
Ping Leo An
Pang Saverio Pugliese
Pong Edoardo Milletti
Un Mandarino Omar Kamata

Maestro concertatore e Direttore
Carlo Goldstein
Regia e Scene
Giuseppe Frigeni
Costumi
Amelie Hass
Luci
Guido Levi
Maestro del coro
Diego Maccagnola
Maestro del coro di voci bianche
Hector Raul Dominguez

Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano
Banda di palcoscenico “Isidoro Capitanio” di Brescia
Coro di OperaLombardia
Coro di voci bianche dell’Istituto Monteverdi di Cremona – Progetto Mousikè

ALLESTIMENTO FONDAZIONE DEL TEATRO COMUNALE DI MODENA
Coproduzione Teatri di OperaLombardia
Teatro Grande di Brescia (capofila)
Teatro Donizetti di Bergamo
Teatro Ponchielli di Cremona
Teatro Sociale di Como
Teatro Fraschini di Pavia

TOURNÉE NEI TEATRI DI OPERA LOMBARDIA

BERGAMO, TEATRO DONIZETTI

3 (ORE 20.30) E 5 (ORE 15.30) NOVEMBRE 2016 CREMONA, TEATRO PONCHIELLI

11 (ORE 20.30) E 13 (ORE 15.30) NOVEMBRE 2016 PAVIA, TEATRO FRASCHINI

9 (ORE 20.30) E 11 (ORE 15.30) DICEMBRE 2016 COMO, TEATRO SOCIALE

15 (ORE 20.30) E (ORE 20.30) 17 DICEMBRE 2016

 

COLLABORATORE ALLA REGIA E ALLA COREOGRAFIA . MARINA FRIGENI

ASSISTENTE AI COSTUMI . ANDREA GRAZIA

MAESTRI DI SALA E COLLABORATORI . LUCA CAPOFERRI, ALESSANDRO TREBESCHI

MAESTRO ALLE LUCI E COLLABORATORE . ALBERTO ZANARDI MAESTRO AI SOVRATITOLI . SANDRO ZANON

DIRETTORE DI SCENA . ERMELINDA SUELLA

RESPONSABILE TECNICO . PETER DAMIANI

CAPO MACCHINISTA . SAVERIO MIANITI

MACCHINISTI . ANDREA BECCHETTI, PAOLO FELICETTI, RICCARDO

SCANAROTTI, FEDERICO VISCONTI

CAPO ELETTRICISTA . MATTEO BENZONI

ELETTRICISTI . IGOR ALBINI, LORENZO BUCCI, GIORGIO VAI

CAPO ATTREZZISTA . SIMONA MOSCA

ATTREZZISTA . CLAUDIA SPINA

CAPO SARTA . GIULIA PASETTI

SARTE . LETIZIA BODINI, ANDREINA MOTTIRONI, GABRIELLA RAMPINI, VERONICA SALVINI

RESPONSABILE TRUCCO . MAURIZIO ROVERONI RESPONSABILE PARRUCCO . BARBARA PETROLATI

TRUCCATORI E PARRUCCHIERI . MARIA PAOLA BALANZA TOLEDO, CRISTINA GRIGGIO, CHIARA RAVANELLI

FIGURANTI . PAOLO CALZONI, MICHELE BOTTA

SCENE, ATTREZZERIA E COSTUMI . FONDAZIONE DEL TEATRO COMUNALE DI MODENA

CALZATURE . CALZATURE PEDRAZZOLI MILANO

PARRUCCHE . MARIO AUDELLO, TORINO

ILLUMINOTECNICA . MUSICAL BOX RENT, LUGAGNANO DI SONA (VR)

TRASPORTI . LECCESE, REZZATO (BS)


 

CAST ARTISTICO

 

Giuseppe Frigeni

Ha studiato all’Università di Bergamo e al DAMS di Bologna e in seguito a intrapreso studi di danza contemporanea a Parigi con Françoise e Dominique Dupuy, José Montalvo, Catherine Diverrès e altri coreografi e professori di fama internazionale. Dopo alcune esperienze come danzatore/performer in diverse compagnie Fabrice Dugied Danse, Andy DegGroat Rednotes, Thèatre ImPopulaire,inizia una carriera come assistente ala regia e coreografo frequentando i maggiori teatri d’opera e festivals: il Festival di Salisburgo, l’Opera Nazionale di Parigi, Teatro alla Scala di Milano, il Teatro Châtelet, il Metropolitan New York, l’Houston Grand Opera, la Schaubühne Berlin, La Monnaie Bruxelles, Casa da Mùsica Porto, DNO Amsterdam. Ha collaborato in qualità di coreografo con Patrice Chereau, Peter Stein, Luca Ronconi e Klaus M.Grüber. Per molti anni ha lavorato in collaborazione con Robert Wilson, prima come assistente e in seguito come co-regista, per molte produzioni ed eventi artistici tra i quali: Il Flauto Magico, Madama Butterfly, Pelléas et Mélisande, Alceste, Orfeo et Eurydice, Frau Ohne Schatten e più recentemente la Trilogia Monteverdi coprodotta dall’Opera di Parigi e il Teatro alla Scala. Dal 1998 crea le proprie regie, scene e luci per produzioni d’opera: Macbeth, Lohengrin, Fidelio, Le Fou, Der Jasager, Wet Snow, I’m Her Mouth, Turandot Partenope, La Traviata, Saint Francois D’assise (con installazione di Kabakov), Passion, An Enlightened Disciple of Darkness. Nel 2015 ha diretto Tristan et Isolde per l’Opéra di Bordeaux.

