Gli altri. Se Maciste è, inevitabilmente, colui che ruba la scena e buca lo schermo, attraendo nella sua orbita principalmente Fulvio, che vive di luce riflessa, non significa che gli altri caratteri siano meno efficaci e meno curati. Ne è esempio Sofonisba, tramandata dalla storia come acerrima nemica di Roma onorata comunque per la sua dignità e l valore con cui ha affrontato il suicidio per non cadere in mano nemica. Qui dovrebbe, infine, essere la femme fatale, la nemica che strappa Massinissa dall'alleanza con Scipione, tuttavia questo è solo un aspetto di un personaggio in evoluzione, cui Italia Almirante Manzini presta ovviamente tutta la scenica scienza della composizione liberty della figura in favor di telecamera, ma anche chiaroscuri che la sottraggono allo stereotipo del divismo fine a se stesso. Sofonisba ci appare nella sua sensualità adolescenziale, aprirsi al primo amore nel sogno del principe azzurro (che è, per lei pallidissima, il moro Massinissa: il realismo cosmopolita sembra spazzar via gli stereotipi razziali dell'epoca, anche questo è un segno della modernità di Cabiria), pietosa e ardimentosa nel sottrarre Cabiria alla morte e crescerla come ancella. Come un'eroina del melodramma, sviene condotta alle nozze aborrite, ma questa dura esperienza ne forgia il carattere come altera, autoritaria regina, donna infine capace di sfruttare la propria femminilità per riappropriarsi dell'uomo che, fanciulla, non aveva potuto sposare e sobillarlo contro gli eterni nemici della sua Cartagine. Decide infine di riconsegnare Cabiria al sacerdote, ma la sua non è la crudeltà di un animo inaridito, bensì il comprensibile tormento di una donna profondamente fedele alle tradizioni della propria città e afflitta da incubi e rimorsi per aver sottratto una vittima al dio terribile che forse proprio per questo sta causando la rovina dell'impero cartaginese. La sua morte, fra Didone e Cleopatra, ha grandezza, ma anche terrore e umanità, senza temere di squassare il corpo della diva in – per quanto studiati – spasimi. Per quanto rispondente a tipologie ben codificate, ogni personaggio ha una sua precisa definizione che ne motiva le caratteristiche, così, ancora una volta, da sfruttare e contestualizzare gli stereotipi, senza caderne vittima.
Bologna, Cabiria, 04/07/2014 - Gli altri
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