Adesso si è anche diffusa la moda della certificazione del bilancio, che ammanta di autorevolezza un risultato e, sebbene non obbligatoria (la inserisce in statuto come obbligatoria solamente la Scala) e peraltro inutile (capriccio che costa circa una ventina di migliaia di euro) poiché la governance delle fondazioni prevede un Collegio dei revisori, è ampiamente impiegata ovunque tranne che a Bologna, Cagliari, Genova e Trieste. In ogni caso andrebbe sempre letto quello che le società di certificazione scrivono, anziché brandire semplicemente il pezzo di carta a suggello di virtuosità di gestione, ed ecco che ci si imbatte anche in pirandelliane certificazioni dell’incertificabilità.
Fondazioni liriche: diamo i numeri - pagina 9
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