 

Carlo Goldstein

Carlo Goldstein è tra i giovani direttori d’orchestra emergenti del panorama internazionale. Dopo la vittoria del primo premio all’International Conducting Competition di Graz nel 2009, ha iniziato un’intensa attività in Italia e all’estero. Nel 2016 dirige La Bohèmenei teatri di Reggio Emilia, Como e Pavia, una nuova produzione di Ballo in Maschera all’ Art Center di Seoul. Ha diretto in Israele la Raanana Symphonette Orchestra in un programma con musiche di Šostakovič, Beethoven e una prima esecuzione di Oded Zehavi e ha debuttato con la Israel Camerata al Jerusalem Theater con musiche di Händel e di Mozart. Ha diretto MDI ensemble in un programma interamente dedicato a prime esecuzioni di giovani compositori italiani al Conservatorio di Milano e parteciperà al Festival Internationale Schostakowitsch Tage in Gohrisch dirigendo due lavori di Eisler e Dessau. Nelle passate stagioni ha diretto, tra le altre cose, una nuova produzione di Così Fan Tutte all’Opera di Tenerife, una nuova produzione di Carmen nei teatri di Livorno, Lucca e Pisa, una nuova produzione di Carmen all’Art Center di Seoul, Adriana Lecouvreur nei teatri di Como, Pavia e Cremona. Ha diretto Carmen alla Fenicedi Venezia e nel Festival estivo del Teatro Sociale di Como del 2015 ha diretto la nuova produzione di Pagliacci di Leoncavallo, spettacolo premiato con il Premio Abbiati 2016. Altri progetti sono stati L’elisir d’amore, il Matrimonio segreto e L’Orfeo per il Festival della Valle d’Itria. In ambito sinfonico ha diretto nelle ultime stagioni l’Orchestra de I Pomeriggi Musicali di Milano, in un concerto interamente dedicato al Novecento Britten, Honegger e Poulenc che è stato trasmesso in diretta su Radiorai; Sogno di una notte di mezza estate di Mendelssohn con l’Orchestra del Maggio Musicale di Firenze e voce recitante e innumerevoli concerti sinfonici con orchestre italiane quali l’Orchestra dell’Arena di Verona, l’Orchestra del Teatro Massimo di Palermo e l’Orchestra del Teatro Verdi di Trieste. Ha diretto anche l’Orchestra Regionale Toscana, la Sinfonica Abruzzese e gli Archi del Cherubino. Carlo Goldstein ha all’attivo diverse produzioni discografiche, tra le quali spiccano: un CD di arie italiane, edito da BMG, con il tenore Massimo Giordano e l’Ensemble dell’Orchestra del Maggio Musicale di Firenze, accolto da grandi consensi di critica e pubblico, è stato tra i dischi di musica classica più venduti nel 2013 in Europa. Nell’aprile 2011 invece per la rivista Amadeus è uscita la registrazione di tre Concerti di Mozart con il pianista Andrea Bacchetti e l’Orchestra di Padova e del Veneto; registrazione poi ripresa dall’etichetta Dynamic e recensita entusiasticamente anche dal BBC Music Magazine di Londra. Carlo Goldstein è stato molto attivo anche in Russia dove ha diretto negli anni passati la Tomsk Philharmonic Orchestra, la Omsk Philharmonic Orchestra, la Arkhangelsk Chamber Orchestra, la St. Petersburg State Symphony Orchestra, la Hermitage Symphony Orchestra, la Murmansk Philharmonic Orchestra, la Bryansk Symphony Orchestra e la Samara Philharmonic. Carlo Goldstein, oltre agli studi musicali Conservatorio di Trieste, Accademia Internazionale della Musica di Milano, Mozarteum di Salisburgo e Royal College di Londra - è laureato in Filosofia Estetica presso l’Università Statale di Milano. Il canale Classica in onda in Italia su Sky ha realizzato una puntata su di lui nella serie Notevoli, dedicata ai giovani talenti italiani.

 

Teresa Romano

Di origine campana, inizia lo studio del canto sotto la guida di Giuliana Valente ed a soli vent’anni si diploma con il massimo dei voti presso il Conservatorio G.Martucci di Salerno. Nel luglio 2005 vince la borsa di studio dell'Accademia per cantanti lirici del Teatro alla Scala; durante i due anni di studio, si esibisce, nello stesso teatro in numerosi concerti sia con pianoforte che con orchestra, nonché in concerti di repertorio liederistico, sotto la guida del M° J. Vaughan. Giovanissima, in pochi anni di carriera, ha debuttato i principali ruoli del suo repertorio nei più importanti teatri italiani e stranieri, al fianco di musicisti quali Claudio Abbado, Riccardo Muti, Placido Domingo. Presso il Teatro alla Scala, nell'ottobre 2006, ha debuttato il ruolo di Venere in Ascanio in Alba, diretta Giovanni Antonini, e nel novembre 2007 il ruolo di Fiordiligi in Così fan Tutte, diretta da Ottavio Dantone. Si è esibita in concerto con la Filarmonica della Scala diretta da Daniele Gatti, ha eseguito i Quattro pezzi sacri, interpretato Alice in Falstaff nel Circuito OperaLombardiaal fianco di Ambrogio Maestri e Madama Cortese ne Il Viaggio a Reims nella ripresa del famoso spettacolo di Luca Ronconi al Teatro alla Scala. Ha debuttato al Teatro di San Carlo di Napoli, in occasione della sua riapertura, ne La clemenza di Tito diretta da Jeffrey Tate con la regia di Luca Ronconi, al Teatro dell’Opera di Roma come Margherita nel Mefistofele, a Bologna e Jesi in un concerto dedicato a Pergolesi diretto da Claudio Abbado, inciso per la Deutsche Grammophon, all’Arena di Verona come Desdemona a fianco di Placido Domingo al Gala in suo onore, ed ha cantato a L’Aquila in un concerto lirico diretta da Riccardo Muti, ha debuttato nel ruolo di Leonora ne La Forza del Destino all'Arena Sferisterio di Macerata con la regia di Pierluigi Pizzi e al Teatro Regio di Parma durante il Festival Verdi, cantando il ruolo di Leonora ne Il Trovatore. Ha debuttato il ruolo di Amelia in Un Ballo in Maschera all'Arena Sferisterio di Macerata con la regia di P. Pizzi e al Filarmonico di Verona come Marchesa del Poggio in Un Giorno di Regno e in Francia presso l'Opéra Municipale de Marseille nel ruolo di Vitellia ne La Clemenza di Tito, diretta da Mark Shannan con la regia di D. Mc Vicar. Nell'ambito della XXXIX Edizione del Festival della Valle d'Itria di Martina Franca (BA), ha cantato il Requiem di Verdi diretta da Omer Meir Wellber. Ha debuttato al Teatro Comunale L. Pavarotti di Modena nel ruolo di Vitelliane La Clemenza di Tito. Nel giugno 2013 è risultata tra i cinque finalisti nel BBC Cardiff Singer of the World Competition, come rappresentante dell'Italia, a settembre 2015 vince il secondo premio al Concorso per voci drammatiche "Elizabeth Connell" di Sydney. Tra i prossimi impegni, la protagonista di Turandotnel Circuito Lombardo e al Filarmonico di Verona.

