L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

×

Errore

[sigplus] Critical error: Image gallery folder galleriearticoli/2015/NEWS/turandotscala2015 is expected to be a path relative to the image base folder specified in the back-end.

Indice articoli

[sigplus] Critical error: Image gallery folder galleriearticoli/2015/NEWS/turandotscala2015 is expected to be a path relative to the image base folder specified in the back-end.

Turandot inaugura La Scala per Expo

Sul podio Riccardo Chailly

Dal 1° al 23 maggio il capolavoro di Puccini con il finale scritto da Luciano Berio segna l’esordio del Maestro milanese alla guida dei complessi musicali del Teatro alla Scala.

La regia è di Nikolaus Lehnhoff, nei ruoli principali cantano Nina Stemme, Aleksandrs Antonenko e Maria Agresta; diretta su Rai5 e Radio3, differita nei cinema il 21 maggio.

Venerdì 24 prova aperta agli studenti di tutte le Università milanesi.

Il 1° maggio Riccardo Chailly esordisce sul podio del Teatro alla Scala in veste di Direttore Principale dirigendo Turandot di Giacomo Puccini in occasione dell’inaugurazione di Expo Milano 2015. Nina Stemme è Turandot, Aleksandrs Antonenko il principe Calaf, Maria Agresta Liù, Alexander Tsymbalyuk Timur.

Il finale scelto per l’opera incompiuta di Puccini è quello di Luciano Berio, che viene eseguito per la prima volta in forma scenica alla Scala. Berio lo compose nel 2001 riprendendo per la prima volta 23 dei complessivi 30 schizzi lasciati da Puccini; la prima assoluta fu diretta da Riccardo Chailly nel 2002 al Festival delle Canarie.

Turandot sarà ripresa dalle telecamere della Rai e trasmessa in diretta televisiva su Rai5 e radiofonica su Radio3 oltre che in differita nei cinema il 21 maggio. La diretta televisiva raggiungerà il carcere di San Vittore in collaborazione con il Comune di Milano e l’Associazione Quartieri Tranquilli.

La prova di venerdì 24 maggio sarà aperta agli studenti di tutte le Università milanesi e preceduta (ore 18) da un incontro con il Maestro Chailly. L’incontro, organizzato dal Servizio Promozione Culturale, è già tutto esaurito. Sono stati invitati studenti di tutte le Università milanesi: Statale, Bicocca, Bocconi, Cattolica, Politecnico, Bicocca, IULM e San Raffaele, oltre ad allievi dell’Accademia della Scala, della Civica Scuola di Musica, del Conservatorio. Saranno presenti anche alcuni studenti del Conservatorio di Como che hanno seguito un corso su Turandot.

Turandot inaugura la programmazione scaligera per Expo: sei mesi in cui il teatro sarà aperto per 122 serate d’opera, 62 di balletto e 90 concerti. Già il 2 maggio i Berliner Philharmoniker inaugureranno il Festival delle Orchestre Internazionali per Expo, che durerà fino al 27 ottobre, e dal 16 maggio andrà in scena CO2, l’opera sul cambiamento climatico commissionata dal Teatro alla Scala a Giorgio Battistelli.

{gallery}galleriearticoli/2015/NEWS/turandotscala2015{/gallery}

foto Hans van den Bogaard e Brescia/Amisano


 

I dubbi di Puccini e il finale di Alfano per l’opera degli enigmi

Giacomo Puccini muore a Bruxelles il 29 novembre 1924, lasciando incompiuta la sua ultima opera, Turandot, segnata da uno sforzo di rinnovamento stilistico che pone l’autore accanto ai principali compositori europei del suo tempo. Nel dicembre 1923, la partitura sembra quasi finita: compiuta la scena tragica della morte di Liù, manca solo il duetto finale in cui la principessa si abbandona finalmente all’amore. Ma il passaggio dal lutto per Liù allo “sgelamento” della principessa, all’ardore amoroso di Calaf e a un rapido lieto fine si rivela uno scoglio estremamente arduo dal punto di vista drammaturgico e musicale. Puccini, colpito da un tumore alla gola, continua a scrivere producendo 23 fogli che contengono 30 frammenti musicali. Ci lavora fino all’ultimo, portandoli con sé anche a Bruxelles dove si reca per un ultimo consulto medico. Dopo la morte del Maestro, l’editore Ricordi decide, su pressione di Arturo Toscanini, di affidare il completamento dell’opera sulla base delle bozze disponibili a Franco Alfano, già autore dell’opera di ambientazione orientale Sakuntala. Toscanini tuttavia non è per nulla soddisfatto della prima versione del finale propostagli da Alfano in cui sono ripresi, insieme a diversi temi degli atti precedenti, solo 3 dei frammenti di Puccini e gli impone di scriverne una seconda, più stringata, in cui i frammenti pucciniani diventano 4. La prima rappresentazione di Turandot ha luogo al Teatro alla Scala il 25 aprile 1926. Dirige Arturo Toscanini che, dopo la morte di Liù, depone la bacchetta e rivolge al pubblico la frase “Qui termina la rappresentazione perché a questo punto il Maestro è morto”.  

