Koiné
Per Zenobia, che si arroga il titolo di Augustus, veste alla romana, impone come lingua principale di corte il latino, il retaggio culturale è però quello di un mondo cosmopolita che Roma ha ereditato, e sviluppato, dai regni ellenistici. Il suo nome è Septimia Zenobia, è Ζηνοβία, ma è anche l'aramaico Bathzabbai o l'arabo al-Zabba: è cittadina romana, condivide la cultura greca, parla fluentemente tutte le lingue del suo impero, è chiaramente di etnìa araba. Così il figlio porta il nome magnificamente sincretico di Lucius Julius Aurelius Septimius Vaballathus Athenodorus, romano e romanizzato negli ultimi due appellativi, il primo da Wahb Allat, “dono della dea Allat” (nome ripreso e reso maschile, qualche secolo più tardi, da Maometto), il secondo dal greco “dono di Atena”, con una netta influenza di quella religiosità matriarcale di stampo orientale dal quale sorgono, quasi ipostasi della Dea (sia Ishtar, Iside, Atena, Cibele, Artemide, Ecate...), le regine guerriere.