 

Lilla Lee

Lilla Lee è nata a Yeong-Cheon (Corea del Sud). Nel 2003 si diploma in Canto presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano dove ottiene due borse di studio, avendo l’occasione di esibirsi come solista con il Coro del Teatro alla Scala di Milano in un concerto diretto dal M° Gelmetti. Nello stesso anno frequenta il Corso di Formazione e Perfezionamento dell’Accademia di Canto Arturo Toscanini di Parma dove vince due borse di studio e partecipa come personaggio principale dell’opera barocca Lo Matremonnio Annascuso di Leonardo Leo. Dal 2004, lavorando intensamente sotto la guida del basso Bonaldo Giaiotti, passa dalla tonalità di mezzosoprano a quella di soprano e affina il suo vasto repertorio operistico. Ottiene grande successo cantando Misa Andina di Alejandro Nunez Allaucanella Cattedrale di Cordova (2001) e nuovamente nella chiesa di Sant’Ignazio a Roma (2002), alla presenza del Presidente del Perù, dove si esibisce sempre come solista sotto la direzione artistica del tenore Luis Alva e direzione del direttore M° Pietro Mianiti. Nel 2000 vince il premio speciale in concorso lirico Giulietta Simionato, nel 2003 si esibisce in un concerto Natalizio nel teatro di Colonia (Germania) e si classifica terza al concorso di musica da camera Maria Corbelli. Nel 2004 si classifica terza al concorso lirico Anselmo Colzani, vince premio speciale al concorso lirico Capriolo in Franciacorta, si classifica prima al concorso lirico Principessa Cristina Trivulzio si esibisce nel Festspiele Balver Hohle con l’orchestra del Bolshoij. Nel 2007 si esibisce nel ruolo di Santuzza in Cavalleria Rusticana al Teatro Rosetum. Debutta nel 2008 il ruolo di Turandot con As.Li.Co. Il suo talento non passa inosservato nei teatri italiani ed esteri e si esibisce in prestigiosi teatri del mondo. Nel 2009 interpreta Turandot presso il Teatro Filarmonico di Verona sotto la direzione di Antonio Pirolli e la regia di Gianfranco De Bosio, nel 2010 interpreta Manon Lescaut al Teatro La Fenice di Venezia sotto la direzione di Renato Palumbo e la regia di Graham Vick e si esibisce in un concerto in memoria del Tenore Luciano Pavarotti a Modena con l’Orchestra del teatro Regio di Parma. Nel 2011 interpreta il ruolo di Mimì ne La Bohème al Teatro La Fenice di Venezia, diretta da Jurai Valchua, e la regia di Francesco Micheli, l’evento è stato trasmesso in 40 paesi del mondo; interpreta Turandot al Teatro di Varsavia Narodowa Opera in occasione della apertura della stagione, diretta da Patrik Fournillier e Carlo Montanaro, con la regia di Mariusz Trelinsky. Nel 2013 interpreta il ruolo di Turandot in Teatr Wielki Narodowa diretta Carlo Montanaro con la regia di Mariusz Trelinsky, nel 2014 è Aida presso il teatro Cankarjev Dom di Lubliana, sotto la regia di Pier Francesco Maestrini e diretta da Francesco Rosa, interpreta il ruolo di Lady Macbeth presso opera Baltycka di Gdansk sotto la direzione di Andriy Yurkevych e con la regia di Marek Weiss, è Tosca a Gdansk sotto la direzione di Tadeusz Kozłowski e la regia di Marek Weiss, Santuzza in Cavalleria Rusticana di Mascagni presso il teatro Sociale di Como per il Progetto 200.com sotto la direzione di José Luis Gomez-Rios, con la regia di Serena Sinigaglia ed è Abigaille in Nabucco presso il teatro Narodowa Opera teatr Wielki, regia di Marek Weiss, direttore Andriy Yurkevych. Nel 2015 è Abigaille per la riproduzione di Nabucco presso Narodowa Opera Gennaio/Aprile/Giugno. Nel 2016 è impegnata su diversi palcoscenici internazionali, per la riproduzione dell’Opera Nabucco presso Narodowa Opera di Varsavia, a Luglio 2016 per Turandot al Festival di Plovdiv - Bulgaria. Tra i prossimi impegni Tosca presso l’Opera di Iasidiretta da Marcello Mottadelli e Turandot presso Narodowa Opera di Varsavia e Lodz (2016-2017).

 

Marco Voleri

Diplomato in canto al Conservatorio G. Verdi di Milano, frequenta l’Accademia del Teatro alla Scala di Milano, l’Accademia Lirica del Rotary International, l’Accademia del Belcanto di Modena. Nel 2011 consegue la Laurea Specialistica in Canto Lirico pressoil Conservatorio G. Puccini di La Spezia. È stato interprete di più di 40 ruoli operistici in Italia e all’estero ed esecutore di più di 100 programmi concertistici. Si contraddistingue nei ruoli di carattere delle rappresentazioni de Il Trovatore, La Traviata, Nabucco, Rigoletto, Pagliacci, Carmen, Manon Lescaut, Tosca e Lucia di Lammermoor. Tra i recenti impegni Bardolfo nel Falstaff alla ROH di Muscat (Oman), coprodotto dall’Accademia del Teatro alla Scala ed il Teatro Regio di Parma, Gobin ne La Rondine nei Teatri del Giglio di Lucca, Verdi di Pisa, Goldoni di Livorno, Comunale di Modena e Alighieri di Ravenna. È l’Imperatore Altoum in Turandot al Festival Pucciniano di Torre del Lago, il Duca di Mantova in Rigoletto allo Xinghai Concert Hall di Canton (Cina), Malcolm in Macbeth al Teatro Sferisterio di Macerata. Canta ne La Traviata al Seoul Arts Centre accanto a Mariella Devia e ne La Bohème al Teatro alla Scala di Milano per la regia di Franco Zeffirelli. Debutta al Teatro la Fenice di Venezia con Death in Venice di B. Britten e al Teatro alla Scala di Milano con Don Curzio ne Le Nozze di Figaro. Intensa anche la sua attività concertistica: esegue Dichterliebe di Schumann, tiene concerti di Gala in Lussemburgo e in Germania. Nel 2013 esordisce come scrittore con l’autobiografia Sintomi di felicità, edita da Sperling & Kupfer. Tra gli impegni futuri Spoletta in Tosca al Teatro delle Muse di Ancona, Gherardo in Gianni Schicchi e il garzone in Sancta Susanna al Teatro Verdi di Pisa.