Da allora il secondo finale di Alfano è rimasto in repertorio, ma senza convincere del tutto per i limiti di scrittura dovuti anche alla rapidità di realizzazione, ma soprattutto perché il tono trionfale della nuova conclusione contrasta con le parole vergate dal compositore negli schizzi: “e poi Tristano”. Il Tristano e Isotta di Wagner, costantemente presente in una partitura che appartiene a un orizzonte stilistico nuovo rispetto alla produzione precedente di Puccini, si conclude in pianissimo, con un’estasi amorosa che è anche estasi di morte: tutto il contrario del coro trionfante cui Alfano fa cantare le parole (assenti dal libretto originale) “ride e canta l’infinita nostra felicità”. Un’indicazione preziosa sulle intenzioni di Puccini viene dal critico musicale Leonardo Pinzauti che in una lettera a Luciano Berio riporta la testimonianza di Salvatore Orlando, proveniente da una famiglia di armatori livornesi amici del compositore. Il giovane Orlando frequentava la villa di Puccini a Torre del Lago e ricorda che nel 1923 il Maestro gli fece ascoltare l’ultima scena al pianoforte spiegandogli che si trattava di un finale “come quello di Tristano”.  Le ultime battute erano pianissimo.

{gallery}galleriearticoli/2015/NEWS/turandotscala2015{/gallery}


Il finale di Luciano Berio

Nel 2000 il Festival delle Canarie commissiona un nuovo completamento dell’opera a Luciano Berio. Berio si dedica innanzitutto allo studio dei frammenti originali e opera una serie di tagli al libretto eliminando molti dei passaggi per cui non esistono idee musicali di Puccini. A differenza di Alfano, Berio si ripropone di utilizzare il più possibile gli schizzi, inclusi quelli strumentali in cui Puccini sembra discostarsi in modo radicale dal suo stile precedente, e ne inserisce 23 su 30 (delle complessive 307 battute del finale 133 sono di mano di Puccini, 174 di mano di Berio)  combinandoli con una serie di rimandi a temi già presenti nel resto dell’opera, a cominciare dal “Nessun dorma” utilizzato anche da Alfano. Si accentua così nel finale il pluralismo di stili che è caratteristica dell’intera opera e ne fa un punto di svolta rispetto alla precedente produzione pucciniana. Per il punto culminante, lo “sgelamento”, Berio si rifà alle indicazioni di Puccini: “Nel duetto si può arrivare a un pathos grande. E per giungere a questo io dico che Calaf deve baciare Turandot e mostrare il suo amore alla fredda donna. Dopo baciata con un bacio che dura qualche secondo (…) le dice il suo nome sulla bocca” (lettera a Adami, novembre 1921). Si rende necessario un momento di “intimità amorosa” abbastanza prolungato da rendere drammaticamente credibile il cedimento della principessa: Berio lo realizza con un interludio strumentale apertamente debitore del cromatismo di Wagner, cui già aveva fatto riferimento Puccini prima dell’aria di Liù (è interessante osservare come anche Alfano nella prima versione del suo finale avesse proposto un interludio in questo punto). L’accordo del Tristano ricorre in diversi momenti dell’opera, a cominciare delle prime note del I atto, gettando un’ombra di ambiguità e di morte sulla vicenda amorosa. Nel finale di Berio il lutto per la morte di Liù non è dimenticato e termina in pianissimo su un’atmosfera di sospensione e incertezza: “si conclude con una domanda – dichiarava Berio – e il pubblico si ritrova a chiedersi che cosa ha visto e come sia possibile completare in qualche modo la soluzione dell’enigma che è Turandot”.

