Non apparteniamo alla vulgata che vorrebbe i compensi per una posizione apicale così delicata ridotti al livello di un commesso, a patto però che le figure scelte, per la grande responsabilità che hanno nel gestire valore della produzione annuo di qualche decina di milioni di euro, abbiano competenze e onestà. Non siamo ammalati neanche di “curriculite”, non abbiamo mai creduto che il nome di Pereira, abbondantemente annunciato alla Scala, sia stato scelto con un’accurata comparazione della storia professionale, non siamo neanche fissati con i “titoli” anche perché non esiste un corso di laurea in sovrintendologia (ma prima o poi – siamo certi – qualcuno riuscirà ad inventarlo se non altro per riciclare come docenti i peggiori sovrintendenti della storia); tuttavia è indubbio come un curriculum come quello seguente, formattato secondo i canoni estetici del cubismo, esaminato per una posizione aperta da semplice segretario e non per un ruolo apicale, transiterebbe dalla scrivania del responsabile risorse umane al cestino nel giro di sette secondi.
Fondazioni liriche: diamo i numeri - pagina 11
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