La spinosa questione dell'amore e del potere
di Susanne Krekel
Inventivo e indiavolato, ma non gratuito, Il barbiere di Siviglia al Theater am Gärtnerplatz di Monaco di Baviera
MONACO di BAVIERA, 8 luglio 2021 - Quel che salta agli occhi dopo l'ouvertire sono le spine. Tutta la facciata della casa di Don Bartolo è coperta di foto di spine di cactus - un cactus sotto un cielo piovoso aveva già adornato il primo sipario - e noi vedremo più tardi che l'interno della dimora - a eccezione della camera di Rosina, tutta a fiori - è decorato alla stessa maniera. Johannes Leiacker firma questa scenografia che comprede anche un salone borghese completo di televisore e sofa, ma anche una sedia da barbiere e uno scheletro. Ciascuno di questi accessori avrà in seguito il suo momento di gloria, nulla è gratuito qui. Spine, dunque: un avvertimento molto chiaro. Ciononostante, al pianterreno della stessa casa si trova anche un bordello e ora la scena comincia a popolarsi: entra il povero studente Lindoro, alias il Conte d'Almaviva, accompagnato dal servitore Fiorello - Daniel Gutmann, che suona anche la chitarra - per annunciare di esser venuto a corteggiare Rosina, la bella (e ricca) fanciulla che abita qui sotto la tutela di Don Bartolo. Entra anche un gruppo di Mariachi, il coro maschile in abito grigio, tre dame dell'impresa summenzionata, tre operai, due preti in abito nero e cappello tondo, una madre nubile che deve mostrare il passeggero del suo passeggino ad Almaviva così come il bebé che attende. -Aha! - Tutta questa bella gente s'indaffara, s'agita, agisce e interagisce, sebbene sia difficile seguire l'azione principale se non fosse per la musica che ci riporta ad essa. Se è abbastanza alla moda in questi tempi affollare la scena di personaggi immaginari, Josef E. Köpplinger ha centrato il punto: durante tutto lo spettacolo avremo la gioia di seguire ciascuno di loro e, in più, una famiglia assai speciale di macellai grassocci che faranno irruzione di tanto in tanto. L’apparizione di personaggi supplementari è talora disturbante, ma qui tutto ha un senso, queste sono la manifestazione di una dimensione meno evidente della musica. Come le tre dame abbigliate e acconciate à la Marylin Monroe, escono dalla cultura pop dei primi anni 60 e collocano dunque l'azione, con le scene l'attrezzeria e i costumi, in questo periodo. Siviglia, la Spagna, la dittatura franchista, ed ecco, quella che sembrava solo una storia divertente acquisisce una nota un po' più cupa. Questa volta l'ambiguità si trova anche nella leggerezza insidiosa della musica di Rossini,la base di tutto lo spettacolo.
Una volta che Lindoro/Almaviva ha attirato a sè con la cavatina l'attenzione dell'amata, si domanda come liberarla dalle grinfie di Don Bartolo. Entra allora Figaro! E arriva in grande stile, su una Vespa rossa. Il baritono Matija Meić incarna il Barbier con coinvolgimento e abbandono magnifici. Canta con sua grande aria con disinvoltura, distribuendo caramelle ai ladruncoli, senza sforza apparente, con tutta la convinzione del personaggio. Con la sua grande voce dal timbro bronzeo e la sua presenza scenica gli hanno fatto ampiamente meritare gli applausi - che salutano d'altra parte ogni aria ed ensemble stasera. Rosina è incarnata dal soprano Jennifer O’Loughlin, perfetta anch'ella, con la sua voce generosa. Il suo