L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Indice articoli

Philip Glass a Palermo

Video ed effetti speciali per Le streghe di Venezia diretta da Francesco Lanzillotta, regia di Giorgio Barberio Corsetti

Dal 29 aprile al Teatro Massimo il nuovo allestimento dell’opera di Philip Glass

PALERMO. Video ed effetti speciali per Le Streghe di Venezia di Philip Glass, che debutta al Teatro Massimo di Palermo venerdì 29 aprile alle 20.30, e che sarà in programma fino al 5 maggio. Un nuovo allestimento dell’opera che il grande compositore americano scrisse nel 2009 ispirandosi a un libro per bambini di Beni Montresor da cui era stata tratta nel 1995 un’opera-balletto andata in scena a La Scala. Nel 1995 si preferì riprodurre una registrazione delle parti musicali su nastro magnetico. Nel 2009, la Fondazione Musica per Roma (in co-produzione con il Ravenna Festival) commissionò a Glass il nuovo arrangiamento, arricchito dai testi di Vincenzo Cerami, scrittore e drammaturgo recentemente scomparso. In questo nuovo arrangiamento va in scena a Palermo, con l’Orchestra del Teatro Massimo guidata da Francesco Lanzillotta, direttore appassionato di musica contemporanea secondo cui “suonare i contemporanei è un dovere, oltre che un grande piacere”.

Il cast vocale è composto da un narratore e cinque cantanti (Gabriella Costa interpreta la Strega e la Fata; Valeria Tornatore è la Domestica; Gianluca Bocchino è il Re di Venezia; Salvatore Grigoli è L’Orco; la narratrice è Carlotta Maestrini, il bambino-pianta Riccardo Romeo), nonché dal Coro di voci bianche del Teatro Massimo diretto da Salvatore Punturo cui si aggiungono i SeiOttavi, il gruppo contemporary a cappella al quale il regista Giorgio Barberio Corsetti – uno dei protagonisti più affermati della scena contemporanea, reduce dal successo di Cenerentola appena andato in scena al Teatro Massimo – ha affidato il ruolo di una sorta di mostro “collettivo” che disturba e spaventa il protagonista bambino. Mimi, acrobati e danzatori danno vita ad altri personaggi.

Una fiaba popolata da fate, streghe, maghi, fantasmi, resa con la tecnologia del Chroma Key, che consente di ambientare attori e oggetti su sfondi virtuali, così come già in Cenerentola. Effetti speciali che vengono realizzati e svelati sul palcoscenico. Il trucco c’è, e si vede. “è un modo – spiega il regista - di giocare con l'illusione e con la realtà che mi piace molto perché non ha niente a che fare con i trucchi che ci vengono ammanniti come realtà, ma invece svelano i segreti: fanno vedere come è molto facile truccare le immagini e farle diventare qualcos'altro”. Di trucco in trucco, si dipana la favola, che si apre con un gruppo di filosofi incaricati di dare un figlio al re vedovo e con la nascita di un bambino-pianta che – dopo traversie e ricerche - troverà infine il suo posto nel mondo grazie all’incontro con un suo simile, una bambina-pianta. Tutto condito da feste con bambini-zombie, bambini-ortaggi che finiscono in padella, un salone di bellezza con torture estetiche per le streghe che si preparano al grande ballo.

“Un mondo creativo che mi sono divertito molto a sviluppare è quello legato al palazzo delle streghe – aggiunge Barberio Corsetti - dove si dispiega tutta la crudeltà comica. Un po’ come nei cartoni animati quando Tom e Jerry si inseguono e il gatto rimane schiacciato da una pietra, o Wile E. Coyote precipita e gli casca la pietra in testa. Elementi con cui ci si diverte molto”.


Philip Glass

Con le sue opere, le sinfonie, le composizioni scritte per il proprio ensemble e le collaborazioni a largo raggio con artisti che spaziano da Twyla Tharp ad Allen Ginsberg, da Woody Allen a David Bowie, Philip Glass ha avuto un impatto straordinario e senza precedenti sulla vita musicale e intellettuale del suo tempo.

