IL LIBRETTO
La Jura mette in scena una storia di amori e passioni che si nutre di tradimenti e giuramenti; il titolo dell'opera fa riferimento a un'antica forma di giuramento ordalico – la "jura" – che impone la morte senza vendetta a chi lo tradisce. L'intreccio amoroso coinvolge il poeta pastore Cicciottu Jacòni e il ricco pastore Burédda, che si contendono il cuore della dolce Anna e della bella Matalena; sullo sfondo si aggira inquietante la presenza di una terza donna, Pasca Ucchjtta, sedotta da Burédda e resa folle dalla morte della figlioletta Salvatora. Dopo mille peripezie e colpi di scena, la vicenda si conclude con un lieto fine che celebra il trionfo del vero amore.
Al di là della trama, ciò che Gabriel vuol davvero mettere in scena è un grande affresco corale, un universo di valori, uno spaccato di vita vissuta nella dimensione della collettività. La vera protagonista de La Jura è dunque l'intera comunità di Aggius, depositaria delle più antiche tradizioni popolari della Gallura: nella versione del libretto pubblicata nel 1927, infatti, l'opera reca il sottotitolo Cinque quadri di vita gallurese.
I personaggi non agiscono solo sulla scia di pulsioni individuali, ma sono guidati da codici di comportamento di antica memoria: la pricunta (il rito di contrattazione matrimoniale), l'abbracciu (il fidanzamento ufficiale), l'ora mala (l'influsso malefico), i rituali che scandiscono i raccolti e la vendemmia, le fiere e le feste religiose. Anche i luoghi dell'ambientazione scenica assumono una valenza rituale: gli stazzi (le case rustiche dei pastori), i boschi, le conche e le fontane sono spazi carichi di significati millenari che non si limitano a contenere l'azione ma la determinano, fino a condizionare le scelte e il comportamento dei personaggi.
La Jura è un’opera che chiama in causa temi di grande attualità e respiro culturale: la questione dell'identità, come risultato di un processo di negoziazione tra tradizioni e vissuti diversi; la possibilità di immaginare un punto di convergenza tra la dimensione dell'oralità, che è propria delle tradizioni popolari, e la dimensione della scrittura che alimenta la tradizione dell'opera lirica; e infine, la necessità di avviare una profonda riflessione sul valore delle identità locali, in un mondo che appare sempre più proiettato verso la globalizzazione.
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