 

Alessandro Spina

Ha studiato canto presso il Conservatorio G. Verdi di Milano con la Prof.ssa G. Canetti, perfezionandosi con i maestri F. Bandera e L. Scipioni. Ha collaborato con importanti registi quali Cristina Pezzoli, Ivan Stefanutti, Stefano Vizioli, Robert Carsen, Gino Zampieri, Roberto De Simone, Stephane Braunschweig, Micha Van Hoecke, Joseph Franconi Lee, Hugo De Ana, Daniele Abbado, Damiano Michieletto, Massimo Gasparon, Luca De Fusco, Giorgio Ferrara, Ruggero Cappuccio, P. Stain, Sam Brown, Leo Muscato e FrancescoMicheli. Fra i direttori d’orchestra con i quali ha collaborato si ricordano Bruno Casoni, F. Maria Bressan, B.Reynolds, Maurizio Benini, Aldo Sisillo, Giacomo Sagripanti, Carlo Montanaro, Stefano Ranzani, Daniele Callegari, Francesco Maria Colombo, Daniele Gatti, Juraj Valcuha, Wolfgang Sawallish, Massimo Zanetti, Piergiorgio Morandi, Michele Mariotti, Roberto Abbado, Pinchas Steiberg, Asher Fisch, Riccardo Muti, Andrea Battistoni, Corrado Rovaris, Cristian Capocaccia, Gaetano Espinosa, Francesco Lanzillotta e Zubin Mehta. Si è esibito in Teatri di importanza nazionale e internazionale, fra i quali il Teatro alla Scala di Milano, l'Opera di Roma, La Fenice e il Malibran di Venezia, l’Arena di Verona, il San Carlo di Napoli, il Regio di Parma, il Comunale di Bologna, il Verdi di Trieste, il Teatro Nuovo di Spoleto, il Verdi di Pisa, il Goldoni di Livorno, il Giglio di Lucca, il Dante Alighieri di Ravenna. E ancora: i Teatri di Bolzano, Treviso, Jesi, Fermo, Piacenza, Ferrara, Modena, Brescia, Cremona, Como, Pavia, Pordenone, Udine, Ascoli Piceno, il Teatro Filarmonico di Verona, il Teatro di Wexford, il Teatro Maggio Musicale Fiorentino e il Teatro Grande di Pompei. Ha interpretato i ruoli di Don Alfonso in Così fan tutte(tournée del Teatro San Carlo in Chile), Ftère Laurent in Roméo et Juliette (al Filarmonico di Verona), Lunardo ne I Quattro Rusteghi (a Pisa, Livorno, Lucca), Angelotti in Tosca (all’Arena di Verona, Regio di Parma, Fenice di Venezia, San Carlo di Napoli, Opera di Roma) Colline ne La Bohème (al Teatro Malibran di Venezia e a Fermo, Treviso, Jesi, Ascoli Piceno, San Carlo di Napoli) Don Pasquale - title role (nei teatri di Brescia, Pavia, Cremona, Como); Simone in Gianni Schicchi (a Piacenza, Livorno, Maggio Musicale Fiorentino, Modena, Ferrara, Ravenna, Lucca, Pisa e inciso in DVD dalla RAI TDK); Zuniga in Carmen (a Modena, Piacenza, Ferrara e Ravenna). Ha partecipato alla inaugurazione della Stagione 2009 del Teatro alla Scala nel Don Carlo (Deputato fiammingo) diretto da Daniele Gatti. Nel repertorio sacro ha cantato: Te Deum di Britten (una produzione del Teatro alla Scala di Milano), Requiem di Faurè, Requiem di Mozart diretto da Michele Mariotti, Oratorio di Natale di Saint-Saens, Messa di Mercadante per il Teatro S. Carlo di Napoli e Messa KV 317 di Mozart diretto da Roberto Abbado. Tra i prossimi impegni Arcangelo Michele in CO2 (prima mondiale), Don Basilio ne Il barbiere di Siviglia, Billy Jackrabbit ne La fanciulla del West e Angelotti in Tosca al Teatro alla Scala, Principe De Bouillon in Adriana Lecouvreur presso l’Opéra de Monte Carlo, Don Basilio al Teatro San Carlo di Napoli, Ferrando ne Il trovatore e Talbot in Maria Stuarda all’Opera di Tenerife, Colline in Liegi, Timur Turandot nei Teatri di OperaLombardia.

 