Le sue opere – tra le quali Einstein on the Beach, Satyagraha, Akhnaten e The Voyage – vengono eseguite nei più importanti teatri in tutto il mondo, con grande richiamo di pubblico. Glass ha scritto musica per pièces di teatro sperimentale e per film che hanno ottenuto il premio Oscar (The Hours e Kundun di Martin Scorsese), mentre Koyaanisqatsi con Godfrey Reggio e il Philip Glass Ensemble, rappresenta uno degli esempi più radicali e influenti di unione tra suoni e immagini dopo Fantasia. Le sue collaborazioni, personali e professionali, con i maggiori artisti rock, pop e di world music prendono avvio già negli anni ’60; tra queste deve essere ricordata anche la sua relazione creativa con l’artista Robert Wilson. Glass è stato il primo compositore a conquistare un pubblico vasto e multigenerazionale tanto nei teatri d’opera che nelle sale da concerto, nel mondo della danza e del cinema e anche nella musica popolare, e il tutto nello stesso momento.

Nato nel 1937, Philip Glass è cresciuto a Baltimora. Ha studiato all’Università di Chicago, alla Juilliard School e ad Aspen con Darius Milhaud. Scoprendosi insoddisfatto di molto di quel che all’epoca veniva considerato musica contemporanea, scelse di trasferirsi in Europa per studiare con la leggendaria pedagoga Nadia Boulanger (che ha insegnato anche ad Aaron Copland, Virgil Thomson e Quincy Jones). Ha lavorato a stretto contatto con il virtuoso di sitar e compositore Ravi Shankar. Tornato a New York nel 1967, vi ha formato il Philip Glass Ensemble – un gruppo composto da sette musicisti che suonano tastiere e una varietà di legni amplificati.

Il nuovo stile musicale che Glass stava sviluppando è stato soprannominato “minimalismo”. Glass stesso non ha mai apprezzato il termine e preferisce parlare di sé come di un compositore di “musica con strutture ripetitive”. Gran parte delle sue prime opere era basata sulla reiterazione estesa di brevi, eleganti frammenti melodici intessuti in un arazzo uditivo. O, per dirla in altri termini, le sue composizioni immergono l’ascoltatore in una sorta di atmosfera sonora che si contorce su se stessa, avvolgendolo e sviluppandosi.

Quel che non è certamente “minimalista” è la quantità di musica che ha creato. Nel corso degli ultimi venticinque anni, Glass ha composto più di venti opere teatrali per organici ridotti o estesi; otto sinfonie (e altre ne sta creando); due concerti per pianoforte e concerti per violino, pianoforte, timpani, e quartetto di sassofoni e orchestra; colonne sonore per film che spaziano da nuove partiture per i classici stilizzati di Jean Cocteau fino al documentario di Errol Morris sull’ex segretario della difesa Robert McNamara; quartetti d’archi; e un corpus sempre crescente di opere per pianoforte solo e per organo. Ha collaborato con Paul Simon, Linda Ronstadt, Yo-Yo Ma e Doris Lessing, per citare solamente alcuni. Tiene lezioni, laboratori e concerti in tutto il mondo, sia da solista che con il Philip Glass Ensemble.


LE STREGHE DI VENEZIA

opera in due atti
Storia di Beni Montresor
Testo di Vincenzo Cerami
Musica di Philip Glass

Direttore Francesco Lanzillotta
Regia      Giorgio Barberio Corsetti
Scene Giorgio Barberio Corsetti e Massimo Troncanetti
Costumi Marina Schindler
Assistente alla regia Fabio Cherstich
Ideazione e realizzazione video Igor Renzetti, Lorenzo Bruno, Alessandra Solimene
Lighting designer Gianluca Cappelletti

PERSONAGGI E INTERPRETI

La Strega e la Fata Gabriella Costa
La Domestica Valeria Tornatore
Il Re di Venezia Gianluca Bocchino
L’Orco Salvatore Grigoli
La Narratrice Carlotta Maestrini / Aurora Ilenia Coffàri
Il Bambino-Pianta Riccardo Romeo / Fabio Filippone
Con la partecipazione di SeiOttavi

MIMI
Valeria Almerighi, Valentina Apollone, Giulia Cutrona, Giovanni Prosperi, Daniele Savarino

Orchestra e Coro di voci bianche del Teatro Massimo
Maestro del Coro di voci bianche Salvatore Punturo
Nuovo allestimento del Teatro Massimo
Durata dello spettacolo: 1 ora e 15 minuti senza intervallo
29, 30 aprile (doppio spettacolo), 3, 4, 5 maggio 2016


 

 

 
 
 

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.