canto è pura gioia, la recitazione ammirevole, Rosina è in buone mani con lei. Altrettanto mirabile è il tenore Gyula Rab, ossia Almaviva, ossia Lindoro. Dinamico di voce come d'azione, esplode praticamente nella scena del soldato ubriaco: infatti, Figaro gli ha suggerito di introdursi in casa di Don Bartolo così camuffato. Abbigliato con un'uniforme da marinaio leggermente sporca, corre, canta, danza, sparisce da una porta per riapparire da un'altra... Questo gioco di porte è un altro dei mille elementi comici di questa messa in scena spiritosa e intelligente, ci porta ancora agli anni '60 e alle commedie dell'epoca. Durante tutte queste scene all'interno, ci saranno pure personaggi che vanno e vengono, si sorprendono gli uni gli altri o si sorprendono da sé, saltano sul sofà o svengono su di esso. Almaviva fa un tale chiasso che si chiama la guardia, ma al momento di arrestarlo lui mostra loro i suoi documenti - eh sì, è il conte d'Almaviva, salutano rispettosamente e si ritirano. Il finale che segue è un assieme indiavolato in cui ciascuno esprime il suo smarrimento sostenuto da un'orchestra sempre in crescendo. Salutiamo qui i complessi del Theater am Gärtnerplatz e il suo direttore, Michael Brandstätter. Le misure anti-Covid (ancora in vigore per il mondo della cultura mentre i fan cel calcio si abbracciano senza mascherina ovunque...) obbligano a ridurre l'organico. Da un lato, spesso ciò fa riemergere le sottigliezze ironiche della strumentazione ed evita che i cantanti sia coperti, dall'altro i musicisti devono fare uno sforzo enorme per produrre effetti come quello del finale. Scommessa vinta e finale riuscito. Bravi tutti!
Il secondo atto si presenta non meno turbolento: Almaviva arriva mascherato da prete e pretende di essere stato inviato da Basilio, malato, per dare lezione di musica a Rosina al suo posto. Di nuovo assai comico qui Gyula Rab. Mentre Figaro imbroglia Bartolo e lorasa, Almaviva e Rosina si danno appuntamento per fuggire la sera stessa. Basilio giunge ed son necessari il genio persuasivo di Figaro la borsa del conte perché non sveli il falso collega. Timos Sirlantzis, basse, è Basilio, anche lui molto convincente, mellifluo e bigotto. Di nuovo, il genio comico dei cantanti e la loro azione arrivano quasi a distrarci dal contenuto della scena. Il basso Levente Páll, che stasera canta Don Bartolo, impressiona con il suo timbro ricco e caldo, al punto che spiace immaginarlo astuto e meschino: forse ama realmente Rosina? Ma no, sta cercando un tranello per spegnere l'interesse di lei per Almaviva e la ragazza acconsente a sposarlo. Bartolo corre ad avvertire le guardie perché arrestino colui che crede ancora essere il povero studente Lindoro. Almaviva e Figaro arrivano per portare con sé Rosina, si ritrovano sul balcone e Almaviva proclama i soprusi di Bartolo e la sua vera identità. Rosina, lungi dal biasimare il suo doppio gioco, è di nuovo innamorata e al settimo cielo. Basilio sopraggiunge con il notaio, Almaviva lo paga nuovamente, il contratto nuziale è firmato e... vissero felici e contenti con molti bambini. Davvero? "Dove sono i bei momenti" canterà Rosina fra qualche anno, ma è un'altra storia. Per stasera, le auguriamo molta felicità con il suo nobile sposo, e si ringrazia tutta la squadra del Gärtnerplatztheater per la musica e le risate. Bravi tutti!