Il risultato è una pagina in cui Berio non finge di essere Puccini ma restituisce all’ascoltatore quasi tutta la musica effettivamente scritta dal compositore, le sue intenzioni estetiche e drammaturgiche e anche la problematicità di un’opera che, terminata nel 1924, riflette a pieno titolo le tensioni e le aperture del ‘900 musicale.

{gallery}galleriearticoli/2015/NEWS/turandotscala2015{/gallery}


Lo spettacolo

Il finale di Berio vede la luce in forma di concerto il 25 gennaio 2002 al Festival de Gran Canaria, con il Concertgebouw diretto da Riccardo Chailly. Il 1° giugno il nuovo finale viene presentato in forma scenica alla Nederlandse Opera, sempre con Chailly e il Concertgebouw e la regia di Nikolaus Lehnhoff. Luciano Berio è presente, segue le prove: insieme a lui Lehnhoff decide di lasciare in scena il corpo di Liù durante il duetto dello “sgelamento”, come un’ombra luttuosa che si stende sull’estasi degli amanti. L’allestimento di Lehnhoff resta quello preferito da Berio, che sarebbe scomparso nel maggio 2003, e giunge ora alla Scala in una nuova produzione ripensata dal regista.  

Nella  parte di Turandot torna alla Scala il soprano svedese Nina Stemme, una delle grandi voci wagneriane del nostro tempo che ha già affrontato diversi ruoli pucciniani, incluso questo a Stoccolma nel 2013. Nina Stemme è stata ascoltata al Piermarini in un recital e nel Gala per Plácido Domingo diretto da Daniel Barenboim nel 2009 e, sempre con Barenboim, come Brünnhilde in Die Walküre il 7 dicembre 2010 e in Siegfried nel 2012 oltre che nel Fidelio in forma di concerto diretto da Franz Welser-Möst nel 2010.

Il principe Calaf è Aleksandrs Antonenko, tenore lettone affermatosi in ruoli come Otello, che ha cantato con Riccardo Muti al Festival di Salisburgo nel 2008 e a Chicago nel 2013, Samson, Radamès e Dick Johnson. Alla Scala è stato Cavaradossi in Tosca nel 2011 con Omer Meir Wellber e nel 2012 con Nicola Luisotti, e Ismaele in Nabucco ancora con Luisotti nel 2013.

Maria Agresta canta la parte di Liù. Il suo debutto nella sala del Piermarini avviene nelle vesti di Elvira nel Don Giovanni diretto da Barenboim nel 2011: seguono La bohème con Daniele Rustioni nel 2012, Requiem di Verdi a Berlino con Barenboim e Oberto conte di San Bonifacio con Frizza nel 2013 e Il trovatore con Daniele Rustioni nel 2014.

In occasione delle celebrazioni dei suoi novant’anni (1925-2015) l’Istituto della Enciclopedia Italiana prosegue la sua attività al servizio della cultura italiana. Per l’inaugurazione dell’Expo di Milano 2015 l’Istituto ha inteso rinnovare il proprio impegno per la ricerca e la valorizzazione di testimonianze storiche, realizzando, per signorile cortesia dell’Archivio Storico Ricordi, una riproduzione in facsimile del libretto originale dell’opera Turandot di Giacomo Puccini, su versi di Giuseppe Adami e Renato Simoni, per la prima assoluta al Teatro alla Scala del 25 aprile 1926. Il libretto verrà consegnato agli spettatori insieme al programma di sala.

{gallery}galleriearticoli/2015/NEWS/turandotscala2015{/gallery}



Stagione d’Opera e Balletto 2014~2015

1, 5, 8, 12, 15, 17, 20, 23 maggio 2015

TURANDOT

Dramma lirico in tre atti e cinque quadri

di  GIACOMO PUCCINI

Finale di LUCIANO BERIO

Libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni

(Editore Casa Ricordi, Milano)