Rubens Pelizzari

Ha acquisito riconoscimenti internazionali come un emozionante Tenore drammatico. Ha inizialmente studiato con il mezzosoprano Adriana Lazzarini e ha approfondito gli studi con altri importanti maestri, tra cui Franco Pagliazzi. La sua calda voce suona potente e perfettamente proiettata. Ha un registro brillante e una stupenda estensione vocale. La sua tecnica gli dà l’opportunità di affrontare un ampio e arduo repertorio di fronte a compositori come Puccini, Verdi, Bellini, Bizet e Wagner. Pelizzari è inoltre un elegante e moderno attore e svolge un’intensa carriera internazionale nei più prestigiosi teatri. Il suo debutto si è tenuto al Teatro Massimo di Palermo, dove ha recitato in I Vespri Siciliani come Arrigo sotto la direzione di Ralph Weikert, continuando con Il Corsaro nel ruolo del protagonista al Teatro Carlo Felice di Genova, diretto da Bruno Bartoletti. Ha cantato ben tre volte la produzione di Pagliacci realizzata da Franco Zeffirelli prima al Teatro Carlo Felice di Genova e successivamente al Teatro Filarmonico di Verona e al Teatro Lirico di Cagliari. Nel 2011 ha partecipato come Ismaele nel Nabucco all’Arena di Verona e fu anche Cavaradossi nella Tosca all’Israeli Opera a Tel Aviv condotto da Daniel Oren. Tra i suoi incarichi più importanti ricordiamo Tosca al Teatro Massimo Bellini di Catania diretto da Giuliano Carella, seguito da Cavalleria Rusticanaal Teatro Carlo Felice di Genova e da un’altra nuova produzione di Turandot al Teatro Comunale di Firenze diretta da Maestro Zubin Mehta. Nella stagione 2013 è Don Josè in Carmen al Teatro Nazionale per le Arti dello Spettacolo (NCPA) di Pechino, seguito da Aida come Radames al Teatro Municipale di Rio de Janeiro. Nell’estate 2013 ha cantato in Nabucco al Les Arenes d’Avenches; successivamente ha cantato in un tour con il Teatro San Carlo di Napoli e infine nel Novembre 2013 ha eseguito Pagliacci al Teatro Lirico di Cagliari. Nella stagione 2014 ha interpretato Canio in Pagliacci al Teatro Regio di Parma, Luigi nel Tabarro al Teatro Carlo Felice di Genova con Aprile Millo e direzione musicale di Donato Renzetti, Calaf in Turandot nel Teatro dell’Opera di Città del Messico e Pollione in Norma al Teatro Massimo di Palermo. Ha aperto la stagione 2015 aggiungendo un nuovo ruolo nel suo repertorio: Loris Ivanov nella Fedora al Teatro Carlo Felice di Genova con Daniela Dessì. Successivamente, nella stagione estiva, ha cantato nel Teatro Puccini di Torre del Lago nel ruolo di Calaf in Turandot con Giovanna Casolla e la stessa produzione è stata poi portata in tour in Corea (Seoul, Busan e altre città). A Gennaio 2016 è al Teatro Verdi di Trieste con Norma. Ritorna con Carmenal NCPA di Pechino e in estate è Pollione nella stagione lirica di Macerata Opera Festival 2016, in un’importante Norma coprodotta con il Teatro Massimo di Palermo dove sarà eseguita nel Febbraio 2017 e Rubens Pelizzari interpreterà nuovamente questo ruolo. Altri prossimi importanti impegni saranno Carmen, Pagliacci, Aida e nel Maggio/Giugno 2017 Norma al Grand Theatre di Ginevra.

 

Maria Teresa Leva

Giovanissimo Soprano, nata a Reggio Calabria; si diploma a pieni voti al Conservatorio Francesco Cilea della sua città natale. Nel 2013 risulta vincitrice del Concorso Ottavio Ziino di Roma e, sempre nel 2013, riceve il Premio Speciale della Giuria del Concorso Lirico Città di Bologna. Nel 2014 destano particolare impressione sul pubblico e sulla critica i suoi due debutti presso il Teatro Carlo Felice di Genova; affronta infattiil ruolo di Mimì ne La Bohème, nel mese di Aprile, diretta dal M° Giampaolo Bisanti; segue, in Maggio, il ruolo di Micaela in Carmen diretta dal M° Andrea Battistoni con la regia di D. Livermore. Grandi consensi riscuote anche il suo felicissimo debutto nell’autunno 2014 come Donna Elvira nel Don Giovanni di Mozart diretta da G. Vick nei Teatri del Circuito Lirico Lombardo, a Reggio Emilia e Trento. Questi importanti riconoscimenti hanno, di fatto, attirato l’attenzione su questo straordinario talento e le sono valsi immediatamente le richieste per Musetta nel La Bohème al Teatro Regio di Torino nel Luglio 2015 diretta dal M° Battistoni; Mimì ne La Bohème nel Circuito Lirico Lombardo diretta dal M° Bisanti; sempre Mimì in La Bohème al Teatro Valli di Reggio Emilia. Straordinario successo ha riscosso il suo debutto nel ruolo di Violetta nella Traviata all’Opera Royal de Wallonie di Liegi nel Maggio 2016 seguita dal debutto nello stesso ruolo al Teatro Lirico di Cagliari nell’Estate 2016. Sarà Liù in Turandotnel Circuito Lombardo ed al Teatro Donizetti di Bergamo; Nedda in Pagliacci a Jesi nel Dicembre 2016; nuovamente Liù in Turandot al Teatro Carlo Felice di Genova nel Giugno 2017, Aida al Teatro Petruzzelli di Bari e Mimì ne La Bohème al Teatro dell’Opera di Firenze nel Settembre 2017. Dotata naturalmente di un timbro prezioso e di rara bellezza, unisce una solidissima preparazione tecnica ed una duttilità interpretativa straordinarie per la giovane età ed esperienza. La voce è piena ed estesa ed è particolarmente adatta ad un canto elegiaco e denso di sfumature.

 

