Passiamo quindi al confronto tra valore della produzione e costi nell’anno 2012, che riassumono in un numero solo tutte le componenti singolarmente osservate fino ad ora.
Le eccellenze sono tali in tutto, anche nelle perdite, e infatti la Scala perde quasi 6 milioni di euro. Il Maggio Musicale Fiorentino ne perde addirittura 10,3 di milioni in un solo anno. Roma sarebbe in perdita col margine operativo ma attinge a proventi straordinari, così come fa Trieste e chiudono entrambi in pareggio di misura; poi c’è il caso di Palermo che chiude in perdita (apparente) nonostante abbia dei buoni indicatori (eccezion fatta per quello sull’ingresso al botteghino), ma lì i numeri sono da vedere meglio e lo faremo alla prossima puntata specifica, ripercorrendo nel dettaglio tutti bilanci dal 1999 al 2013; la positività della gestione palermitana, almeno fino al bilancio 2011, si apprezza comparando i dati degli ultimi saldi del conto esercizio nel seguente grafico dal 2006 al 2012.
I perditori critici si rivelano, ancora una volta, la Scala (perdite d’eccellenza quasi mai inferiori a 5 milioni e spesso più prossime ai 10), il Maggio Musicale e il Comunale di Bologna; chi sta invece costantemente sopra lo zero è il Massimo di Palermo, almeno fino al 2011.