L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Mondi diversi

di Vincenza Caserta

Brahms, Schumann e Stravinskij sono al centro del concerto conclusivo della 35 Stagione Concertistica Amici della Musica “Giorgio Vianello” di Bassano del Grappa

BASSANO DEL GRAPPA, 4 giugno 2023 - La solennità della Cappella Mares di Villa Ca’ Erizzo a Bassano del Grappa si anima di musica: il Concerto che domenica 4 giugno chiude la Trentacinquesima Stagione degli “Amici della Musica Giorgio Vianello” di Bassano del Grappa vede protagonista il pianista Gabriele Vianello Mirabello con un programma vario ed articolato. Tutte le emozioni della tavolozza sonora sono abilmente dipinte, supportate da grande padronanza tecnica ed un attento studio sulle sonorità a partire dal classicismo della Sonata Op.10 n 1 in do minore di Beethoven. Sono le scelte timbriche a giocare il ruolo fondamentale, permettendo a Vianello di strutturare un dialogo che sembra aprire le porte al concerto per pianoforte ed orchestra nelle evocative linee del basso che ricordano il suono di violoncelli. È la densità importante dei piano che regala suggestione ad ogni variazione ritrovando nella semplicità la delicatezza dei pizzicati d’arco. Non è assente l’elemento sorpresa in cui i forte riescono a soggiogare la flessibilità con cui predomina la linea del canto. Il trepidante movimento conclusivo è un nuovo omaggio all’orchestra caratterizzato da uno spirito cangiante anticipatore di quello stesso humor che sarà completamente svelato in Schumann in seguito.

Atmosfere serene ed ironia trovano spazio in questo particolare programma. La tenerezza cullante che prevale nella prima parte dell’Intermezzo in mi bemolle maggiore op. 117 di Brahms ha nell’interpretazione di Vianello sembianze di luminosità onirica. Emerge poi la malinconia dello spleen nel secondo Intermezzo, una nostalgia che scorre fluida tra gli arpeggi che trasformano la riflessione di Brahms, sofferta ed intimistica, in sentimento sublime. Le scelte timbriche di Vianello permettono di passare con fluida naturalezza dai più cupi presagi alla speranza, quasi in veste di chimera. Il mistero più fitto prende il sopravvento nel terzo Intermezzo e questa volta l’orchestra evocata da Vianello se sembrava escludere ogni elemento luminoso pare destarsi dalle macerie per ricercare nuovi elementi in un mondo perduto. Questo Brahms è lo svelarsi di mondi diversi, animato da elementi onirici, mascherato da un’enfasi che racchiude in ogni sezione un alone di magico mistero.

Negli Studi op 4 di Stravinskij la brillantezza tecnica di Vianello piega la forma articolata del linguaggio del compositore russo alla fantasia di una interpretazione incisiva. La linfa vitale con cui sono presentate atmosfere diverse rende ancora più interessanti i dettagli di un linguaggio musicale già innovativo senza tralasciare la ricercatezza con cui il canto, in rilievo nel terzo Studio, richiama una semplicità fanciullesca e non tempestosa come nello Studio precedente. Il moto perpetuo che scorre nel quarto Studio è già proiettato nelle atmosfere colorate di Petruska e il virtuosismo di Vianello è un concatenarsi di immagini avvolte in freschezza interpretativa, vivace e mai statica.

L'imponente Schumann di Humoresque Op 20 cala il pubblico in una lettura complessa. I quadri sonori che si alternano tra loro diventano nella narrazione proposta dal pianista un fantastico susseguirsi di panorami in cui Eusebio e Florestano si alternano con vivacità. Lo spirito schumanniano è particolarmente sentito da Vianello nella spontanietà con cui i tratti impetuosi di esuberanza del secondo sembrano prevalere talvolta sulle timide confessioni del primo. Tutto il mondo di Schumann viene presentato con fresca vivacità, tinte cangianti, come se Humoresque fosse una specie di diario su cui Schumann avesse voluto annotare i suoi pensieri, a volte lasciando la parola a quel poeta che non di rado appare nelle sue opere, come volesse tendere la mano agli interpreti. Slanci decisi e flessibilità chiudono il percorso narrativo proposto non senza salutare la sala gremita con due bis: un Preludio di Gershwin dalle morbide sonorità dal carattere vocale ed elastico e Pajasos da El circo di Turina, brano in cui tristezza ed allegria si alternano con delicatezza ed audacia, dedicato dal musicista al ricordo del padre, il pianista Giorgio Vianello.

Vincenza Caserta


 

 

 
 
 

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