Diego Maccagnola

Allievo di Maria Grazia Bellocchio presso l’Istituto Musicale G. Donizetti di Bergamo, ha conseguito sotto la sua guida il Diploma in Pianoforte col massimo dei voti e il Diploma accademico di II livello in Discipline Musicali con lode, ricevendo per due volte il prestigioso premio G. Simone Mayr, destinato al miglior allievo del conservatorio. Ha frequentato Master-class di pianoforte con docenti di fama internazionale quali Massimiliano Damerini, Sergei Dorensky, Paolo Bordoni e Benedetto Lupo. Si è perfezionato in Musica da Camera all’Accademia Nazionale di S. Cecilia di Roma con Rocco Filippini e presso l’Accademia Chigiana di Siena con Alexander Lonquich. Premiato in numerosi concorsi nazionali, si è esibito come solista o in formazioni da camera in importanti Rassegne e Festival italiani e stranieri , quali la Società dei Concerti di Milano e Milano Classica, la Stagione cameristica del Teatro La Fenice di Venezia, l’Emilia Romagna Festival, Gorizia Classica, Amici della Musica di Lucca, Mendelssohn Festival, Accademia Filarmonica Romana, Festival Plateaux di Vitry sur Seine (Parigi) e in sale concertistiche quali il Teatro Ponchielli di Cremona, il Teatro Comunale di Ferrara, l’Auditorium Parco della Musica e il Teatro Valle di Roma, l’Auditorium Gaber del Grattacielo Pirelli (Milano), il Théatre entre des Bords de Marne e Jean Vilar-Vitry sur Seine di Parigi, la Maison Natale de C. Debussy, il Théatre du Merlan Scène Nationale di Marsiglia, il Théatre Balsamine di Bruxelles, il Théatre Pole Sud di Strasburgo, la Maple Hall di Osaka (Giappone) e il Parkview Green Museum di Pechino (Cina). Dal 2003 al 2008 ha collaborato con il coreografo e danzatore fiorentino Virgilio Sieni, con il quale ha portato in tournèe in Italia e all'estero due tra le sue più importanti opere coreografiche, Solo Goldberg improvisation e Sonate Bach, eseguendo con successo di pubblico e di critica le Variazioni Goldberg e le Sonaten für Viola da Gamba und Klavier di J.S.Bach. Dedica particolare attenzione alla musica del novecento: ha partecipato all'esecuzione dell'integrale dell'opera pianistica di Gyorgy Ligeti, ha collaborato con Christophe Desjardins (prima viola dell’Ensemble Intercontemporain) in un progetto presso il Palazzo Reale di Portici (Napoli) con brani di Turina, Villa Rojo e Morton Feldmann. Nell’aprile 2013, presso il Museo del Novecento di Milano, ha eseguito la Sonata per pianoforte di Luciano Berio, in occasione del decimo anno dalla scomparsa del compositore italiano. Nel 2012, insieme a Lena Yokoyama (violino) e Alessandro Copia (violoncello), ha fondato il Trio Kanon, ensemble che si è specializzato con il Trio di Parma (Rabaglia, Bronzi, Miodini), presso l’International Chamber Music Academy di Duino, con Alexander Lonquich presso l’Accademia Chigiana di Siena, con Robert Cohen presso Snape Maltings (UK), con Hatto Beyerle, Miguel da Silva e Annette von Hehn presso il Trondheim Chamber Music Academy 2014 (Norvegia) e con Avedis Kouyoumdjian, Johannes Meissl, Anita Mitterer, Péter Nagy e il Talich Quartet presso l’Isa 2015 (International Summer Academy), i prestigiosi corsi estivi organizzati dalle Università della Musica e dello Spettacolo di Vienna, Praga e Budapest. Il Trio ha ottenuto lusinghieri risultati in concorsi nazionali e internazionali (finalista nel 2014 nel Chesapeake Chamber Music Competition USA, vincitore assoluto con premio del pubblico del XXI Concorso Nazionale Giulio Rospigliosi, premiato nel XXII International Brahms Competition di Pörtschach e nell’International Alice&Eleonore Schonfeld Competition di Harbin, vincitore del Chamber Music Award, premio patrocinato dall’Haydn Institute di Vienna e destinato al miglior gruppo da camera di Isa 2015) e si è esibito in numerosi concerti, in Italia e all’estero, riscuotendo successo di pubblico e di critica. Nel febbraio 2015 è stato invitato come “gruppo in residence” a Snape Maltings (UK) per il prestigioso Aldeburgh Music, con due concerti per la stagione primaverile presso la Jubilee Hall. Ha inciso musiche di Mozart per l’etichetta Discantica e musiche di Beethoven per Movimento Classical e per la rivista Amadeus. Affianca ad un’intensa attività didattica e concertistica come pianista, quella di maestro di coro. Dal 1998 è cantore e assistente alla direzione nelle produzioni del Coro Costanzo Porta di Cremona, gruppo fondato da Antonio Greco e vincitore di numerosi premi in concorsi nazionali e internazionali (tra cui il Primo Premio Assoluto nel Concorso Corale Nazionale Guido d’Arezzo nel 1998). Dal 2007 ha collaborato con il Circuito Lirico Lombardo come maestro del coro per diverse produzioni operistiche (Così fan tutte Die Zauberflöte di W. A. Mozart, Don Pasquale e La Figlia del Reggimento di G. Donizetti, Norma di V. Bellini, Il cappello di paglia di Firenze di N. Rota, L’Italiana in Algeri di G. Rossini, Les contes d’Hoffman di Hoffenbach). E’ pianista accompagnatore presso il Conservatorio G. Verdi di Como e docente di pianoforte presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali G. Donizetti di Bergamo. È docente di Pianoforte presso l’Istituto Musicale Pareggiato G. Donizetti di Bergamo e di Pratica Pianistica presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali Vecchi Tonelli di Modena.

 

Hector Raul Dominguez

Compositore e direttore d’orchestra di origine argentina, per anni protagonista della scena musicale dell’America Latina (Coro e Orchestra dell’Opera di Colombia, Orchestra Sinfonica e Coro del Teatro Teresa Carreño di Caracas, Venezuela, Coro e Orchestra del Teatro Nacional del Costa Rica, cattedra di Direzione corale alle Università di La Plata (Buenos Aires), Colombia e San José del Costa Rica), dal 1988 si trasferisce in Italia per seguire i corsi di perfezionamento in composizione con Franco Donatoni aMilano. Tiene la cattedra di Storia e Tecnica della Musica Contemporanea presso la Facoltà di Musicologia dell'Università di Pavia, dove, inoltre, crea e dirige il Coro e l'Orchestra da Camera. È chiamato a dirigere il Coro Polifonico Cremonese e l’Orchestra da camera Marc’Antonio Ingegneri (1993 - 2003) e crea la Schola Cantorum Cremonensis. Dà vita a progetti musicali per la Scuola (ImpararCantando, Il piccolo Flauto magico, Dr Frankenstein Magic Tour: un'opera a pezzi), tiene numerose conferenze e seminari, particolarmente sulla musica del Novecento, e le sue composizioni per il teatro e il cinema, assieme alla musica orchestrale e da camera, gli fanno ottenere commissioni e riconoscimenti internazionali. Dal 1997 insegna alla Scuola Civica Claudio Monteverdi di Cremona e, dalla sua creazione, all’Istituto Musicale Pareggiato (oggi Istituto Superiore di Studi Musicali) della stessa città, dove crea e dirige, dal 2004, il Coro di voci bianche; insegna inoltre Pratica strumentale e Composizione per la didattica all’Università di Pavia. Dal 2014 si trasferisce al Conservatorio Nicolini di Piacenza. Il suo repertorio comprende i principali titoli della letteratura musicale a cappella, lirica (Wagner, Lohengrin, Verdi, Aida, Puccini, Turandot, ecc.) e sinfonico-corale (Händel, Messiah, Brahms, Ein deutsches Requiem, Honegger, Jeanne d'Arc au Bûcher, ecc); le sue registrazioni includono numerose world première, tra cui la prima esecuzione moderna della Messa Solenne di Amilcare Ponchielli, testimoniata da un CD per l'etichetta "Tactus”.