La question épineuse de l’amour et du pouvoir
par Susanne Krekel
La nouvelle production du Barbier de Séville de Rossini au Theater am Gärtnerplatz, le 8 juillet 2001
Ce qui saute aux yeux après le lever du rideau après l’ouverture, ce sont les épines. Toute la façade de la maison de Don Bartolo est couverte de photos d’épines de cactus - un cactus sous un nuage pluvieux avait déjà gracié le premier rideau - et nous verrons plus tard que l’intérieur de la demeure - à l’exception de la chambre de Rosina, toute en fleurs - est décoré de la même manière. Johannes Leiacker signe cette scénographie qui comprend aussi, à l’intérieur, un salon bourgeois complet avec une télévision et un sofa, mais aussi une chaise de coiffeur et un squelette. Chacun de ces accessoires aura son moment de gloire par la suite, rien n’est gratuit ici. Des épines donc - une mise en garde très claire. Cependant, au rez-de-chaussée de cette même maison se trouve aussi un bordel, et maintenant la scène commence à se peupler: entre le pauvre étudiant Lindoro, alias le Conte Almaviva, accompagné de son serviteur Fiorillo - chanté par Daniel Gutmann qui joue aussi la guitare - pour annoncer qu’il est venu courtiser Rosina, la belle (et riche) jeune fille qui habite ici sous la tutelle de Don Bartolo. Entrent aussi un groupe de Mariachi, le choeur d’hommes en habits de rue gris, trois dames de l’établissement susmentionné, trois ouvriers, deux prêtres en habit noir et chapeau rond, et une mère célibataire qui doit manifestement le passager de sa poussette à Almaviva tout comme le bébé qu’elle attend. -Aha! - Tout ce beau monde s’affaire, s’agite, agit et entr’agit, si bien qu’on aurait du mal à suivre l’action principale, s’il n’y avait pas la musique pour nous y raccompagner. Si c’est assez à la mode ces temps-ci de peupler la scène de personnages imaginés, Josef E. Köpplinger a enfoncé le clou : pendant toute la pièce, on aura donc la joie de suivre tous ces personnages et en plus une famille bien spéciale, un boucher grassouillet et sa famille grassouillette, qui feront irruption de temps en temps. L’apparition de personnages supplémentaires est parfois dérangeante, mais ici tout a un sens, ces personnages sont la manifestation de la dimension moins évidente de la musique. Tout comme une des trois dames qui est habillée et coiffée à la Marylin Monroe, ils sortent de la culture pop du début des années 60 et placent donc, avec la scénographie, les accessoires et les costumes, l’action dans cette période-là. Séville, Espagne, la dictature Franquiste, et voilà, ce qui semblait juste une histoire amusante acquiert une note un peu plus sombre. Cette ambiguïté se trouve aussi dans la légèreté trompeuse de la musique de Rossini, elle est la base de tout le spectacle.
Une fois que Lindoro/Almaviva a attiré à lui par une cavatine l’attention de sa bien-aimée, il se demande comment faire pour la libérer des griffes de Don Bartolo. Entre alors: Figaro! Et il arrive en grand pompe, sur une Vespa rouge. Le baryton Matija Meić incarne le Barbier avec entrain et un abandon magnifique. Il chante son grand air l’air de rien, tout en distribuant des bonbons aux galopins du coin, sans effort apparent, avec toute la conviction du personnage. Avec sa grande voix au timbre de bronze et sa présence scénique il a amplement mérité les applaudissements - qui saluent d’ailleurs chaque air et chaque ensemble ce soir. Rosina est incarnée par la soprano Jennifer O’Loughlin, parfaite elle aussi, avec sa voix généreuse. Son chant est pure joie, son jeu admirable, Rosina est entre de bonnes mains avec elle. Tout aussi admirable le ténor Gyula Rab, aka Almaviva, aka Lindoro. Dynamique de voix comme de mouvements, il explose pratiquement dans la scène du soldat ivre : en effet, Figaro lui a suggéré de s’introduire chez Bartolo sous ce déguisement. Attifé d’un uniforme de marin légèrement souillé, il court, chante, danse, disparait par une porte pour en réapparaitre par une autre… Ce jeu des portes est un autre des mille éléments comiques de cette mise en scène spirituelle et intelligente, il nous ramène de nouveaux aux années 60, et aux comédies de cette époque. Pendant presque toutes les scènes d’intérieur, il y aura des personnages qui vont ainsi aller et venir, surprendre les uns ou les autres ou se surprendre eux-mêmes, sauter par-dessus le sofa ou s’évanouir dessus… Almaviva donc fait tellement de tapage que la garde est appelée, mais au moment de le prendre prisonnier, il leur montre ses papiers - eh oui, il est le comte Almaviva, ils saluent respectueusement et se retirent. Le final qui s’ensuit est un ensemble endiablé où chacun chacune exprime son désarroi, soutenu par un orchestre qui va toujours crescendo. Saluons ici l’orchestre du Theater am Gärtnerplatz et son chef, Michael Brandstätter. Les mesures anti-Covid (encore en vigueur pour le monde de la culture, alors que les fans de football s’embrassent sans masque partout…) obligent à réduire les effectifs. D’un côté, souvent cela fait ressortir les subtilités ironiques de l’instrumentation, et cela évite que les chanteurs soient couverts par l’orchestre - d’un autre côté, les musiciens doivent faire un effort énorme pour produire un effet aussi fort comme lors de ce final. Pari gagné et final réussi - bravi tutti!