Direttore  RICCARDO CHAILLY

Regia  NIKOLAUS LEHNHOFF

Scene  RAIMUND BAUER

Costumi  ANDREA SCHMIDT-FUTTERER

Luci  DUANE SCHULER

Coreografia  DENNI SAYERS

Personaggi e interpreti principali


Turandot         Nina Stemme
Calaf              Aleksandrs Antonenko / Stefano La Colla (17 e 23)
Liù             Maria Agresta
Altoum         Carlo Bosi
Timur             Alexander Tsymbalyuk
Ping             Angelo Veccia    
Pang             Roberto Covatta
Pong             Blagoj Nacoski

Coro e Orchestra del Teatro alla Scala
Coro di Voci Bianche dell’Accademia Teatro alla Scala

Maestro del Coro BRUNO CASONI


Date:

venerdì 1 maggio 2015 ore 20
Inaugurazione Expo 2015

martedì 5 maggio 2015 ore 20 ~ turno E
venerdì 8 maggio 2015 ore 20 ~ turno B
martedì 12 maggio 2015 ore 20 ~ turno C
venerdì 15 maggio 2015 ore 20 ~ turno A
domenica 17 maggio 2015 ore 20 ~ ScalAperta
mercoledì 20 maggio 2015 ore 20 ~ turno D
sabato 23 maggio 2015 ore 20 ~ fuori abbonamento

Prezzi: da 250,00 a 15,00 euro
Prezzi recita ScalAperta: da 125,00 a 7,5 euro


Infotel: 02 72 00 37 44

www.teatroallascala.org

{gallery}galleriearticoli/2015/NEWS/turandotscala2015{/gallery}


Una mostra racconta la storia di Turandot alla Scala

Dal 30 aprile il Museo Teatrale ospita “Turandot alla Scala”, una mostra di documenti e costumi storici.  Tra i cimeli più preziosi alcune pagine autografe della partitura e degli schizzi per il Finale.   

Turandot, che torna dal 1° maggio alla Scala con la direzione di Riccardo Chailly, ebbe qui la sua prima assoluta il 25 aprile 1926 sotto la direzione di Arturo Toscanini. Da allora l’ultima opera di Puccini è tornata regolarmente nelle stagioni scaligere: l’edizione diretta da Chailly con la regia di Nikolaus Lehnhoff sarà la ventottesima.

Dal 30 aprile il Museo Teatrale alla Scala ripercorre questa storia straordinaria con “Turandot alla Scala”, una mostra realizzata in collaborazione con l’Archivio Ricordi e sviluppata intorno a preziose pagine autografe della partitura e degli schizzi per il Finale incompiuto. Bozzetti e figurini dalle firme prestigiose, da Caramba a Galileo Chini, i favolosi costumi che furono indossati da interpreti leggendarie come Gina Cigna e Birgit Nilsson, l’edizione per canto e pianoforte con la celebre copertina di Leopoldo Metlicovitz disegnano un affascinante percorso di approfondimento su quest’opera milanese e orientale amata in tutto il mondo che ben si presta a essere il primo volto culturale di Expo.

La mostra resterà aperta dal 30 aprile al 30 giugno ed è il primo appuntamento del fitto programma di iniziative programmate dal Museo Teatrale alla Scala per il periodo di Expo grazie al sostegno del Partner Istituzionale JTI.

Nel 2015 il numero delle mostre è salito a quattro (“Salvatore Fiume”, conclusasi il 20 aprile; “Turandot alla Scala” e poi due esposizioni dedicate al cibo nell’opera (luglio – ottobre) e al Balletto alla Scala (novembre – dicembre); sono inoltre previste iniziative speciali tra le quali ricordiamo le visite guidate con concerto finale, le visite con tableaux vivants, il restauro di alcuni preziosi strumenti e un contest fotografico.

Particolare importanza riveste il nuovo progetto accessibilità, che permette la fruizione del Museo a non vedenti, non udenti, disabili motori e anziani.

Museo Teatrale alla Scala
Largo Ghiringhelli 1, Piazza Scala

Biglietto intero: 7 €; Biglietto gruppi: 5 €; Biglietto scuole: 3 €; Audioguida: 5 €

Il Museo è aperto tutti i giorni tranne: 7 dicembre - 24 dicembre pomeriggio - 25 dicembre - 26 dicembre - 31 dicembre pomeriggio - 1° gennaio - Domenica di Pasqua - 1° maggio - 15 agosto.