 

Leo An

Nato a Seoul, si diploma in canto all'Università Nazionale Coreana di Arte e trasferitosi in Italia studia canto con il M° Pier Miranda Ferraro. E’ vincitore di prestigiosi concorsi lirici, tra cui il “Francisco Viñas” di Barcellona, il “Belvedere” di Vienna e il “Voci Verdiane” di Busseto. Si distingue nel repertorio verdiano interpretando Nabucco all’Opera di Washington, al Petruzzelli di Bari e al Lirico di Cagliari dove è stato anche Gerard in Andrea Chenier, Tonio in Pagliacci, Lescaut in Manon Lescaut. E’ Rigoletto al Filarmonico di Verona, Comunale di Firenze, Bellini di Catania, São Carlos di Lisbona, Landestheater di Bregenz, Slowakian National Opera di Bratislava, State Opera di Praga. Debutta il ruolo del titolo in Simon Boccanegra al Seoul Arts Center diretto dal M° Chung. Tra gli altri ruoli al suo attivo, Scarpia in Tosca nei Teatri Lirico di Cagliari, Comunale di Sassari e al Seoul Arts Center, Ping in Turandot alla Royal Opera House di Muscat e al Festival pucciniano di Torre del Lago, Marcello ne La Bohème al Seoul Arts Center, title role in Torquato Tasso al Teatro Donizetti di Bergamo, Conte di Luna ne Il Trovatore, Ezio in Attila al Filarmonico di Verona e a Sankt Gallen dove interpreta inoltre Francesco Foscari ne I Due Foscari e Alfonso VI ne La Favorita, Renato in Un Ballo in Maschera al Comunale di Firenze, Amonasro in Aida al Luglio Musicale Trapanese, Marchese de Bois Doré in Lauriane al São Carlos di Lisbona, Valentine in Faust, Guglielmo in Guglielmo Tell al Comunale di Bologna, Escamillo in Carmen, Tonio in Pagliacci e Alfio in Cavalleria Rusticana nei Teatri Verdi di Pisa, del Giglio di Lucca e Goldoni di Livorno. Tra gli impegni futuri Lescaut in Manon Lescaut al Teatro Petruzzelli di Bari e title role in Rigoletto alla Lyric Opera di Kansas City.

 

Saverio Pugliese

 

Nasce a Cosenza, dove intraprende lo studio del Canto presso il Conservatorio di musica S.Giacoantonio. Attualmente si perfeziona con il M° Fernando Cordeiro Opa. Ha frequentato inoltre Masterclass con: Luciana Serra, Gloria Banditelli, Tiziana Fabbricini, Alfonso Antoniozzi. Laureato in Lettere Moderne ad indirizzo Critico Letterario, è autore della Nota storico-critica, La fortezza del disincanto per l’Opera Brundibar di H. Krasa, Teatro A. Rendano, Pubblinovi. Tra le sue ultime produzioni: Teatro Politeama di Palermo Nona Sinfonia di Beethoven con l’Orchestra Sinfonica Siciliana (giugno 2016), Il Flauto Magico al Royal Opera House Muscat (marzo 2016); partecipa al Festival del Luglio Musicale Trapanese (2015) nei seguenti titoli d'opera e rispettivi ruoli: Turandot Pang, Cendrillon di P. Viardot Le Comte Barigoule. Ad ottobre 2014 ha debuttato con grande successo di critica il ruolo si Goro nella Madama Butterfly di G. Puccini presso il Teatro Grande di Brescia, per la regia di Giulio Ciabatti e la direzione di Giampaolo Bisanti. Ha interpretato inoltre i seguenti ruoli: Basilio ne Le Nozze di Figaro di W. A. Mozart, Bastiano in Bastian und Bastianne di W. A. Mozart in occasione del Festival Mozartiano della Locride 2006; Turiddu ne Divertimento su Cavalleria Rusticana di S. P. Marra per la regia di Aurelio Gatti. È stato solista nell’ Oster-Oratorium BWV 249 di J. S. Bach diretto dal M° Alessandro Ciccolini. Orfeo nella riduzione per pianoforte e soli dell’Orphée di C.W.Gluck, Arlecchino in Pagliacci di R. Leoncavallo in occasione del Centenario (1909-2009) del Teatro A. Rendano della città di Cosenza. Ha debuttato in prima mondiale il ruolo del Lupo/Ausilia in Lupus in Fabula di Raffaele Sargenti, presso il Teatro Sociale di Como, diretto dal M° C. Chamorro, regia C. Leboutte. Gastone ne La Traviata di G. Verdi, diretto dal M° Pietro Mianiti, per la regia di Andrea Cigni, nei Teatri di Pavia, Cremona, Brescia e Como; Spoletta in Tosca di G. Puccini, per As.Li.Co. E presso la Fondazione Teatro Coccia di Novara per la Stagione Lirica 2013/2014, per la regia di Fabio Ceresa e la direzione di Valerio Galli, Jesi e Fermo per la regia di Massimo Gasparon e la direzione di Pirolli. Ismaele nel Nabucodonosor di G. Verdi per Opera Domani 2011, regia di Silvia Collazuol, diretto dal M° Francesco Pasqualetti, presso il Teatro Sociale di Como, il Teatro Comunale di Bologna, il Teatro Regio di Torino, Teatro Olimpico città di Roma; Matteo Borsa in Rigoletto di G. Verdi per la regia di Massimo Gasparon, diretto dal M° Marco Guidarini per la Stagione Lirica 2011 del Circuito Lirico Lombardo (Teatri di Como, Brescia, Cremona, Pavia e Arcimboldi di Milano) e per la direzione del M° Giampaolo Bisanti nei Teatri: Pergolesi di Jesi e dell’Aquila di Fermo. Ha debuttato la IX Sinfonia in Re minore Op. 125 (Tenore Solo) di Ludwig Van Beethoven, in occasione del concerto di Chiusura della Stagione Lirica del Teatro A. Rendano di Cosenza; Monostatos nel Flauto Magico di W. A. Mozart al Teatro degli Arcimboldi di Milano diretto dal M° Salvatore Percacciulo ed al Teatro dell'Opera di Muscat - Oman. È stato Don Riccardo ne l’Ernani di G.Verdi per la regia di Andrea Cigni e la direzione di Antonio Pirolli. Amedeo nella produzione di Napoli Milionaria di Nino Rota per i Teatri di Lucca, Livorno e Pisa, per la regia di Fabio Sparvoli e la direzione di Matteo Beltrami. Roderigo nell’Otello di G. Verdi, regia Stefano de Luca e direzione di Giampaolo Bisanti per i Teatri del Circuito Lombardo (Como, Cremona, Pavia, Brescia) e Gli Arcimboldi di Milano. Gerardo nel Gianni Schicchi di G. Puccini. Svolge da anni una intensa attività concertistica nell’ambito sinfonico e cameristico che lo ha visto anche interprete di brani tratti dalla tradizione antica a quella lideristica sino a quella vocale da “camera” italiana. In qualità di tenore solista ha debuttato nel 2015 il Requiem di Mozart, diretto dal Maestro Cem MANSUR, per la 55a edizione della Settimana Internazionale della Musica Sacra, tra le più antiche e prestigiose rassegne di musica sacra d’Europa, organizzata dalla Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana nell’incantevole Duomo di Monreale. Tra i prossimi impegni 2016: Turandot Ruolo Pang Teatri di Como, Pavia, Cremona, Bergamo Turandot -Ruolo Pang - Teatro Massimo Bellini di Catania 2017 Manon Lescaut -Teatro Regio di Torino Manon Lescaut - Grand Théâtre de Genève.