Le deuxième acte se présente tout aussi turbulent: Almaviva arrive déguisé en prêtre et prétend avoir été envoyé par Basilio, malade, pour donner la leçon de musique à Rosina à sa place. De nouveau très comique ici Gyula Rab. Pendant que Figaro embobine Bartolo et le rase, Almaviva et Rosina se donnent rendez-vous pour fuguer le soir même. Basilio arrive et il faut tout le génie de persuasion de Figaro et la bourse du comte pour qu’il ne démasque pas le faux collègue. C’est Timos Sirlantzis, basse, qui chante Basilio, très convaincant lui aussi, doucereux et bigot. De nouveau, le génie comique des chanteurs et leur jeu détournent presque notre attention du contenu de la scène. La basse Levente Páll qui chante ce soir Don Bartolo, impressionne avec son timbre riche et chaud, au point qu’on a du mal à l’imaginer fourbe et mesquin, peut-être aime-t-il réellement Rosina? Mais non, il va trouver une intrigue pour détourner l’affection de celle-ci d’Almaviva et elle consent à l’épouser. Bartolo court alerter la garde pour qu’elle appréhende celui qu’il croit encore être le pauvre étudiant Lindoro. Almaviva et Figaro arrivent pour enlever Rosina, ils se retrouvent sur le balcon, et Almaviva expose la supercherie de Bartolo et sa vraie identité. Rosina, loin de lui en vouloir de son double jeu, est de nouveau amoureuse et aux anges. Basilio arrive avec le notaire, Almaviva le paie de nouveau, le contrat de mariage est signé et - ils vécurent heureux et avaient beaucoup d’enfants. Vraiment? „Où sont-ils, les beaux moments…” chantera Rosina dans quelques années, mais c’est une autre histoire. Pour ce soir, on lui souhaite beaucoup de bonheur avec son noble époux, et on remercie toute l’équipe du Gärtnerplatztheater pour la musique et les rires. Bravi tutti!
The Prickly Question of Power and Love
by Susanne Krekel
A New Production of Rossini’s Barber of Sevilla at the Munich Theater am Gärtnerplatz on July 8, 2021
The first thing to catch our attention as the curtain rises after the ouverture are spikes. The entire facade of Don Bartolo’s house is covered in photos of cactus spikes - a cactus under a rainy cloud had already adorned the first curtain - and we shall see later on that the interior of Bartolo’s and Rosinas’s home - except for her room, all in roses - is decorated in the same way. This interior comprises also a bourgeois salon, complete with television set and sofa, and also a barber’s chair and a skeleton. Each of these items will have its moment of glory later on, in Johannes Leiacker’s scenography nothing is here without reason. A spiky exterior, a clear warning off. The same building, however, houses a brothel. Now people begin to show up: enter poor student Lindoro, alias the Count Almaviva, accompanied by his servant Fiorillo, sung by Daniel Gutmann who also plays the guitar. He tells all and sundry that he wants to marry Rosina, the beautiful (and rich) heiress who lives here with her guardian, Don Bartolo. Enter also a group of Mariachi, the men’s choir in grey street suits, three ladies of the aforementioned establishment, three handymen, two priests in black cassocks and round hats, and a single mother who clearly owes the inhabitant of her pram to Almaviva, as well as the baby she’s expecting. Aha! - All those people are busy, come and go, act and interact and so funny and ironic is this background action that it takes all of the charm of the music to take us back to the main story. It’s pretty fashionable these days to add one or a few imaginary characters and sometimes it can be quite disturbing to see someone on stage who doesn’t belong there and instead of following the piece having to wonder what it’s all about. With Josef E. Köpplinger, all this makes sense, those characters are issued right from the less evident ironic side of the music. Some of them, one of the three ladies in particular, dressed and made up à la Marilyn Monroe, and a rubicond hatchet-swinging butcher with his rubicond wife and daughter, come of the pop culture of the early sixties, and along with the scenography and Alfred Meyerhofer’s suggestive costumes, place the action in this period of time. Sevilla, Spain, the Franco dictature, here we go, and what seemed just an amusing story takes on a somewhat more sombre tone. This ambiguity is present also in the deceptive lightness of Rossini’s music and is at the core of tonight’s show.