Dalle 9 alle 12.30 (ultimo ingresso alle 12) e dalle 13.30 alle 17.30 (ultimo ingresso alle 17)

La sala del Teatro è visibile da un palco, solo qualora non siano in corso prove o spettacoli.

Informazioni: tel. 02 88 79 74 73

{gallery}galleriearticoli/2015/NEWS/turandotscala2015{/gallery}


RICCARDO CHAILLY

Riccardo Chailly è Direttore Principale del Teatro alla Scala dal gennaio 2015.

Nato a Milano, ha compiuto gli studi musicali nei Conservatori di Perugia, Roma e Milano, perfezionandosi all’Accademia Chigiana di Siena ai corsi di Franco Ferrara. Il primo incarico da Direttore Musicale gli è stato conferito dal Radio-Symphonie-Orchester di Berlino dal 1980 al 1988. Nel 1988 Chailly ha assunto la carica di Direttore Principale dell’Orchestra del Royal Concertgebouw di Amsterdam, incarico mantenuto per sedici anni. Allo stesso tempo è stato Direttore Musicale del Teatro Comunale di Bologna e dell’Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi di Milano.

Riccardo Chailly dirige regolarmente le maggiori orchestre sinfoniche europee: Wiener Philharmoniker, Berliner Philharmoniker, Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks, London Symphony Orchestra, Orchestre de Paris. Negli Stati Uniti ha collaborato con la New York Philharmonic, la Cleveland Orchestra, la Philadelphia Orchestra e la Chicago Symphony Orchestra.

Dal 2005 è Gewandhauskapellmeister  della Gewandhausorchester di Lipsia, la compagine sinfonica più antica d’Europa.

In campo operistico ha collaborato regolarmente con i maggiori teatri: oltre alla Scala, il Metropolitan di New York, la Lyric Opera di Chicago, l’Opera di San Francisco, il Covent Garden di Londra,  la Bayerische Staatsoper di Monaco, la Staatsoper di Vienna, l’Opera di Zurigo. È presente con regolarità nei principali festival internazionali tra cui Salisburgo, Lucerna e i Proms di Londra.

Da trent’anni Riccardo Chailly è artista esclusivo della casa discografica Decca. La rivoluzionaria incisione delle Nove Sinfonie di Beethoven con il Gewandhaus gli è valsa il prestigioso premio “Echo Klassik” come Miglior Direttore del 2012. Nel 2013 sono stati pubblicati tra l’altro l’integrale delle Sinfonie di Brahms con il Gewandhaus, che ha vinto il Gramophone Award come Disco dell’Anno, e “Viva Verdi”, realizzato con la Filarmonica della Scala in occasione del bicentenario verdiano, che  si è imposto come CD classico più venduto in Italia nel 2013.

Riccardo Chailly è Grand’Ufficiale della Repubblica Italiana e membro della Royal Academy of Music di Londra. Nel 1998 è stato nominato Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana; nello stesso anno la Regina dei Paesi Bassi lo ha insignito del titolo di Cavaliere dell’Ordine del Leone d’Olanda.  Nel 2011 Riccardo Chailly è stato nominato Officier de l’Ordre des Arts et des Lettres dal Ministro della Cultura francesce Frédéric Mitterrand.

NIKOLAUS LEHNHOFF

Nato a Hannover, inizia la sua carriera alla Deutsche Oper di Berlino, diventa assistente di Wieland Wagner a Bayreuth negli anni Sessanta e in seguito lavora per il Metropolitan di New York. Debutta come regista al Palais Garnier nel 1972 con Die Frau ohne Schatten di Richard Strauss diretta da Karl Böhm e l’anno dopo allestisce Tristan und Isolde con Birgit Nilsson alle Chorégies d’Orange. Tra le regie più notevoli della sua carriera, si segnalano il Ring wagneriano a San Francisco e a Monaco, Idomeneo, Fidelio, Elektra e Die Gezeichneten di Franz Schreker al Festival di Salisburgo, Kat’a Kabanová, Jenufa e Vec Makropulos di Janácekˇ al Festival di Glyndebourne (dove nel 2003 il suo Tristan und Isolde è nominato “Best Performance” dalla stampa britannica), Salome al Metropolitan, Die Meistersinger von Nürnberg e Lohengrin alla Scala, Palestrina e Boulevard Solitude di Hans Werner Henze (Laurence Olivier Award 2000) al Covent Garden, Tosca, Turandot e La fanciulla del West alla Nederlandse Opera di Amsterdam, Rigoletto alla Semperoper di Dresda, Les dialogues des Carmélites di Poulenc ad Amburgo. Il suo allestimento del Parsifal è stato presentato alla English National Opera, al Liceu di Barcellona, all’Opera di San Francisco, a quella di Chicago e al Festspielhaus di Baden Baden, con cui porta avanti da anni una fruttuosa collaborazione. Molte delle sue regie sono uscite in DVD.