 

Edoardo Milletti

Nato ad Assisi nel 1987, inizia giovanissimo i suoi studi lirici con Carmen Gonzales. Nell’estate 2008 debutta in teatro al fianco di Franca Valeri, interpretando il tenore solo, nello spettacolo Carnet de Notes 2008con la regia di Giuseppe Marini al Festival dei Due Mondi di Spoleto. Nell’ottobre 2009 entra nella Scuola dell’Opera Italiana del Teatro Comunale di Bologna, all’interno della quale debutta al Teatro Comunale di Bologna, inaugurando la Stagione 2010, come Ein Sklave e II Nazzareno nella Salomè di R. Strauss con il M° Nicola Luisotti e la regia di Gabriele Lavia e in estate prende parte a due dittici Offenbach/Pergolesi, interpretando Gustave, M. Balandard e Babylas in Pomme d’Api e Monsieur Choufleuri. A Gennaio 2011 è Nick nella Fanciulla del West al Teatro Politeama Greco di Lecce. A Giugno 2011 prende parte al Concerto Lirico dei Vincitori del Circuito Lirico dei Concorsi Italiani a Pienza, in veste di premiato al Concorso Benvenuto Franci di Pienza e in luglio è Ernesto in Don Pasquale al Teatro Araldo di Torino. A novembre 2012 è vincitore del 3° Premio al Concorso Ottavio Ziino di Roma e nel marzo 2013 è vincitore del Concorso Lirico O.M.E.G.A. 2013 di Firenze. È vincitore del 66° Concorso Internazionale per cantanti lirici 2012 del Teatro Lirico Sperimentale “A. Belli” di Spoleto per il quale interpreta Macacco nella Favola dei Tre Gobbi e Alfredo Germont in La Traviata durante la Stagione Lirica 2012 del Teatro Lirico Sperimentale e Ferrando nella Stagione 2013.

 

Omar Kamata

Natoa Treviso, si diploma in canto al Conservatorio di Vicenza, attualmente si perfeziona con il mezzosoprano Bruna Baglioni. Finalista e vincitore di vari concorsi internazionali, tra i quali il Toti Dal Monte (2004) ed il Concorso Lirico Alfano (2005). Il 2004 è l’anno del debutto ufficiale: Figaro ne Il Barbiere di Siviglia di Rossini, ruolo che ad oggi conta oltre 250 recite. Da allora è in vari allestimenti: interprete dei ruoli principali in Così fan tutte, Don Giovanni, Il Barbiere di Siviglia, L’Italiana in Algeri, La Cenerentola, Don Pasquale, Elisir d’amore, Turandot, La Bohème, Carmen, La Traviata, Il Trovatore, Rigoletto, Gianni Schicchi, Tabarro e Cavalleria Rusticana. Nel mondo dell’Operetta sarà più volte Danilo ne La Vedova Allegra accanto al Njegus di Enrico Beruschi. Protagonista in opere di Galuppi come L’Inimico delle Donne (prima rappresentazione in tempi moderni; registrazione ORF al Festival Internazionale  Barockstage Stift Melk) e La Calamita de’ cuori (prima rappresentazione assoluta). Nel 2011, scelto dal baritono RenatoBruson, debutta il ruolo di Falstaff nell’omonima opera verdiana. Nello stesso anno interpreta Sharpless (Madama Butterfly) al Grosses Festspielhaus di Salisburgo con successo di pubblico e di critica. Nel bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi (2013) prende parte al concerto nato dalla collaborazione del Gran Teatro La Fenice e il MEOF (Marghera Estate Opera Festival). Nel 2014 è al Festival Internazionale Opera Pa Skaret per il debutto del ruolo di Jago (Otello); poi in Turchia dove debutta il ruolo di Scarpia (Tosca) presso il Festival Internazionale di Aspendos. Chiude l’anno prendendo parte alla produzione di Carmen al Teatro Verdi di Salerno diretto dal Daniel Oren. Di particolare importanza, nel 2015 in Grecia, il ruolo del pittore italiano Tiziano in una prima mondiale assoluta de El Greco, opera del compositore George Hatzinasios, presso il Teatro Piraeus di Atene. A marzo 2016 è ad Atene, per il Greek National Opera come protagonista in Rigoletto e, sempre ad Atene, è Escamillo nella Carmen nel luglio 2016 presso la prestigiosa location di Herodion. Nel maggio 2016 è nuovamente Rigoletto al Seoul Arts Center in Corea del Sud e Scarpia in Tosca al Teatro Petruzzelli di Bari, recite per le scuole.

 

 

 


 

 

 
 
 

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