L’Ape musicale

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IL RATTO DAL SERRAGLIO

Il titolo tedesco Die Entführung aus dem Serail viene tradotto normalmente Il ratto dal serraglio, col rischio di confusioni, ma si potrebbe anche rendere con “Il rapimento dall’harem”. In realtà il protagonista maschile dell’opera, il nobile spagnolo Belmonte, non vuole rapire la sua amata Costanza, ma solo liberarla. La ragazza era stata sequestrata insieme alla sua cameriera inglese Bionda e al servitore Pedrillo. Viene tenuta prigioniera nell’harem di Selim, un pascià gentile, il quale sta aspettando che la ragazza si decida a diventare spontaneamente la sua moglie favorita. Dopo un breve intreccio, ci sarà il lieto fine, con tutti liberati e l’augurio sottinteso che popoli diversi come il turco e lo spagnolo, possano vivere in pace. Vi si rappresenta il personaggio del turco nobile e buono (Selim), mentre quello cattivo e crudele (Osmino) viene alla fine ridicolizzato.

È la prima opera musicale per il teatro scritta da Mozart dopo il suo trasferimento nel 1781 a Vienna dalla nativa Salisburgo, dove non si rappresentavano opere, considerate frivole dalla corte vescovile che reggeva la cittadina. Sono stati composti solo in seguito i grandi capolavori mozartiani come Le nozze di Figaro, Don Giovanni, Così fan tutte, Il flauto magico.

Il ratto dal serraglio è scritto nella forma del Singspiel, con parti cantate alternate ad altre recitate, sempre in tedesco, anche se per i bambini si è scelto l’italiano. È più breve rispetto al Flauto magico, e quindi la versione ridotta ha meno tagli. Mozart era molto contento di questa sua opera, alla quale aveva lavorato quasi per un anno. Aveva detto che, nell’ascoltarla, “sarebbe stato difficile addormentarsi, anche avendo trascorso la notte precedente in bianco”. In effetti ci sono momenti allegri e chiassosi! Data l’ambientazione, Mozart riscrive a modo suo la “musica turca” - con flauti, triangolo, tamburino e grancassa - tipica delle bande militari dei giannizzeri. Aveva già composto il famoso “Allegretto alla turca” dalla sonata per pianoforte K 331. Con questo titolo intendeva promuovere un’opera tedesca, anche se alcuni personaggi, come Osmino, Bionda e Pedrillo, sono ispirati all’opera buffa italiana, mentre Belmonte e Costanza sono derivati dal belcanto dell’opera seria. La deliziosa operina conosce un successo straordinario da sempre, ma qualcuno all’inizio la criticò: secondo un aneddoto non confermato, l’Imperatore d’Austria Giuseppe II avrebbe rimproverato Mozart di avere scritto “troppe note”. E, sempre secondo la leggenda, lui avrebbe risposto che non ce n’era una più del necessario.


 

 

 
 
 

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