NINA STEMME

Soprano svedese, è regolarmente ospite dei maggiori teatri lirici e festival del mondo – a New York, San Francisco, Stoccolma, Glyndebourne, Dresda, Bayreuth, Vienna, Salisburgo, Bregenz, Zurigo, Ginevra, Barcellona, Milano, Napoli.

Il suo vasto repertorio comprende: Le nozze di Figaro (Contessa), La Bohème, Madama Butterfly, Tosca, Manon Lescaut, Suor Angelica, Orfeo ed Euridice (Euridice), Evgenij Onegin (Tatjana), Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk (Katerina), Faust (Margherita), Der Freischütz (Agathe), Jenůfa, Der Rosenkavalier (Marschallin), Arabella, Ariadne auf Naxos, Die Fledermaus (Rosalinde), Salome, Die Meistersinger von Nürnberg (Eva), Tannhäuser (Elisabeth), Lohengrin (Elsa), Der fliegende Holländer (Senta), Die Walküre (Sieglinde), Tristan und Isolde, Un ballo in maschera (Amelia), La forza del destino (Leonora), Aida, Wozzeck (Marie), König Kandaules (Nyssia).

Il ruolo di Isolde è un suo cavallo di battaglia: lo ha interpretato con successo al Festival di Glyndebourne, al Festival di Bayreuth, all’Opera di Zurigo, al Covent Garden di Londra; lo ha inoltre cantato in un’incisione con Placido Domingo coprotagonista.

È stata Sieglinde e Brünnhilde nel Ring des Nibelungen a Vienna. Brünnhilde nel Ring diretto da Daniel Barenboim al Teatro alla Scala.  Ha cantato Fidelio in forma di concerto al Festival di Lucerna sotto la direzione di Claudio Abbado. Ha cantato nel Ring a San Francisco, in Tannhäuser a Parigi, La fanciulla del West, Turandot e Salome a Stoccolma, Salome a Cleveland e New York, Brünnhilde in Götterdämmerung alla Bayerische Staatsoper, Elektra e Fidelio a Vienna.

Ha inciso tra l’altro Greek Passion, König Kandaules, Fidelio, Tristan und Isolde, Die Walküre, The Flying Dutchman (in inglese). In dvd: Der Rosenkavalier, Aida, Jenůfa, Tristan und Isolde.

Tra i prossimi impegni: Turandot al Metropolitan di New York, al Dalhalla Festival in Svezia e all’Opera di Zurigo; Elektra al Metropolitan; oltre a concerti e recital a San Francisco, Londra, Berlino, Vienna e Zurigo.

Tra i premi e le onorificenze che ha ricevuto: Swedish Royal Court Singer, Membro della Reale Accademia di Musica Svedese, Medaglia “Litteris et Artibus” dal Re di Svezia, Laurence Olivier Award per l’interpretazione di Tristan und Isolde a Londra, titolo di Kammersängerin dalla Staatsoper di Vienna. Inoltre, nel 2013 è stata nominata cantante dell’anno dalla rivista Opernwelt e premiata con l’Opera Award a Londra; nel 2014 ha ricevuto l’Opera News Award.

ALEKSANDRS ANTONENKO

Nato in Lettonia, è tra i tenori più richiesti della sua generazione. Ha avviato una brillante carriera internazionale dopo aver vinto nel 2004 il Great Music Award per alcune sue interpretazioni all’Opera di Riga (tra cui Der fliegende Holländer, Carmen, La Bohème).

Ha cantato alla Semperoper di Dresda, Deutsche Oper di Berlino, Staatsoper di Vienna, Opera de Bordeaux, Opera di Montecarlo. Alla Deutsche Oper am Rhein è stato applaudito nella parte di Giuseppe Hagenbach ne La Wally.

