Maffei: il professionista, il pensatore, l'uomo
«Nacque a Solofra e fu versatilissimo nella filosofia e nelle matematiche». Così ci viene presentato Giovanni Camillo Maffei da Minieri Riccio nelle Memorie storiche degli scrittori nati nel Regno di Napoli, che prosegue: «rinunziò le prime cattedre delle Università di Padova e di Roma e trasferitosi a Venezia onorevolmente vi fu accolto», riprendendo le informazioni fornite da Giovanni Bernardino Tafuri, letterato di tutto rispetto, tuttavia celebre anche come falsario, che non trovano altro riscontro. Vero è che lo stesso Minieri Riccio ricorda che a Venezia, nel 156https://www.apemusicale.it/joomla//4 (vale a dire due anni dopo la stampa delle Lettere, che avvenne invece a Napoli), fu pubblicata per la prima volta la Scala naturale, ovvero fantasia dolcissima di Gio. Camillo Maffei da Solofra intorno alle cose occulte e desiderate nella filosofia, e questo potrebbe comprovare un soggiorno più o meno prolungato dell’autore nella Serenissima. A differenza del Regno di Napoli, Venezia abbondava di moneta, il che favorì la ricerca di un legame con questa ricca città; per via di tale legame non è da escludere che Maffei abbia avuto la possibilità di soggiornare a Venezia, ove ben quattro secondo alcuni, sette secondo altri, edizioni della Scala naturale videro la luce, il che testimonia la diffusione del trattato negli ambienti delle scuole aristoteliche: se questo non è prova granitica che Maffei abbia abitato anche a Venezia, lo è, però, del fatto che egli era considerato un importante filosofo. La rilevanza accordatagli, anche dai suoi contemporanei, in qualità di pensatore, merita menzione, a sostegno di quanto desidero dimostrare con questa tesi, ovvero che esiste una filosofia della voce ben organizzata e sistematica di Maffei.
Se alcuni di questi ultimi dati sono incerti, è invece sicuro che nacque nella seconda decade del XVI secolo, a Solofra, appunto, nei pressi di Avellino, in una famiglia di probabili origini romane, di ricchi battiloro, orefici e possidenti, che forse furono i primi a impiantare in loco queste prestigiose attività, che li posero ai vertici non solo dell’economia cittadina, ma li spinsero anche a Napoli; suo padre, Antonio di Pasquale, morì di peste nel 1528. Come attestato dal testamento del prozio Giovanni Paolo, il giovane Maffei fu avviato e mantenuto agli studi dagli zii paterni, per poi entrare al servizio della nobiltà napoletana; fu medico e musicista prima presso la corte di Giulia Orsini, duchessa di Gravina, feudataria di Solofra, poi passò al servizio del nipote della nobildonna, Giovanni di Capua, conte d’Altavilla. A quest’ultimo dedicò le sue opere date alle stampe. La data e il luogo della morte di Maffei sono ignoti, è però indubbio che il suo decesso sia posteriore al 1573, anno in cui risulta ancora al servizio del conte Giovanni di Capua.
Scipione Ammirato e Valerio de’ Paoli encomiano questo poliedrico medico, Dottore alla Scuola Medica Salernitana (Solofra era fortemente legata alla tradizione medica di Salerno, a sua volta non affrancata dalle attività delle spezierie; nel XIV secolo assistiamo al trasferimento di un ingente numero di speziali, venditori di erbe medicamentose, da Salerno a Solofra), dalle plurime capacità, anche se tale carriera non lo gratificò: portato all’ipocondria, affermava che la professione medica non solo non gli dava certezze scientifiche, ma lo faceva vivere nella malinconia e insoddisfazione. Maffei è un singolare esempio di intellettuale rinascimentale: soprattutto nelle Lettere, notiamo che la sua umanità lo spinse oltre le convenzioni, per ampliare la mente e darsi risposte maggiormente esaustive. In particolar modo, la sua attenzione fu catalizzata dal concetto di voce cantante e non.