Lindoro/Almaviva has, by the means of a lovely cavatina, attracted the attention of his beloved and now he wonders how to get her out of Don Bartolo’s grasp. Enter now : Figaro! And he makes a spectacular entry, he rolls in on a red Vespa. Baritone Matija Meić incarnates the Barber with energy and wonderful abandon. He sings his Largo al Factotum with ease, distributing sweets to some rascally kids at the same time, seemingly effortless and with all of the character’s conviction. With his big bronze voice and stage presence, he utterly deserves the applause that rewards every aria and ensemble throughout tonight’s show.
Rosina is sung by soprano Jennifer O’Loughlin, perfect with her generous voice and admirable acting. Her singing is pure joy and Rosina is in good hands with her. Just as admirable is tenor Gyula Rab, aka Lindoro, aka Almaviva. With a voice as dynamic as his stage play, he exploses in the scene of the drunken sailor: Figaro having suggested that Almaviva enter Bartolo’s house under this disguise, he appears in a red marine uniform and slightly soiled greatcoat, and sings, runs, dances, disappears through one door and reappears through another… This play with doors is another one of the thousand comic elements of this spirited and clever stage direction, and it also points to the sixties and the classic comedies of that time. During most of the interior scenes, there will be people coming and going, surprising themselves or others, jumping over the sofa or fainting on it… The drunken sailor has made such a nuisance of himself that the guard - also in red marine uniform - is called, but when they are about to arrest Almaviva, he discreetly shows his papers to the leader and - oh wait, all right, it’s the Count - they salute and retreat. Everyone is at their wit’s end and the following final ensemble goes ever crescendo and we have to salute now the orchestra of the Theater am Gärtnerplatz and their conductor, Michael Brandstätter for creating such a sound with a reduced team, anti-Covid measures being still firmly in place for cultural events (even if football supporters all over Europe can huddle and cuddle as they please without a mask…). The smaller orchestra has its upsides however : we get to better appreciate the subtleties of the orchestration and there is no danger of the orchestra covering the singers. Bravos for the orchestra in any case - they were wonderful.
Act II is just as turbulent: Almaviva arrives disguised now as a priest and pretends to have been sent by Basilio, in order to replace him as Rosina’s music teacher. Gyula Rab is again very funny here, and his duet with Bartolo is simply hilarious. Almaviva and Rosina hide their intentions behind the music lessons and sing a hidden subtext as it were. Figaro proceeds to shave Don Bartolo and the lovers are free to plan their elopement. But now the real Basilio shows up and it takes all of Figaro’s genius of persuasion and the Count’s purse strings for him to keep quiet. Bass Timos Sirlantzis sings Basilio, and he is very funny and convincing, smarmy and bigot as they come. Again the comic genius of the singers and the stage action almost steal the scene from the original content. Bass Levente Páll is impressive in the role of Bartolo with his rich and warm timbre, almost too warm for us to believe him to be so mean - maybe he really loves Rosina? Oh no, he will find a scheme to quench her affection for Almaviva and to make her agree to marry him. Bartolo goes in search of the guard, in order to have them arrest Lindoro. Meanwhile Almaviva arrives with Figaro for the planned elopement. They meet on the balcony and Almaviva exposes his true identity and Bartolo’s scheme. Rosina is back in love with him and everything is fine. When Basilio arrives with the notary who was supposed to marry Rosina to Bartolo, Almaviva bribes him again to keep quiet and the notary marries him to Rosina. And they lived happily ever after and had a lot of children. Really? „Where have they gone, the lovely moments…” Rosina will sing in a few years, but that is another story. For tonight, we wish her every happiness with her noble husband and say thank you to the team of the Gärtnerplatztheater for the music and the laughter.