È stato De Grieux nella Manon Lescaut all’Opera di Stoccolma, all’Opera di Oslo e alla Staatsoper di Vienna. Ha cantato Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk a Riga, Carmen a Oslo, Cavalleria rusticana a Berlino (Deutsche Oper) e a Montecarlo, Tosca a Baden-Baden, Simon Boccanegra (Gabriele Adorno) a Francoforte, Nabucco (Ismaele) a Monaco di Baviera. Nell’estate 2008 ha debuttato al Festival di Salisburgo come protagonista dell’Otello verdiano diretto da Riccardo Muti.

Nel febbraio 2009 ha debuttato con successo al Metropolitan di New York con Rusalka, a fianco di René Fleming. Nel 2010 ha cantato La dama di picche e Otello alla Staatsoper di Vienna; Cavalleria rusticana a Valencia; una nuova produzione di Boris Godunov a New York.

Nel 2011 di nuovo Otello con Riccardo Muti e la Chicago Symphony Orchestra. Una nuova produzione di Otello all’Opéra di Parigi, una nuova produzione de Il tabarro al Covent Garden di Londra; una nuova produzione de La fanciulla del West a Stoccolma.

Al Teatro alla Scala Antonenko ha cantato in Tosca nel 2011 (dir. Meir Wellber) e in Nabucco (dir. Luisotti) nel 2013. Ha cantato Otello anche a Londra sotto la direzione di Sir Antonio Pappano. Ha debuttato all’Arena di Verona con Tosca. Ha cantato Samson et Dalila al Grand Théâtre de Genève; Aida e La dama di picche all’Opera di Zurigo.

Tra i suoi prossimi impegni: Pagliacci e Cavalleria rusticana al Covent Garden; una nuova produzione di Otello al Metropolitan.

MARIA AGRESTA


Diplomata al Conservatorio di Salerno, si è perfezionata sotto la guida di Raina Kabaivanska. È vincitrice di numerosi concorsi internazionali, tra cui il Concorso “Comunità Europea” del Teatro Lirico Sperimentale “A. Belli” di Spoleto, dove ha debuttato nel 2007 ne La Bohème poi nel Trovatore. Negli anni successivi ha preso parte a numerose produzioni a Messina (Micaëla), all’Opera National de Lorraine (Desdemona), all’Incheon Opera Festival (Mimi), allo Sferisterio di Macerata (Odabella), al Festival dei Due Mondi di Spoleto, alla Carnegie Hall di New York, al Festival Barokkimusiikkia di Helsinki, al Teatro Hermitage di San Pietroburgo.
Nel 2011 (in occasione delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia) ha debuttato ne I vespri siciliani al Teatro Regio di Torino diretta da Gianandrea Noseda, ottenendo un grande successo di pubblico e di critica. Da allora ha avviato la sua carriera internazionale con importanti debutti al Teatro alla Scala (Don Giovanni, diretta da Daniel Barenboim), Israeli Opera di Tel Aviv (Norma, diretta da Daniel Oren), Arena di Verona (La Bohème, Don Giovanni, Turandot), Bayerische Staatsoper (La Bohème, La traviata), Staatsoper Unter den Linden (La traviata), Palau des Arts di Valencia (Il trovatore, diretta da Zubin Mehta), Festival Puccini di Torre del Lago (La Bohème) e ancora Bergamo (Gemma di Vergy) e Salerno (Il trovatore, La traviata e Norma).
Ha inaugurato la stagione 2012-13 del Teatro dell’Opera di Roma diretta da Riccardo Muti nel Simon Boccanegra. Da segnalare inoltre le interpretazioni di Giovanna d’Arco al Musikverein di Graz, La Bohème e Oberto Conte di San Bonifacio (nuova produzione) al Teatro alla Scala, I Masnadieri e La Bohème al Teatro La Fenice di Venezia, La Vestale a Dresda. E ancora La Bohème all’Opera Bastille di Parigi, Il trovatore (nuova produzione) alle Wiener Festwochen, I due Foscari a Londra e a Vienna, Simon Boccanegra a Francoforte, I Puritani all’Opera Bastille.

{gallery}galleriearticoli/2015/NEWS/turandotscala2015{/gallery}


Vuoi sostenere L'Ape musicale?

Basta il costo di un caffé!

con un bonifico sul nostro conto

o via PayPal

 



 

 

 
 
 

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.